Una protesta annunciata, ma alla quale hanno aderito pochissimi ristoratori. Sono stati solo due i locali veneziani che ieri sera, nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria in corso, hanno tenuto le serrande alzate nel quadro dell'evento nazionale "Io apro": si tratta del Bacaro Quebrado in calle Larga dei Bari e del Baccarretto Siciliano nei pressi di campo Santa Maria Mater Domini, entrambi nel sestiere di Santa Croce.
Le aperture, programmate per manifestare contro i decreti governativi che regolano le chiusure di bar e ristoranti e sottolineare lo stato di crisi del settore, erano state scoraggiate sia dalle organizzazioni di categoria che dalla Prefettura, e infatti sono state pochissime. La protesta, in tutta Italia, è stata coordinata dallo studio legale Nannelli di Firenze che ha promosso la manifestazione #IoApro1501, promettendo assistenza legale gratuita a tutti gli imprenditori della ristorazione aderenti, in caso di sanzioni.
Mentre al Baccarretto un pool di avvocati ed esperti si è riunito in una cena-dibattito con live streaming su Zoom, mantenendo poca distanza tra le persone e pochissime mascherine indossate, il Bacaro Quebrado ha allestito il consueto plateatico -di fatto offrendo regolare servizio- cercando di rispettare i protocolli sanitari, almeno finché i clienti non sono stati troppi.
«I bonus offerti dal governo non bastano - commenta Emanuele Ballarin, titolare del bacaro - ho 6 dipendenti in cassa integrazione che stanno ancora aspettando l'erogazione di novembre. Non mi spaventa prendere una multa, mi spaventa di più non avere da dare mangiare a mia figlia nata due giorni fa. Apro oggi, apro domani e se prenderò una multa ci penseranno gli avvocati».
Ma, almeno a Venezia, le multe non sono arrivate. L’intervento della Polizia, giunta al Quebrado alle 19.15 (quasi due ore dopo l’apertura, quando ormai diverse decine di persone si erano avvicendate ai tavoli, non senza assembramenti), è stato nel segno della tolleranza: gli agenti della Digos si sono limitati a concordare con Ballarin la chiusura del locale senza elevare alcuna multa né al ristoratore né agli avventori.
Eterogenea la folla di clienti intervenuti per manifestare e sostenere Ballarin e il Bacaro Quebrado, tra habitué della zona, qualche personaggio in cerca di visibilità vista la nutrita schiera di giornalisti presenti, alcuni "complottisti" e sparuti colleghi ristoratori. Una folla che però, a detta dello stesso titolare del locale, «ha finito per comportarsi male» creando situazioni di pericolo. Un’evidenza che ha finito per ritorcersi contro gli obiettivi della protesta e la sua stessa prosecuzione.
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