giovedì 21 gennaio 2021

OPERE D’ARTE E ARTIGIANATO LOCALE PER RIPOPOLARE VETRINE VUOTE: L'INIZIATIVA "OFF ON" DI VENESSIA.COM PUÒ DILAGARE IN LAGUNA

Fondi sfitti ma saracinesche alzate. La morsa della crisi colpisce Venezia con particolare durezza, ma grazie a un’iniziativa di Gualtiero dall’Osto, Giovanni Pulze e Danilo Reato, rilanciata dall’associazione Venessia.com, la desertificazione delle botteghe veneziane può cominciare ad essere contrastata attraverso l’arma della bellezza. Si chiama “OFF ON - Presenze Assenze” ed è un appello simultaneo ad artisti, artigiani e proprietari di fondi chiusi a Venezia per «rigenerare le calli in una grande galleria d'arte urbana contemporanea».
Saranno proprio le vetrine vuote a dare un segnale positivo ospitando opere d’arte e divenendo, secondo quanto recita il manifesto del progetto «luoghi di stimolo, di domande e anche di provocazione verso le troppe coscienze anestetizzate di questo tempo». L’iniziativa è cominciata dall’anagrafico 2799 di San Polo, in calle dei Nomboli, dove Michela Camuffo e Germana Tiozzo hanno messo a disposizione la loro vetrina sfitta per le opere di Dall’Osto e Pulze, maschere come «urli silenziosi» e dipinti di «angeli isolati che passeggiano e si interrogano sul destino di questa Venezia così vuota».
Commenta uno degli artisti finora coinvolti, Gualtiero dall'Osto: «È per tenere alta l’attenzione attorno a questi preoccupanti problemi che pensiamo valga la pena tenere una vetrina piena di opere d’arte, piuttosto che vederle desolatamente vuote». Un’operazione non commerciale che «parte dall’interno, da chi Venezia la vive e in qualche maniera cerca faticosamente di lavorare» e che si svolgerà a luci spente, nel silenzio stridente di una città in difficoltà che va ripensata, magari ripartendo proprio dall’artigianato, dall’arte e dalla bellezza.
Da Venessia.com segnalano già una nutrita adesione all’iniziativa che, di fatto, potrebbe essere replicata anche in altre città. Nel frattempo ci si augura che un po’ di questa bellezza, e dello spirito che l’ha animata, possa rimanere nelle calli veneziane anche quando, si spera presto, la crisi sarà passata e il profumo dei facili guadagni, quasi mai corrispondenti a qualità e tradizione, tornerà ad aleggiare in laguna. E anche a Chioggia, per esempio lungo la fondamenta adiacente al canal Vena e in corso del Popolo, una soluzione del genere potrebbe essere applicata alle vetrine desolatamente sfitte.

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