domenica 17 gennaio 2021

MUORE DOPO ESSERE STATA DIMESSA DAL PRONTO SOCCORSO: DAL LIDO ALL'OSPEDALE CIVILE NON CI SONO VAPORETTI DOPO LE 23

I collegamenti notturni con i mezzi pubblici da e per l’ospedale Civile di Venezia non ci sono. «Nessun taglio dovuto al lockdown - spiegano candidamente da ACTV - perché è sempre stato così, e neanche l’Angelo di Mestre è servito in orari notturni». La questione è tornata tristemente d’attualità dopo la morte di Fabiana Carone, deceduta giovedì scorso dopo un accesso al Pronto Soccorso all’ospedale di Venezia, conclusosi con le dimissioni all’una e mezza di notte e il rientro a casa, al Lido: da sola, a piedi, per l’assenza di vaporetti in partenza dalla fermata specifica. Una volta rientrata alla sua abitazione, il secondo malore, questa volta fatale.
«Il Civile è servito dalle ore 6 alle 21 da quattro linee - continua il comunicato dell’azienda di trasporto pubblico - con una frequenza di passaggio ogni cinque minuti. Dalle 21 alle 23 le corse sono limitate alle Fondamenta Nove. Per la fascia notturna bisogna andare a San Zaccaria». E da San Giovanni e Paolo a San Zaccaria, in piena notte, dopo il malore, è dovuta andare anche Carone, che all’ospedale era arrivata d’urgenza con l’ambulanza del 118 senza soldi né documenti, allo scopo di prendere un vaporetto fino al Lido, e poi un autobus, per tornare a casa.
Se la richiesta di un servizio di taxi - secondo quanto dichiarato dalla donna stessa poche ore prima della morte - è stata respinta proprio a causa della mancanza di denaro (si parla di 70 euro per una corsa notturna), risulta ancora più evidente la lacuna del trasporto pubblico, proprio lì dove persone già debilitate potrebbero averne bisogno. A maggior ragione a Venezia e nelle sue isole, dove ovviamente i collegamenti sono più complessi rispetto alla terraferma.

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