venerdì 22 febbraio 2019

FEMMINICIDIO A MARGHERA, NELLA NOTTE ACCOLTELLA LA MOGLIE DOPO UNA LITE E SI COSTITUISCE CHIAMANDO LA POLIZIA

Ancora un tragico femminicidio nella terraferma veneziana. È accaduto stanotte poco prima delle 3 in piazza Mercato 21 a Marghera, dove Gianfranco Duini di 43 anni ha ucciso con più coltellate la moglie Claudia Bortolozzo di 52 al culmine di una lite furibonda: è stato lo stesso uomo ad avvisare la Polizia per costituirsi, gli agenti sono subito accorsi ad arrestarlo mentre era ancora in casa. Le indagini relative al movente sono in carico alla Squadra Mobile di Venezia, mentre la Polizia Scientifica sta procedendo ai rilievi tecnici del caso. Marito e moglie erano entrambi disoccupati e seguiti dai servizi sociali del centro di igiene mentale.

martedì 19 febbraio 2019

MAFIA IN VENETO, I DETTAGLI DELLA POLIZIA DI STATO DOPO GLI ARRESTI

Il clan dei Casalesi si è infiltrato in Veneto, rilevando il controllo del territorio dagli ultimi discendenti della “Mafia del Brenta”, con i quali era in contatto. Lo documenta l’operazione “At last” conclusa questa mattina con l’esecuzione di cinquanta ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Venezia.
I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Squadra mobile del capoluogo veneto, in collaborazione con il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) della Guardia di finanza di Trieste.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e vari reati gravi, mentre ad altre undici persone è stato notificato l’obbligo di dimora. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di beni e valori per 10 milioni di euro.
All'esecuzione dei provvedimenti hanno partecipato oltre 300 agenti, tra i quali personale del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Servizio centrale investigazione e criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza.
Partita da Venezia, l’indagine si è estesa a tutto il territorio nazionale, fino ad arrivare a Casal di Principe, in provincia di Caserta, e in altre località della Campania e della Puglia.
L’organizzazione mafiosa, partita dal piccolo centro di Eraclea (Venezia), aveva esteso la sua influenza criminale nell'est del Veneto, avvalendosi della sua forza intimidatrice per commettere molteplici gravi delitti come usura, estorsione, rapina, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, sottrazione fraudolenta di valori, contraffazione di valuta, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, danneggiamenti, incendi, truffe aggravate ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false.
Le strategie criminali erano finalizzate, tra l'altro, ad acquisire, se necessario con minacce e violenza, la gestione o il controllo di attività economiche, soprattutto nell'edilizia e nella ristorazione, ma anche ad imporre un vantaggio ai gruppi criminali limitrofi, dediti al narcotraffico o allo sfruttamento della prostituzione.
Una quota dei profitti derivanti dalle attività illecite era destinata a sostenere i carcerati di alcune storiche famiglie mafiose di Casal di Principe, appartenenti al clan dei Casalesi, a cui l'organizzazione mafiosa di Eraclea era collegata e del quale costituiva il gruppo criminale referente per il Veneto orientale.
Per affermare l'assoluta egemonia sul territorio, gli appartenenti all'organizzazione mafiosa hanno fatto largo uso e commercio di armi, anche da guerra, utilizzate per compiere attentati  intimidatori.
Attivo inizialmente nel settore dell'edilizia, dedicandosi particolarmente all'attività usuraria e all'esecuzione di estorsioni, il gruppo criminale si era poi specializzato nel settore della riscossione crediti per conto di imprenditori locali.
Tra le fonti di finanziamento dell'organizzazione, c'era anche la produzione di fatture, per molti  milioni di euro, relative ad operazioni inesistenti, grazie a una fitta rete di aziende, intestate anche a prestanome, poi oggetto di bancarotta fraudolenta.
Oltre alle frodi all'erario per reati tributari, spiccano quelle compiute verso l'Inps attraverso le false assunzioni in imprese di cinquanta persone, vicine al gruppo criminale, allo scopo di lucrare indebitamente l'indennità di disoccupazione, per una ammontare di circa 700mila euro.


VENEZIA, L'AQUILA DI CARNEVALE SARA' ARIANNA FONTANA

L'Aquila che spiccherà il volo dal Campanile di San Marco domenica 3 marzo, in occasione dell'evento più atteso del Carnevale di Venezia, incarnerà, quest’anno, un riconoscimento al mondo dello sport, ai suoi valori e alla sua profonda valenza educativa, e, al contempo, un chiaro messaggio di sostegno alla candidatura olimpica di Milano-Cortina 2026. 
Sarà, infatti, la campionessa di Short Track Arianna Fontana, ben 8 medaglie olimpiche, a "volare" sopra la più bella Piazza del mondo, al termine dei 12 rintocchi della “marangona” attirando, sui colori olimpici, gli occhi di tutti gli spettatori.

Questo l'annuncio del Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha accolto l'invito del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, insieme al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, al presidente del CONI Giovanni Malagò e alla responsabile CONI per la candidatura Diana Bianchedi.


“Con la sua faccia pulita, il palmares prestigioso e la passione per lo sport più genuina – dice il Governatore Zaia – Arianna è stata una straordinaria testimonial della candidatura di Milano-Cortina a Tokio, dove l’abbiamo presentata per la prima volta al Cio. A questa grande atleta si abbina oggi la Città più bella del mondo con una delle sue più famose tradizioni: un mix di grande appeal che farà il giro del mondo. L’Aquila dello Short Track internazionale diventa Aquila del Carnevale veneziano. Un volo di buon auspicio verso Milano-Cortina 2026”.


“L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle attività promozionali alla Candidatura di Milano-Cortina dei Giochi Olimpici invernali 2026 - ha spiegato il Sindaco Brugnaro – noi vogliamo che tutta la montagna senta Venezia come casa propria ed è per questo che ci siamo messi totalmente a disposizione, anche dal punto vista della comunicazione. In particolare Cortina è il gioiello delle nostre montagne, che comprendono le Dolomiti, Alleghe, l'Agordino, il Cansiglio e che rappresentano la nostra storia e la nostra identità”.


Portabandiera dell'Italia alle cerimonia delle ultime Olimpiadi, Arianna Fontana esordisce a soli 15 anni alle Olimpiadi di Torino 2006 vincendo un bronzo, bissato poi a Vancouver 2010, prologo di un argento e due bronzi a Sochi 2014, e di un oro, un argento ed un bronzo a Pyeongchang 2018. Oltre ad essere l'atleta più giovane ad aver vinto una medaglia ai Giochi olimpici invernali, Arianna Fontana è la seconda atleta italiana più medagliata di sempre ai Giochi Olimpici Invernali.

SANITA' IN VENETO, RIPARTITI I FONDI 2019-2020 PER ULLSS, AZIENDE OSPEDALIERE E IOV

“La Commissione del Consiglio Regionale ha fatto un ottimo lavoro. Già oggi i manager della sanità sanno su quanto possono ufficialmente contare per la gestione dei servizi sociosanitari e il raggiungimento degli obiettivi della programmazione 2019-2020. E’stato dato un bel esempio di efficienza della macchina istituzionale, perché in poco più di un mese la proposta di riparto delle risorse elaborata dalla Giunta ha avuto il via libera del Consiglio”.

Con questa parole, l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin commenta, “con soddisfazione e l’impegno a gestire al meglio ogni euro”, l’approvazione, avvenuta oggi da parte della Quinta Commissione del Consiglio regionale, della proposta della Giunta di assegnazione alle Ullss, alle Aziende Ospedaliere e allo IOV dei fondi per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza per il 2019 e il 2020, pari a 16 miliardi 410 milioni circa, dei quali circa 8 miliardi 200 milioni nel 2019 e circa 8 miliardi 209 milioni nel 2020.

“Abbiamo fatto presto e bene in Regione – dice la Lanzarin – ma abbiamo anche fatto presto come Regioni raggiungendo già l’accordo sul riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2019, che ci assegna 95,5 milioni in più del 2018. Un tesoretto che, come già scritto, utilizzeremo al meglio, per sostenere gli investimenti e/o il riequilibrio finanziario ove risultasse necessario”.

“Nessun manager di nessuna azienda – sottolinea Lanzarin – avrebbe potuto programmare per bene senza sapere di quanto poteva disporre finanziariamente e, anche in questo caso, ci siamo comportati di conseguenza, e abbiamo messo a disposizione dei nostri direttori generali un quadro chiaro delle risorse per il prossimo biennio a inizio 2019”.

“Abbiamo anche riservato particolare attenzione – aggiunge la Lanzarin – a tutto il nostro personale, inserendo il necessario per coprire tutti gli aumenti contrattuali sia del triennio precedente che del 2019-2020. Un bel segnale a lavoratori che se lo meritano e contribuiscono ogni giorno all’eccellenza della nostra sanità. Inoltre, fatto significativo, in questo modo le Aziende non dovranno preoccuparsi di fare economie per trovare le risorse da dedicare al personale, rivolgendole invece agli investimenti, come le nuove tecnologie e i farmaci innovativi”.


Queste sono le assegnazioni totali per l’anno 2019: Ulss 1 Dolomiti 392 milioni 430 mila euro; Ulss 2 Marca Trevigiana 1 miliardo 405 milioni 885 mila euro; Ulss 3 Serenissima 1 miliardo 055 milioni 352 mila euro; Ulss 4 Veneto Orientale 371 milioni 453 mila euro; Ulss 5 Polesana 431 milioni 325 mila euro; Ulss 6 Euganea 1 miliardo 498 milioni 706 mila euro; Ulss 7 Pedemontana 589 milioni 644 mila euro; Ulss 8 Berica 792 milioni 631 mila euro; Ulss 9 Scaligera 1 miliardo 481 milioni 874 mila euro; Azienda Ospedaliera di Padova 85 milioni 490 mila euro; Azienda Ospedaliera di Verona 86 milioni 472 mila euro; Istituto Oncologico Veneto 9 milioni 054 mila 772 euro.  
Queste sono le assegnazioni totali per l’anno 2020: Ulss 1 Dolomiti 393 milioni 001 euro; Ulss 2 Marca Trevigiana 1 miliardo 407 milioni 406 mila euro; Ulss 3 Serenissima 1 miliardo 056 milioni 507 mila euro; Ulss 4 Veneto Orientale 371 milioni 844 mila euro; Ulss 5 Polesana 431 milioni 854 mila euro; Ulss 6 Euganea 1 miliardo 499 milioni 956 mila euro; Ulss 7 Pedemontana 590 milioni 291 mila euro; Ulss 8 Berica 793 milioni 617 mila euro; Ulss 9 Scaligera 1 miliardo 482 milioni 851 mila euro; Azienda Ospedaliera di Padova 86 milioni 248 mila euro; Azienda Ospedaliera di Verona 87 milioni 276 mila euro; Istituto Oncologico Veneto 9 milioni 140 mila 772 euro.
Nel riparto sono stati inseriti 108 milioni nel biennio per la specificità territoriale, dei quali 32 milioni ciascuna alle Ullss 1 Dolomiti, 3 Serenissima e 5 Polesana; 12 milioni sono andati all’Ulss 7 Pedemontana.

VENETO, LA REGIONE APRE IL BANDO ROTTAMAZIONE STUFE 2019

La Giunta regionale, nell’ambito degli interventi per la riduzione delle emissioni inquinanti, in particolare per le polveri PM10, PM2.5 e Benzo(a)pirene, in coerenza con gli impegni assunti con la sottoscrizione il 9 Giugno 2017 del “Nuovo Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano” ed in linea con quanto previsto dal vigente Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, con deliberazione n. 126 del 12 febbraio 2019 ha approvato un bando rivolto ai privati cittadini per la sostituzione di generatori di calore domestici, alimentati a biomassa (legna, pellet), con apparecchi a a basse emissioni ed alta efficienza, con classificazione del generatore almeno 4 stelle (ai sensi dl D.M. n. 186/2017) ed impiego di combustibile specificato nel bando allegato alla deliberazione.
Il bando prevede la concessione di contributi fino a 1.600 euro per la Misura A, ovvero per la sostituzione del preesistente generatore a biomassa con l'acquisto di stufe, termostufe, inserti, cucine e termocucine a pellet (UNI EN 14785), stufe e termostufe a legna (UNI EN 13240), cucine e termo cucine a legna (UNI EN 12815), inserti a legna (UNI EN 13229), stufe ad accumulo alimentate a biomassa legnosa (UNI EN 15250).
Lo stesso bando concede contributi fino a 5.000 euro (Misura B) per la rottamazione del vecchio generatore e l’acquisto di caldaie, di potenza al focolare inferiore o uguale a 35 kW (UNI EN 303-5:2012).


La scadenza per la trasmissione delle istanze di contributo è il 30 aprile 2019.


Leggi con attenzione il bando per appurare se sei in possesso dei requisiti per accedere al contributo, gli uffici rimangono comunque a disposizione per risolvere eventuali dubbi dal lunedì al venerdì dalle 10:30 alle 12:00. 


BANDO SCARICABILE SU: http://www.regione.veneto.it/c/document_library/get_file?uuid=6dfd6b7f-1b53-4776-8580-4277c7536a49&groupId=10709

TABELLA PUNTEGGI RELATIVI AI COMUNI DI INSTALLAZIONE:
http://www.regione.veneto.it/c/document_library/get_file?uuid=bf71b338-ae04-4a13-a070-51ffb7672340&groupId=10709

domenica 17 febbraio 2019

DIVAMPA IL CARNEVALE, IERI SERA VARCHI CHIUSI A CANNAREGIO. OGGI REPLICA LA FESTA SULL'ACQUA

Con la festa in rio di Cannaregio sono iniziati ieri ufficialmente gli eventi per il rush finale di Carnevale. Migliaia di persone hanno assiepato la fondamenta in attesa del passaggio degli effetti luminosi, tanto che è stato necessario chiudere i varchi ale 18.15. Oggi replica, con assalto alla città fin dalle prime ore e problemi legati alla pulizia delle calli.

giovedì 14 febbraio 2019

GRANDI NAVI, NUOVO DIETROFRONT DI TONINELLI: OK ALLE SOLUZIONI FUORI LAGUNA, RIEMERGE IL PROGETTO DUFERCO

Grandi navi, storia infinita. L'ultimo passaggio in ordine di tempo è stato ieri al Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, dove si è tenuto un tavolo con le aziende crocieristiche, alle quali il ministro Toninelli ha ventilato la possibilità di allontanare il traffico dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca, quindi dalla laguna. Se nel novembre 2017 il "Comitatone" ha valutato positivamente l'approdo alla zona industriale di porto Marghera, ora emerge l'ipotesi offshore al largo delle bocche del Lido, avanzata da Duferco e dall'ex vicesindaco Cesare de Piccoli. Fra le altre, la deviazione dello scalo a San Leonardo (Eni), alle bocche di Malamocco e anche all'isola Saloni di Chioggia, già terminal per le piccole navi da crociera mai decollato effettivamente del tutto.

mercoledì 13 febbraio 2019

IL PORTO DI VENEZIA SI ACCORDA CON QUELLO DEL PIREO, IN MANO CINESE, PER RISPONDERE ALLO SVILUPPO DI RAVENNA E TRIESTE

I porti di Venezia, Ravenna e Trieste cercano nuove vie al commercio nell’Adriatico, e le stanno trovando nei capitali cinesi. Ieri infatti è stato firmato ad Atene un protocollo d’intesa finalizzato a moltiplicare i traffici tra lo scalo lagunare e quello del Pireo, controllato dalla holding asiatica Cosco, mentre i dirigenti di Ravenna hanno già stabilito legami con la China Merchants Group, ospitandone la sede europea dopo un incontro del sindaco De Pascale a Hong Kong, verso il progetto di hub portuale che verrà sostenuto da fondi con gli occhi a mandorla. E anche Trieste ha già compiuto passi in quella direzione.
Lo riporta Il Foglio, quotidiano diretto da Claudio Cerasa, nell’articolo odierno a firma di Giulia Pompili: il presidente dell’Autorità Portuale di Sistema per l’Adriatico settentrionale, Pino Musolino, ha ricordato come sia «preferibile mettere le società pubbliche in condizione di lavorare meglio, anziché procedere a privatizzazioni dei porti attraverso società per azioni messe sul mercato, dal momento che in tal caso le imprese cinesi farebbero un lauto pasto». La preferenza esplicitata da Musolino va tuttavia all’alveo euro-atlantico, ed essendo ai vertici amministrativi anche del Porto di Chioggia è naturale che valuti con interesse all’ipotesi di terminal intermodale d’altura VGate che, previa valutazione d’impatto ambientale, potrebbe essere installata al largo di Isolaverde per evitare il collasso del trasporto di container entro la laguna, fortemente limitato dal regolamento del Mose.

lunedì 11 febbraio 2019

MESTRE, CENTO INTERVENTI CON LA IORT ALL'ANGELO PER SCONFIGGERE I TUMORI AL SENO

Cento interventi con la IORT, la “radioterapia intraoperatoria”, all’Ospedale dell’Angelo: “Acquistata dalla nostra Ulss 3 Serenissima nel 2015 – evidenzia il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – questa strumentazione di eccellenza per la terapia del tumore al seno viene utilizzata con sempre maggiore frequenza. Dai venti interventi annui del 2016 e del 2017 siamo passati ai 34 interventi dello scorso anno, e ora ci prepariamo al centesimo utilizzo: quest’anno sono in media una alla settimana le donne che, operate al seno, vengono contemporaneamente trattate anche con la IORT, e non devono poi sottoporsi al lungo e faticoso ciclo di radioterapia postoperatoria”.

“Utilizzare la ‘radioterapia intraoperatoria’ significa in sostanza – spiega il Primario di Radioterapia Oncologica Imad Abu Rumeileh – concentrare nel tempo dell’intervento anche il trattamento radioterapico: non appena il chirurgo ha rimosso il tumore, infatti, il cono della IORT dirige nella sede dell’intervento la dose di radioterapia necessaria a ‘bonificare’ la mammella operata. Il trattamento con la IORT dura dai venti ai quaranta minuti, dopo i quali il chirurgo procede a richiudere la parte operata”. In altre parole, il letto tumorale viene “sterilizzato” prima del termine dell’intervento chirurgico con un’irradiazione diretta in loco; e questa particolare irradiazione sostituisce la radioterapia convenzionale post-operatoria che normalmente si pratica sull’intera ghiandola mammaria, attraverso un ciclo di sedute che si protrae normalmente per 4-5 settimane.

“La IORT ci impone – aggiunge il direttore della Breast Unit, Guido Papaccio – la massima sinergia tra specialisti nella programmazione dell’intervento: per praticare la radioterapia intraoperatoria il chirurgo è infatti affiancato dal radiologo, dal radioterapista oncologo, dal fisico medico e dai tecnici di radiologia medica, oltre ovviamente dagli anestesisti: tutti questi operatori, ognuno per le proprie competenze specifiche, assicurano la qualità del trattamento”.
Partecipa ad ogni intervento praticato con la IORT anche lo specialista anatomopatologo: “Il tumore asportato dal chirurgo – spiegano gli specialisti dell’Ulss 3 – viene inviato immediatamente alla nostra Anatomia Patologica; viene analizzato in tempo reale, e il via definitivo all’utilizzo della IORT sulla mammella aperta è dato proprio dopo dall’anatomopatologo dopo l’analisi del tumore stesso”.

La IORT quindi, insieme alla chirurgia oncoplastica e ricostruttiva, è uno dei punti di forza del lavoro della Breast Unit dell’Ulss 3, che si offre come centro di eccellenza per il trattamento della patologia mammaria: tali risultati sono possibili  solo grazie alla collaborazione dei diversi specialisti degli Ospedali di Chioggia, Dolo, Mirano e Venezia: tutte le strutture fanno parte del Gruppo Oncologico Multidisciplinare Provinciale, in cui vengono discussi settimanalmente i diversi casi clinici, nello specifico anche quelli delle pazienti candidabili a IORT, garantendo la correttezza dei casi eleggibili e programmandone il trattamento presso il centro HUB (Ospedale dell’Angelo).
Entro il mese di febbraio si realizzerà all’Ospedale dell’Angelo il 100.mo intervento chirurgico con l’utilizzo della IORT; saranno quindi cento le donne che ne avranno ottenuto i vantaggi, dopo essere state giudicate idonee al trattamento secondo il protocollo scientifico internazionale che fa capo all’University College di Londra e che ne valuta l’appropriatezza.

La IORT – “radioterapia intraoperatoria” – consiste nell’inserimento nella cavità chirurgica, subito dopo l’asportazione del tumore, di un applicatore contenente la sorgente di raggi X. Attorno all’applicatore il chirurgo avvolge il tessuto mammario peritumorale, che verrà così adeguatamente e omogeneamente irradiato per un tempo medio di circa 30 minuti. Al termine del trattamento, l’applicatore e la fonte di energia vengono rimossi ed il chirurgo procede alla sutura della breccia operatoria”.
La IORT, intesa come strumentazione, è in sostanza una sorgente miniaturizzata di raggi X, paragonabile ad un acceleratore lineare in miniatura, portata al tavolo operatorio da un braccio robotizzato. “La radiazione viene prodotta dalla sorgente miniaturizzata, ed è emessa sfericamente – spiega la dottoressa Sonia Reccanello, Primario di Fisica Medica dell’Angelo – dalla punta di una sonda ad ago, del diametro circa tre millimetri; speciali applicatori di forma sferica, di dimensioni adeguate rispetto a quelle del tumore asportato, vengono posti sulla punta irradiante, cosicché il tessuto peritumorale possa essere avvolto attorno alla sorgente. Questo garantisce una distribuzione uniforme della radiazione sull’intera cavità chirurgica”.

Nei trattamenti radioterapici è molto importante “conformare” la radiazione ai tessuti malati, e questa operazione richiede lunghi studi personalizzati su ciascun paziente con sorgenti esterne di radiazioni; con la IORT abbiamo invece la conformazione del tessuto stesso alla radiazione, e questo consente di irradiare dall’interno e uniformemente tutti i punti della cavità chirurgica.

I vantaggi della radioterapia intraoperatoria sono importanti:
- la donna operata di tumore che risulta idonea riceve, con la IORT, un’unica dose di radioterapia, contemporanea all’atto chirurgico. La strumentazione permette di irradiare con precisione la cavità da cui è stato asportato il tumore;
- dopo l’intervento, non è più necessario che la donna operata ritorni al Reparto di Radioterapia, per i numerosi trattamenti previsti dalla radioterapia tradizionale (circa 20/25 sedute).

Il trattamento con la IORT è considerato appropriato per donne che rispondano a determinate caratteristiche, stabilite da un protocollo scientifico internazionale; per queste donne la ‘radioterapia intraoperatoria’ è un’indubbia opportunità: l’unica seduta radiante effettuata durante l’intervento, infatti, permette una miglior gestione della paziente, riducendone inoltre lo stress psicofisico.

sabato 2 febbraio 2019

LA PINNA NOBILIS DELLE MERLETTAIE DI CHIOGGIA VINCE IL PRIMO PREMIO AL CONCORSO NAZIONALE "UN MERLETTO PER VENEZIA"

Ancora un prestigioso riconoscimento per la rinnovata scuola chioggiotta del merletto. L'opera intitolata "Colori e sfumature della laguna veneta" ha infatti vinto nella sezione fuselli moderno il 5° concorso nazionale "Un merletto per Venezia", organizzato dalla Fondazione Musei Civici: il lavoro è stato eseguito dalle donne associate nel Merletto di Chioggia, utilizzando fili di lino, cotone, seta, canapa e viscosa.
Rappresenta una pinna nobilis, bivalve adriatico dai cui filamenti veniva ricavato il cosiddetto "bisso", capace di confezionare tessuti preziosi. Il manufatto è visitabile al Museo del Merletto di Burano per tutto il 2019, assieme ai vincitori negli altri stili ad ago e a fuselli.