«L’assessora e vicepresidente regionale De Berti dica chiaramente se a Venezia il servizio di trasporto pubblico è un diritto solo se ci sono i turisti. Già adesso le corse dei vaporetti sono ridotte, una scelta sbagliata visto che già il decreto Conte aveva dimezzato la capienza dei mezzi, andavano semmai potenziate considerando la specificità della città. Buttar lì ulteriori tagli senza spiegare quanti, come e dove, non ha assolutamente senso». Il consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Trasporti Jonatan Montanariello, sostenuto dal capogruppo Giacomo Possamai e dai colleghi Francesca Zottis, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani e Andrea Zanoni, replica all’ipotesi dell’assessora regionale, relative alla possibile rimodulazione al ribasso dei servizi.
«Come si può pensare una cosa del genere in una città d’acqua - continua Montanariello - dove la scelta del mezzo di trasporto è obbligata, lo sa soltanto De Berti. Il centro storico è fuori dalla città, esiste un pendolarismo quotidiano da e verso Mestre e l’hinterland, cosa facciamo? Diciamo di rinunciare al servizio in attesa che tornino i turisti? Se l’assessora ritiene che le attuali corse siano sovradimensionate, indichi dove intende tagliare. Le assicuro che ci vorrà davvero un notevole sforzo di fantasia, perché le corse ogni due minuti non sono mai esistite».
Conclude l'esponente della minoranza: «Parlare della necessità, giusta, di ripopolare la città di Venezia e poi dare una sforbiciata al trasporto pubblico locale è un controsenso. Dal governo nei giorni scorsi è arrivata una tranche da 15 milioni per sostenere ACTV, mentre la Regione resta a guardare. Anziché parlare di tagli, De Berti dovrebbe poi dire -visto che la giunta non finanzia le ore moto di navigazione dei ferryboat delle linee 11 e 17- se i residenti a Pellestrina e Lido hanno diritto o meno di trasferirsi con i propri mezzi sulla terraferma. È sconcertante come anche nell’ultima manovra, con le persone chiuse in casa, la Regione abbia pensato a risorse per eventi ancora lontani come le Olimpiadi del 2026, ma non si sia preoccupata di un tema come questo, che incontra la quotidianità di centinaia di migliaia di veneti. Aspettiamo l’assessora quanto prima in commissione, per confrontarci nel merito».
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