Nel corso dell'usuale conferenza stampa della settimana, il direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima ha messo in guardia coloro che sono in isolamento domiciliare, in seguito a positività da Coronavirus, a non uscire di casa. «Non fate i fenomeni - ha detto Giuseppe dal Ben - anche se siete asintomatici. Metto le mani avanti, non so se siano già accaduti fatti del genere. È un appello a rispettare l'isolamento, a non andare in giro né a ricevere persone». A oggi sono oltre 12mila le persone in stato di isolamento, per un età media di 49 anni mentre a marzo era di 61.
Ma si è parlato soprattutto di vaccinazioni: la copertura a oggi ha raggiunto le mille unità effettuate, secondo un programma che fino al 13 gennaio servirà dapprima gli operatori sanitari pubblici e privati, i medici, gli infermieri, le case di riposo e i loro ospiti. Nell'ULSS Serenissima, a differenza di altre realtà, la somministrazione prosegue in maniera parallela tra tutti gli ospedali, senza prime scelte.
Le dosi ricevute in consegna da Pfizer BioNTech sono finora 5000, altre 4000 dosi arriveranno lunedì 4 gennaio e saranno poi fornite ogni settimana, mentre i richiami ai già vaccinati partiranno il 18 del mese. Dopo la prima classe, saranno chiamati i lavoratori dei servizi pubblici essenziali, come le forze dell'ordine, che saranno vaccinate quanto più possibile in prossimità del luogo di lavoro. Quindi il resto della popolazione, per la quale verranno creati o utilizzati opportuni centri vaccinali, uno ogni 50mila abitanti.
Dal Ben stamane ha fornito molte cifre relative a un anno di grande impegno e difficoltà per l'insorgere del contagio: 30mila i positivi da fine febbraio, 943 i decessi, 14mila le persone negativizzate e quindi guarite nel territorio dell'ULSS 3. La scoperta delle positività continua a ritmi incessanti: oltre 500 casi al giorno nell'ultima settimana, con un picco di 574 il 31 dicembre, dovuto alle uscite della settimana precedente: «Vedremo a breve se c'è stato l'effetto delle restrizioni di fine anno», ha continuato il direttore.
A oggi, negli ospedali dell'ULSS veneziana sono positive circa 8900 persone e 436 di esse sono ricoverate: 382 nei reparti, 54 in terapia intensiva su 96 posti attivati. Nel quadro veneto, l'area metropolitana di Venezia si situa a metà, con 142 positivi ogni 10mila abitanti, a fronte di una media di 190. Tra i ricoveri, 85 sono a Mestre, 69 a Venezia, 141 nel Covid-hospital di Dolo, 67 a Villa Salus e 32 a Chioggia, con 27 pazienti in reparto e 5 in terapia intensiva: i dati parlano di un minimo calo, ma non sono ancora stabili.
Sono pertanto ancora 19 i posti liberi nelle terapie intensive degli ospedali, senza contare la possibilità di attivarne altre 18 se la situazione dovesse aggravarsi. «Il 7% dei nuovi positivi è costretto al ricovero - spiega Dal Ben - con una media di 28 persone al giorno ricevute dagli ospedali nel mese di dicembre, ovviamente compensate dalle dimissioni». I vertici della sanità veneziana hanno anche fornito il dato dei ricoveri nel 2020: sono quasi 56mila in tutto, il 16% in meno rispetto al 2019. L'ospedale di Chioggia ne ha accolto 6mila.
Poco meno del 5% (2751) quelli per Covid. A dicembre il massimo, con 813 pazienti Covid ricoverati, pari al 21%. La diminuzione ha attraversato anche l'attività dei reparti di Pronto Soccorso, con un calo del 33%, e quella chirurgica, -20%. Appena inferiore la cifra delle nascite, 4900 circa, con l'ospedale di Chioggia in controtendenza (+2.9%, da 510 a 525). Idem per gli ambulatori, che hanno eseguito nel 2020 un milione e 700mila prestazioni contro 2 milioni e 100mila del 2019.
Se c'è un argomento che infonde ottimismo, riguarda le case di riposo: «La situazione è andata via via migliorando - ha detto il direttore Dal Ben - poiché dal picco di 494 ospiti positivi lo scorso 12 dicembre siamo passati a 298. Mentre per gli operatori la curva è meno ripida, se il 13 dicembre vi erano 248 positivi e oggi sono 196». Nel lavoro, sono a oggi 51 i dipendenti positivi di 44 aziende, quindi più nessun cluster o focolaio dopo che era rientrato quello dei bengalesi alla Fincantieri di Marghera.
Nelle scuole invece oggi sono 30 le classi interessate da casi di positività (1187 in tutto l'anno scolastico), con 37 soggetti contagiati fra allievi e docenti (1431 da settembre). Sono soprattutto le scuole primarie a tirare il gruppo, ma l'epidemia si era diffusa in tutti i gradi di età. Nei confronti di scolari e studenti, insegnanti e personale ATA l'ULSS 3 Serenissima ha praticato fin qui ben 23mila tamponi nelle classi, a partire in concomitanza con l'avvio dell'anno scolastico.
A proposito di tamponi, quelli molecolari effettuati finora sono 363mila ai quali si assommano 187mila test rapidi, per un totale di 550mila tamponi effettuati. I positivi riscontrati da questi test sono ora in media il 9%, in tutto il periodo si assestano al 7.8%. L'ULSS 3 ha intenzione di continuare a processare almeno 30mila tamponi ogni settimana. Dal Ben ha rinnovato l'invito a vaccinarsi: «È l’arma che consente di passare dalla difesa all’attacco contro il virus. Vogliamo essere ricordati come quelli che vincono la battaglia, grazie all’arma della scienza».
Un particolare encomio, infine, il direttore Dal Ben ha rivolto ai 63 giovani professionisti impegnati nelle 12 USCA, le unità sanitarie di continuità assistenziale che a dicembre hanno seguito a domicilio 2152 malati di Covid: «Una delle scoperte e realtà più belle osservate in questi mesi, uomini e donne appena sbocciati alla professione. Sono generosi e disponibili, flessibili nell'eseguire tamponi e nelle visite a domicilio, quello che rimane il loro ruolo in primis, affiancando i medici di medicina generale nelle cure casalinghe di chi presenta sintomi».
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