Anticipando le possibili decisioni del governo nazionale in materia, il presidente della giunta regionale Luca Zaia ha diramato oggi una nuova ordinanza dove stabilisce che fino al prossimo 1° febbraio le scuole secondarie di secondo grado (ovvero gli istituti d'istruzione superiore) in Veneto rimarranno chiusi alla didattica in presenza, proseguendo -come negli ultimi mesi dell'anno scorso- con la didattica a distanza. Zaia è stato seguito nel proposito dal collega del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, mentre è atteso analogo riscontro anche dall'Emilia Romagna.
Il presidente è stato mosso verso il provvedimento dalle difficoltà di reperire mezzi pubblici sufficienti al trasporto degli studenti, e dalle cifre dei ricoveri ospedalieri che non accennano a significativi ridimensionamenti. Frattanto c'è attesa per le decisioni che nelle prossime ore il Consiglio dei Ministri prenderà a proposito della "colorazione" delle Regioni dopo il 6 gennaio: le voci più accreditate parlano di sabato e domenica in zona rossa nazionale, mentre nei giorni feriali alcuni territori torneranno "gialli" e altri, come forse il Veneto, passeranno all'intermedio "arancione".
Sul fronte dei vaccini anti Covid, la Regione Veneto ha diffuso aggiornamenti in merito alla somministrazione delle prime dosi, durante la campagna iniziata lo scorso 27 dicembre: nell'ULSS 3 Serenissima, fino alle ore 18.30 di ieri, erano state praticate 1901 fiale di vaccino Pfizer BioNTech al personale sanitario e agli ospiti della casa di riposo, ovvero oltre il 40% di quelle ricevute finora, a fronte di una percentuale veneta del 34.6%. Alla casa di riposo Danielato di Cavarzere il primo a beneficiarne è stato il 77enne Rino Ferrari, che non ha nascosto la propria soddisfazione.
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