giovedì 31 dicembre 2015

CAPODANNO SFORTUNATO PER I MOTOSCAFI ACTV: UN INCAGLIO E UN INCIDENTE

Il motoscafo ACTV della linea tre che collega Murano con Piazzale Roma con un numero limitato di passeggeri si è incagliato giovedì pomeriggio ( ed è tutt’ora in “ secca “ ) in uscita del canale di Tessera. Il comandate ha richiesto aiuto per il disincaglio. L’incidente è dovuto sicuramente sia alla scarsa visibilità delle mede, è da molti mesi che comandanti e sindacati segnalano la mancata illuminazione di alcuni pali di segnalazione ma anche per le eccezionali basse maree che si succedono in questi giorni e in particolare il canale di Tessera non è particolarmente profondo. C’è stato anche un altro incidente avvenuto nelle prime ore del pomeriggio, un motoscafo actv è andato a collidere con un gruppo di pali situati presso al Madonna della Salute. Ci segnalano più di qualche ferito, alcune testimonianze riportano di un andirivieni di ambulanze, il natante è stato posto sequestro dalla guardia costiera.

mercoledì 30 dicembre 2015

NOMINATI DA ZAIA I NUOVI MANAGERS DELLA SANITA’ VENETA, A CHIOGGIA CONFERMATO DAL BEN

Parte da 11 nomi di altrettanti managers nominati oggi dal Presidente della Regione Luca Zaia il nuovo cammino di riforma della sanità veneta. Gli 11 nuovi Direttori Generali (9 di Ullss, più il Dg dell’Azienda Ospedaliera di Padova e quello dell’Istituto Oncologico Veneto), ai quali si aggiunge Francesco Cobello, che ha appena iniziato il suo mandato all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, vanno a sostituire i 24 precedenti, realizzando così l’annunciato accorpamento in molte parti del territorio. Ecco l’elenco: Ulss 1 di Belluno – Adriano Rasi Caldogno (ex Dg dell’Ulss 2 di Feltre), anche commissario dell’Ulss 2 di Feltre. Ullss 3 di Bassano – Giorgio Roberti (ex Dg Ulss 9 Treviso), anche commissario dell’Ulss 4 Alto Vicentino. Ulss 6 Vicenza – Giovanni Pavesi (ex Dg Ulss 17 Monselice), anche commissario dell’Ulss 5 Ovest Vicentino Ulss 9 di Treviso – Francesco Benazzi (ex Dg dell’Ulss 15 di Cittadella), anche commissario dell’Ulss 7 di Pieve di Soligo e dell’Ulss 8 di Montebelluna. Ulss 10 Veneto Orientale (unica mantenuta nella strutturazione precedente) – Carlo Bramezza (confermato). Ulss 12 Veneziana – Giuseppe Dal Ben (confermato), anche commissario delle Ullss 13 di Mirano e 14 di Chioggia. Giuseppe Dal Ben Ulss 16 di Padova – Claudio Dario (Ex Dg A.O. di Padova), anche commissario delle Ullss 15 di Cittadella e 17 di Monselice. Ulss 18 di Rovigo – Antonio Compostella (ex dg Ulss 2 di Feltre), anche commissario dell’Ulss 19 di Adria. Ulss 20 di Verona – Pietro Girardi (ex dg Ulss 19 di Adria), anche commissario delle Ullss 21 di Legnago e 22 di Bussolengo. Azienda Ospedaliera di Padova – Luciano Flor (Nuovo, commissario) Istituto Oncologico Veneto IOV – Patrizia Simionato (nuova) L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, diretta da Francesco Cobello, non era interessata da questa tornata di nomine. Anche nelle Ullss che non hanno più un direttore generale, ma un commissario, rimangono le figure del direttore sanitario, del sociale e amministrativo, che verranno nominati dai nuovi direttori generali “di area”. I nuovi managers sono stati nominati con un contratto di 3 anni prolungabile a 5 dopo una verifica del primo triennio di lavoro. Percepiranno 123 mila euro lordi, lo stesso ingaggio di prima. Il commissariamento invece, nelle Ullss nelle quali è stato deciso, avrà inizialmente la durata di un anno, per consentire al Consiglio regionale di terminare la discussione sul tema del riordino territoriale e dell’Azienda Zero.

martedì 29 dicembre 2015

RIFORNIVA DI DROGA I RAGAZZINI: ARRESTATO SPACCIATORE MIRESE E DENUNCIATA LA COMPAGNA.

I CARABINIERI DELLA TENENZA DI DOLO (VE), A CONCLUSIONE DI UNA COMPLESSA ATTIVITA’ D’INDAGINE, HANNO PROCEDUTO ALL’ARRESTO DI PAGANO LUCA, VENTICINQUENNE, RESIDENTE A MIRA, PREGIUDICATO PER REATI CONNESSI AGLI STUPEFACENTI, E ALLA DENUNCIA IN STATO DI LIBERTA’ DELLA SUA COMPAGNA VENTOTTENNE R.S.. PROSEGUE INFATTI INCESSANTE L’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA DA PARTE DEI MILITARI DOLESI DI CONTRASTO ALLA DIFFUSIONE DELLA DROGA NELL’AMBITO DI LUOGHI DI AGGREGAZIONE GIOVANILE E PUNTI DI RITROVO DI RAGAZZI PER LO PIU’ ADOLESCENTI. LE INDAGINI DEI CARABINIERI HANNO AVUTO INIZIO DALL’INVOCAZIONE DI AIUTO DA PARTE DI ALCUNI GENITORI CHE ERANO VENUTI A CONOSCENZA DELL’UTILIZZO, DA PARTE DEI PROPRI FIGLI, DI SOSTANZA STUPEFACENTE. IN PREDA ALLA DISPERAZIONE, SI PRESENTAVANO PRESSO LA TENENZA DI DOLO (VE), CHIEDENDO AI MILITARI AIUTO AL FINE DI NEUTRALIZZARE CHI SPACCIAVA LA DROGA AI FIGLI. INIZIAVA COSI’ DA PARTE DEI CARABINIERI UN PERSISTENTE MONITORAGGIO DI LOCALI E DI PARCHI PUBBLICI UBICATI NELL’AMBITO DEI COMUNI RIVIERASCHI, FREQUENTATI DA GIOVANISSIMI RAGAZZI. IN PARTICOLARE, ALL’ESITO DEI SERVIZI, E’ EMERSA L’IDENTIFICAZIONE DEL PAGANO CHE CURAVA IL RIFORNIMENTO COSTANTE DI MARIJUANA E HASHISH NEI CONFRONTI DI ADOLESCENTI E COETANEI. VENIVA TRA L’ALTRO ACCERTATO CHE IL PUSHER VENDEVA LA SOSTANZA AI SUOI CLIENTI AL PREZZO DI 10,00 EURO AL GRAMMO, RIUSCENDO A METTERE A DISPOSIZIONE DEI SUOI ACQUIRENTI ANCHE COSPICUI QUANTITATIVI DI DROGA. A QUEL PUNTO, LE INDAGINI SI SONO RIVOLTE ALL’IDENTIFICAZIONE DI UN INGENTE NUMERO DI ADOLESCENTI, I QUALI SONO RISULTATI AVER ACQUISTATO IN SVIARIATE OCCASIONI LO STUPEFACENTE DALL’INDAGATO. SECONDO LE RISULTANZE DELLE INVESTIGAZIONI, INFATTI, LO SPACCIO DI DROGA AVEVA AVUTO INIZIO GIA’ DA UN ANNO E MEZZO E SI SVOLGEVA COSTANTEMENTE ALL’INTERNO ED IN PROSSIMITA’ DI CENTRI DI RITROVO E AGGREGAZIONE GIOVANILE. SCATTATO IL BLITZ PRESSO IL PROPRIO DOMICILIO, VENIVA RINVENUTO TUTTO L’OCCORRENTE PER IL CONFEZIONAMENTO DELLE DOSI, CIRCA 100,00 GR. DI HASHISH E IL DENARO CONTANTE PROVENTO DELL’ATTIVITA’, BEN OCCULTATI ALL’INTERNO DELLA PROPRIA CAMERA DA LETTO. PERTANTO, IL GIOVANE INDAGATO VENIVA TRATTO IN ARRESTO E ASSOCIATO PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE DI VENEZIA SANTA MARIA MAGGIORE MENTRE LA COMPAGNA VENIVA DENUNCIATA IN STATO DI LIBERTA’ PER FAVOREGGIAMENTO, IN QUANTO ERA PROPRIO LEI A FINANZIARE IL PAGANO PER ACQUISTARE LO STUPEFACENTE DA SPACCIARE. IL PAGANO PERO’, NON CONTENTO DEL BREVE SOGGIORNO DIETRO LE SBARRE (3 GIORNI), DOPO ESSERE STATO “GRAZIATO” CON LA MISURA DELL’OBBLIGO DI PRESENTAZIONE QUOTIDIANA PRESSO I CARABINIERI DI MIRA E DELL’OBBLIGO DI DIMORA NEL COMUNE DI MIRA, CON SFRONTATEZZA E NON CURANZA, PENSAVA BENE DI RITORNARE DOPO LA SUA SCARCERAZIONE A DOLO PER MINACCIARE DI MORTE CHI AVEVA PERMESSO IL SUO ARRESTO. IL TENENTE FAVERO, DOPO AVER RICEVUTO LA TELEFONATA DA PARTE DI UN GENITORE NEL PANICO PER QUANTO STAVA ACCADENDO, SI METTEVA, IN ABITI BORGHESI E LIBERO DAL SERVIZIO, IMMEDIATAMENTE SULLE TRACCE DEL PAGANO PRIMA CHE POTESSE COMPIERE ALTRI CRIMINI. RINTRACCIATO IN PIENO CENTRO A DOLO, IL PAGANO VENIVA BLOCCATO E DENUNCIATO PER MINACCE AGGRAVATE. GRAZIE ALLA SUA ENNESIMA AZIONE DELITTUOSA, IL G.I.P. PROVVEDEVA IMMEDIATAMENTE AD AGGRAVARE LE MISURE NEI SUOI CONFRONTI DISPONENDO GLI ARRESTI DOMICILIARI. QUESTA DESCRITTA ATTIVITA’, SVOLTA DAI CARABINIERI DI DOLO (VE), SI INQUADRA NEL PIU’ AMPIO CONTESTO DELLE INDAGINI TESE A CONTRASTARE LO SPACCIO DI DROGA NELL’AMBITO DELL’AREA DELLA RIVIERA DEL BRENTA E CHE HA REGISTRATO, ANCHE IN EPOCA RECENTE, DIVERSI SEQUESTRI DI STUPEFACENTI DA PARTE DEI MILITARI DOLESI

lunedì 28 dicembre 2015

" ZERO CODE " AL CUP DI DOLO

ULSS 13 INFORMA “Zero Code”: al via il nuovo servizio di prenotazione e ritiro referti dell’Ulss 13 Da domani il cittadino può scegliere, tramite il sito internet dell’Ulss, il giorno e l’ora in cui desidera rivolgersi al Cup di Dolo, senza doversi mettere in coda Mai più code al Cup di Dolo: parte il servizio “Zero Code”. Da domani, martedì 29 dicembre, infatti, il cittadino che vorrà prenotare o pagare una prestazione, oppure anche ritirare un referto, potrà farlo nel giorno e nell’orario da lui scelto, senza fare code allo sportello del Centro Unico di Prenotazione dell’Ospedale di Dolo. E’ un servizio completamente gratuito per il cittadino che parte, intanto, in via sperimentale, solo a Dolo. Nel caso in cui la proposta riscuoterà il successo che l’Ulss 13 spera, il nuovo servizio verrà potenziato (inizialmente, in questa fase di prova, prevede al giorno solamente quaranta prenotazioni) ed esteso anche al Cup di Mirano e Noale. Ma vediamo di cosa si tratta. “Il servizio “Senza Code” – ha dichiarato il responsabile dei Sistemi Informativi della Ulss 13, Silvia Baldan – non è altro che un servizio che il cittadino può attivare da casa connettendosi al sito internet dell’Azienda www.ulss13mirano.ven.it . Sulla pagina del CUP troverà un banner in evidenza che lo inviterà a non fare la coda e prenotare online. Cliccandoci sopra, potrà scegliere quando prenotare o ritirare il referto e potrà virtualmente staccare un biglietto (lo dovrà anche stampare) di prenotazione col quale si presenterà, nel giorno e ora indicati, al Cup di Dolo. La cosa straordinaria è che il cittadino si presenterà e sarà subito il suo turno: il tabellone del Cup “chiamerà” il suo numero”. da sinistra il Cup Manager Stefano Vianello, al centro la resp. Sistemi Informativi Silvia Baldan e, a destra, il Dg Gino Gumirato. Non dovrà, quindi, aspettare in coda”. Le fasce orarie (indicate nel dettaglio all’interno del sito internet) sono circa le seguenti: DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ - Per la prenotazione e pagamento di servizi col Sistema Sanitario Nazionale: dalle 8.15 alle 18.37. - Per il ritiro dei referti: dalle 8.30 alle 18.30. - Per la richiesta delle cartelle cliniche: dalle 9.30 alle 11.15. - Per la libera professione: dalle 9.00 alle 18.30 IL SABATO - Per la prenotazione e pagamento di servizi col Sistema Sanitario Nazionale: dalle 8.15 alle 11.52. - Per il ritiro dei referti: dalle 8.30 alle 11.30. - Per la richiesta delle cartelle cliniche: dalle 9.30 alle 11.15. - Per la libera professione: dalle 8.30 alle 11.30. “Mettere al centro il cittadino – ha evidenziato il direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato – significa anche facilitarlo nell’accesso ai servizi. In questo la tecnologia ci aiuta. Basta alzarsi all’alba per venire in Ospedale e fare la coda. Noi desideriamo che in Ospedale - grazie a questo sistema innovativo che è stato attivato dall’Ufficio dei Sistemi Informativi di questa Azienda, che è stato nuovamente promosso con la certificazione di qualità ISO 9001– il cittadino ci venga solamente quando è il suo turno, cioè quando tocca a lui, senza aspettare in code inutili”.

sabato 26 dicembre 2015

ALTRI 500 MIGRANTI IN ARRIVO PER LA PROVINCIA DI VENEZIA


Sul sito della prefettura di Venezia è stato pubblicato un nuovo bando che ha per oggetto l’individuazione di “ ulteriori strutture “ per l’accoglienza di cittadini stranieri che richiedono la protezione internazionale. “ A seguito del perdurante e massiccio afflusso sulle coste italiane di cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale e in attuazione alle direttive impartite dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, con circolare n.12506 del 23/11/2015, la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Venezia intende avviare una nuova procedura di gara, ai sensi dell’ art. 20 del D. Lgs. 12/4/2006, n. 163 e s.m.i., per l’individuazione di strutture di accoglienza temporanea, con capacità ricettiva di almeno 5 unità, con soggetti operanti sul territorio della provincia di Venezia. “ Il dato significativo che si rileva è l’aumento per la provincia di Venezia degli ospiti dagli attuali 1255 a 1788, praticamente cinquecento persone in più, altra indicazione che arriva dalla prefettura è che ci sarà una ridistribuzione dei profughi che porterebbe ad una diminuzione di immigrati a Cona ed un aumento in altri comuni tra cui Chioggia che è, dopo Venezia, il comune che ne accoglie di più. Le strutture che accolgono i migranti autorizzate dalla prefettura vengono rimborsate mediamente con 33,5 /35 euro al giorno per persona con fondi europei, con questa diaria vengono pagati i pasti, l’alloggio, vestiario, medicine e 2,50 euro al giorno vengono dati direttamente agli ospiti ( pocket money per le spese personali ) ulteriori 15 euro alla prima registrazione per le spese telefoniche e una parte ancora vanno per i servizi burocratici legali, l’assistenza sanitaria e l’assistenza didattica. Nel momento in cui al migrante viene riconosciuto lo status di rifugiato cessa il diritto all’accoglienza che deve iniziare a preoccuparsi per trovare una diversa sistemazione, non essendo così facile trovare lavoro praticamente tutti quelli che escono dai centri di accoglienza non hanno altra possibilità che rivolgersi alla Caritas oppure ai servizi comunali. BANDO della prefettura


A CHIOGGIA UN CONSIGLIERE DEL PD CHIEDE AL COMUNE PIU' SOLDI PER I MIGRANTI

giovedì 24 dicembre 2015

AUMENTA PERICOLOSAMENTE L'USO DEI PSICOFARMACI NEI GIOVANI

(23.12.15) Giovani in ansia, giovani che combattono la tensione e il malessere con i farmaci: a Nordest succede più che altrove, e non è un fenomeno che va sottovalutato. Lo spiega il Servizio Dipendenze (SerD) dell’Ulss 12 Veneziana, che invita i genitori alla massima attenzione. “Le ‘benzodiazepine’ sono farmaci che combattono l’ansia e l’insonnia – spiega il direttore Alessandro Pani – e sono la classe di psicofarmaci più prescritta. Garantiscono rapida efficacia e hanno un numero di effetti collaterali relativamente basso. Però le benzodiazepine possono dare dipendenza fisica e psicologica e possono indurre ‘tolleranza’, cioè bisogno di aumentare la dose per sentirne gli effetti. Se bruscamente sospese, possono inoltre provocare astinenza”. L’uso di psicofarmaci non prescritti sembra essere un fenomeno in crescita nelle fasce di popolazione più giovane. Un’indagine del 2014 del Dipartimento Politiche Antidroga tra gli studenti italiani tra i 15 e i 19 anni conferma un uso preoccupante di tranquillanti e sedativi, senza prescrizione medica e senza indicazione dei genitori. La stessa ricerca dice che questo uso improprio è maggiormente diffuso nel genere femminile: “Il consumo almeno una volta nella vita – dice il dottor Pani – è ammesso dal 4,8% delle studentesse intervistate, contro il 2,9% dei maschi. La frequenza aumenta con il crescere dell’età. Le zone del Nord, ed in particolare il Nord Est, registrano percentuali superiori rispetto al resto dell’Italia”. “Questi psicofarmaci – segnala il Direttore del SerD – sono sostanze di facile accesso, a basso costo. Spesso i ragazzi li trovano all’interno delle proprie case, prescritte ai familiari, oppure li acquistano autonomamente, perché è agevole trovarle anche attraverso Internet, dove è possibile avere informazioni, a volte distorte, su effetti, posologie e rischi, oppure su come associarne l’uso ad altre sostanze”. I giovani li utilizzano con scopi diversi: per ridurre l’ansia, per potenziare l’effetto sedativo di altre sostanze, per automedicazione di un malessere non meglio precisato, per aiutarsi a “non pensare”. Ma c’è anche chi utilizza le benzodiazepine per ridurre o mascherare l’effetto di sostanze eccitanti come l’ecstasy e la cocaina. Non ultima è la ricerca di “effetti paradossi”: alcune di queste sostanze, soprattutto se mescolate all’alcool, portano a disinibizione e aggressività; possono anche condurre a commettere reati, a volte gravi, di cui il giorno successivo non si ha memoria. E’ importante, quindi, che gli adulti guardino con intelligenza in particolare a quegli adolescenti che mostrano di sentirsi soli e che fanno fatica a convivere con lo stress e le ansie della loro età. “E’ fondamentale l’attenzione dei familiari, degli insegnanti e degli adulti di riferimento – commenta il Direttore Generale DELL’Ulss 12 Giuseppe Dal Ben –. Nel lavoro di prevenzione e di attenzione verso i comportamenti a rischio, nessuno è da solo: nelle sedi del SerD dell’Ulss 12 Veneziana è possibile chiedere consulenza o ricevere aiuto. Il nostro personale qualificato e dedicato, nella completa riservatezza, si pone al fianco sia dei giovani, anche minorenni, che dei loro familiari”.

lunedì 21 dicembre 2015

I CALCIATORI DEL VENEZIA FC IN VISITA NATALIZIA IN PEDIATRIA

Ospedale dell’Angelo, i calciatori del Venezia FC in visita natalizia in Pediatria Pacchi regalo e ambitissimi palloni consegnati dai calciatori ai bambini ricoverati: questi i doni del Venezia FC ai bambini della Pediatria dell’Ospedale dell’Angelo, nell’ormai consueta visita prenatalizia al Reparto. La delegazione, guidata dal Direttore Generale Dante Scibilia e composta da cinque calciatori della prima squadra, è stata accolta dal Primario: “E’ un bel gesto, da parte di atleti nel pieno della loro gioventù – ha commentato il dottor Giovanni Battista Pozzan – ricordarsi di ragazzi e bambini meno fortunati, come quelli che accogliamo in Pediatria. Da parte dell’Ulss 12 Veneziana ringrazia di cuore il Venezia FC per questo segno di attenzione che, unito ai tanti che riceviamo, riempie di speranza questi giorni che precedono il Natale”. Graditissima dai bambini ricoverati in Reparto la visita degli atleti Innocenti, Cernuto, Modolo, Acquadro e Luciani. I calciatori del Venezia hanno fatto un passaggio speciale anche nella “scuola in Pediatria”, dove la maestra Maria Pia Vivolo segue i bambini e li aiuta nei compiti e nello studio, perché durante il periodo della degenza i piccoli ospiti della Pediatria non restino indietro nei programmi scolastici. Soddisfazione anche da parte del Direttore Generale del Venezia FC, Dante Scibilia: “Ci fa piacere aver regalato un sorriso a questi bambini che come noi sono parte attiva della nostra città. Momenti come questi fanno crescere chi vi partecipa e fanno capire l'impegno e l'importanza di chi lavora per la comunità”. Ha chiuso la visita lo scambio di auguri – e la consegna delle magliette del Venezia – con lo staff della Pediatria, coronato da una foto tutti insieme.

sabato 19 dicembre 2015

SALVATA RAGAZZA DI 30 ANNI SALVATA DALLA CARDIOLOGIA DI MIRANO

“La Cardiologia di Mirano mi ha fatto il più bel regalo di Natale, curandomi” I ringraziamenti di una ragazza di 30 anni, operata per una rara patologia cardiovascolare congenita Martedì 15 dicembre Alessia Tallon è rinata per la seconda volta. Si è risvegliata nella sala di Emodinamica dell’Ospedale di Mirano, dopo un intervento delicatissimo a cui si è sottoposta per una malattia cardiovascolare congenita molto rara: la coartazione totale dell’aorta. “Quando ho riaperto gli occhi – ha commentato Alessia nella sua camera, all’interno del reparto cardiologico – ho pianto di gioia. Avevo rimandato più volte questo intervento per paura, sapevo che era molto delicato. Ringrazio il dottor Saccà e tutta l’équipe che mi ha operata: per me e la mia famiglia questo è il più bel regalo di Natale che potessi ricevere”. Alessia ha trent’anni ed è nata con questa rara anomalia congenita dell’aorta che non si limitava al solo suo restringimento, ma la occludeva completamente. “L’aorta – ha spiegato il primario facente funzioni di Cardiologia di Mirano, Salvatore Saccà - è l’arteria principale del corpo, dalla quale tutte le altre arterie del corpo derivano. Dopo che lascia il cuore, l’aorta si dirama in altre arterie, ma l’aorta principale continua attraverso il torace, l’addome e rifornisce di sangue la metà inferiore del corpo e le gambe. Nella ragazza che abbiamo operato, l’aorta era chiusa e, per meccanismi compensatori, si erano nel tempo sviluppati dei vasi già esistenti che contribuivano, anche se con fatica, ad alimentare l’aorta chiusa e a portare sangue e ossigeno al resto degli organi. Alessia, però, doveva assolutamente eseguire un intervento perché soffriva di pressione molto alta che col tempo avrebbe provocato importanti e gravi complicazioni per la sua salute”. l'ospedale di Mirano Alessia ha subito un intervento di angioplastica con sedazione locale: in pratica Saccà, coadiuvato dall’anestesista Elisa Canova, i cardiochirurghi di Mestre Alberto Terrini e Vera Renier, più il personale infermieristico, ha perforato con un sondino il diaframma che chiudeva l’arteria, praticando multiple dilatazioni dell’aorta con “palloncini” man mano sempre più grandi fino a dilatarla completamente, fissandola con uno stent. Se l’intervento non fosse andato a buon fine, Alessia avrebbe dovuto successivamente sottoporsi ad un intervento cardiochirurgico “più invasivo”, con una degenza in ospedale più lunga, almeno una decina di giorni e una riabilitazione postchirurgica”. Intanto Alessia sta recuperando in fretta le sue forze e oggi potrà far rientro a casa propria, a San Stino di Livenza. “Interventi come questo della nostra Cardiologia – ha commentato il direttore sanitario dell’Ulss 13 Livio Dalla Barba – che ridanno un sorriso e una speranza alle persone malate, vanno sostenuti e promossi. Un grazie al personale coinvolto in questa operazione, ricordando anche l’importanza della sinergia con i cardiochirurghi mestrini”.

giovedì 17 dicembre 2015

INCIDENTE IN BACINO SAN MARCO : VAPORETTO AFFONDA UN NATANTE CON PERSONE A BORDO

ore 06.35 in bacino s.marco un mezzo Actv di linea 4.1 si scontra con un topo merci ... feriti e topo che affonda il mezzo Actv ha dato assistenza al topo finché è stato possibile poi il topo e' affondato. Fortunatamente nessuno ha riportato gravi conseguenze,un passeggero del Vaporetto si è ferito lievemente ora i pompieri stanno lavorando al recupero del topo affondato. Ulteriori eventuali approfondimenti in seguito

lunedì 14 dicembre 2015

PALMARI, BIGLIETTI E MARINAI: COME “AFFONDA” L'ACTV


Come usare l'innovazione tecnologica per ridurre i costi e finire per scontentare il personale, esasperare i clienti e perdere il 30% dei possibili incassi. L'Actv, lo sappiamo, è un'azienda dalle enormi potenzialità, basti pensare ai flussi turistici che interessano Venezia, ma non è che produca utili con facilità. Anzi. E, per ridurre i costi, l'azienda, da qualche tempo, ha introdotto, sulle linee di navigazione, l'uso dei palmari per l'emissione dei biglietti. In teoria è semplice: si chiudono le biglietterie esterne (e si risparmia, così, in strutture, manutenzione, personale e logistica) e si incaricano i marinai di fare i biglietti a bordo, magari dandogli anche un piccolo incentivo (il 7% degli incassi) per incoraggiarli a non trascurare la nuova incombenza. In pratica, però, servono dei palmari che funzionino e, purtroppo, quelli dell'azienda, hanno seri problemi. «Ogni tanto si spengono e non si riesce più a riaccenderli» racconta un lavoratore che, ovviamente, lasceremo anonimo «si bloccano e non si riesce a fare un reset. Talvolta emettono i biglietti, ma non li registrano, così il marinaio si trova con dei soldi in mano, ma senza la corrispondente registrazione elettronica del biglietto». Facile, poi, intuire cosa succede se il cliente, magari pure straniero, chiede il biglietto, il marinaio non è in grado di darglielo e, poco dopo, arriva il verificatore a bordo: il caos assoluto. E quelli che potevano essere casi estremi, ma sporadici, col tempo, sono aumentati perché, mano mano che i palmari si guastavano, venivano mandati in manutenzione, in un settore aziendale appositamente creato, ma non tornavano più indietro. Per un po' sono bastati quelli di riserva, ma poi si sono guastati anche quelli. Oggi, a quanto pare, solo il 50% dei marinai ha un palmare funzionante. In definitiva il personale lavora male ed è scontento perché, se non può fare i biglietti, non prende l'incentivo, i clienti si “stupiscono” dell'inefficienza del sistema e l'azienda, che già non ci fa una bella figura, c rimette anche i soldi dei biglietti non emessi dai palmari guasti.
  Abbiamo esagerato? Non secondo le informazioni che abbiamo raccolto da più parti. Ma se l'Actv ritiene di poterci dare un quadro diverso della situazione, siamo qui per ascoltare anche la sua voce.

sabato 12 dicembre 2015

ALL'ANGELO, TRAPIANTO DA CADAVERE PER RICOSTRUIRE UN GOMITO

All'Angelo, trapianto da cadavere per ricostruire un gomito L’inserimento di una protesi in un gomito, a sostituire l’articolazione danneggiata, è già un intervento complesso. Ma quello realizzato dal Primario di Ortopedia dell’Angelo, Andrea Miti, ed andato decisamente a buon fine, può essere definito un intervento eccezionale. “Ci trovavamo di fronte ad un paziente di 55 anni – spiega il dottor Andrea Miti – il cui gomito si era trasformato in una grande massa ossea compatta. Questo “blocco”, questa impressionante ossificazione del gomito, si era sviluppata progressivamente, come conseguenza di un infarto con ipossia cerebrale. E a pochi mesi dall’evento, il paziente, già limitato nei movimenti per i danni neurologici subìti, si trovava anche nell’impossibilità di muovere in alcun modo il gomito, con il braccio bloccato in posizione flessa: l’articolazione non esisteva più, avvolta in un blocco unico e ormai solidificato, grande quanto un grosso limone”. In questo grumo erano ormai inglobati il gomito vero e proprio, ma anche la parte terminale delle ossa su cui si innesta l’articolazione del gomito, cioè l’omero, l’osso del braccio, ed entrambe le ossa dell'avambraccio, in particolare l'ulna: “Esisteva un’unica soluzione: aprire l’arto – spiega il dottor Miti – e togliere tutta l’articolazione trasformata in ossificazione, asportando anche le parti terminali dell’omero e dell’ulna, sopra e sotto l’articolazione del gomito”. Il dottor Miti ha quindi proceduto con la resezione delle due ossa. Ha poi asportato dal braccio, in sostanza, tutto il blocco osseo formatosi sull’articolazione e, insieme, le parti terminali di omero e ulna, ormai irrimediabilmente cementate dentro al blocco osseo. “Ora, al posto di questa ampia parte asportata – spiega il Primario – andava inserita una nuova parte equivalente: non solo una normale protesi che sostituisse l’articolazione, bensì la protesi già inserita in due nuove parti terminali dell’omero e dell’ulna. Abbiamo realizzato queste parti terminali utilizzando le ossa necessarie prelevate da cadavere; le abbiamo rese adatte al trapianto, abbiamo inserito tra le due ossa l’articolazione protesica in titanio. E infine abbiamo reinserito nel braccio questa protesi “estesa”, cioè già montata, da una parte e dall’altra, dentro i due spezzoni di ‘nuovo’ osso”. Il paziente si trova ora ad avere un nuovo omero, frutto dell’unione di una metà originaria e di una metà trapiantata da cadavere, e una nuova ulna, anche questa risultante dalla fusione di una parte originaria e di una parte trapiantata. E tra le due ossa, così ricostruite, sta l’articolazione artificiale, cioè la classica protesi in titanio con snodo centrale in polietilene, che garantisce il movimento del gomito. Intorno allo scheletro del braccio così ricostruito, il chirurgo ha ridisegnato la dinamica del movimento affidata a muscoli e tendini, ricucendoli e riconnettendoli alle ossa: “Oggi, a distanza di un anno, verificato quindi nel tempo l’esito dell’intervento complesso – conclude il dottor Miti – il braccio del paziente è restituito al suo fisiologico flettersi e distendersi”. All’Ospedale di Mestre gli interventi sul gomito sono ormai una prassi, sia quelli per l’innesto di una protesi all’articolazione, sia quelli, ancora più impegnativi, per la sostituzione della protesi: dal 2008 ad oggi, l’équipe del dottor Miti ne ha praticati una sessantina. “Ma con questo intervento particolare l’Ortopedia dell’Angelo – commenta Direttore Generale dell’Ulss 12 Giuseppe Dal Ben – ha contribuito a spostare il confine di quello che si può fare, nel settore della chirurgia ortopedica, per curare una persona: in altri rarissimi casi erano stati praticati a Mestre innesti ossei da cadavere, ma mai come in questo caso si era arrivati a trapiantare, sia sopra che sotto l’articolazione, porzioni così importanti di ossa”.

sabato 5 dicembre 2015

L'OSPEDALE DELL'ANGELO

L’Ospedale dell’Angelo ha un nuovo “PEIMAF”, il piano di emergenza in caso di grandi eventi tragici (05.01.16) L’Ospedale di Mestre ha aggiornato, rivedendo e riorganizzando tutte le procedure, il proprio piano di emergenza in caso di grandi eventi tragici. “Ogni Ospedale – spiega il Direttore Medico dell’Angelo, il dottor Onofrio Lamanna – ha un protocollo operativo che scatta quando, a seguito di eventi di particolare gravità, si trova a dover far fronte ad un numero elevato di accessi. Questo protocollo si chiama ‘PEIMAF’, acronimo che sta per ‘Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso Feriti’, e dev’essere scritto insieme e condiviso da tutti gli operatori dell’Ospedale, perché quando l’emergenza arriva, è sicuramente il Pronto Soccorso a farvi fronte, ma tutte le parti dell’Ospedale, insieme, ne sostengono l’impatto”. Eventi passati che hanno causato un preallarme. Il nuovo PEIMAF è stato presentato nella Sala Blu dell’Angelo, presenti tutti i Primari e molti tra medici, infermieri e operatori sanitari. Agli operatori riuniti, introducendo il nuovo protocollo, il dottor Lamanna ha ricordato alcuni momenti in cui, negli anni recenti, l’Ospedale di Mestre si è trovato di fronte a possibili “grandi eventi tragici”: dalla serata in cui, nel dicembre del 2002, l’incendio di un serbatoio di Porto Marghera fece temere il peggio, alla giornata difficile del giugno 2007, quando una tromba d’aria investì l’Heineken Jemming Festival. “In quei casi – ha ricordato il dottor Lamanna – il nostro PEIMAF scattò nelle sue fasi iniziali, senza però che ci si sia trovati poi in una situazione di vera grande emergenza. Gli eventi di Parigi, comunque, ci ricordano che è sempre possibile, per una struttura ospedaliera, trovarsi di fronte ad un massiccio afflusso di feriti: è fondamentale, quindi, che tutti sappiano cosa fare in quel caso, per rispondere al meglio”. Un Piano che può scattare a tre livelli diversi. Il nuovo PEIMAF, ovviamente, concentra la sua attenzione su luogo in cui, in caso di grande incidente, potrebbero confluire i feriti, cioè il Pronto Soccorso. E’ il Pronto Soccorso, infatti, che, con l’aiuto di tutto l’Ospedale, farà fronte all’eventuale emergenza. Tre i livelli di attivazione del Piano, che scatta su richiesta della Centrale Operativa provinciale del SUEM118. Il Livello 1 scatta quando di prevede un afflusso contemporaneo di 4/6 “codici rossi” provenienti dallo stesso evento: in questo caso, che il Pronto Soccorso dell’Angelo può gestire senza difficoltà, il PEIMAF prevede l’attivazione di una unità di crisi, senza il ricorso a forse esterne e senza l’evacuazione del Pronto Soccorso. Il Livello 2 del PEIMAF scatta nel caso di afflusso al Pronto Soccorso di un numero di feriti gravi tra i 6 e i 10. Si attiva allora la chiamata al personale medico e infermieristico “reperibile”, cioè non presente ma pronto ad entrare in servizi in caso di necessità. E scatta l’evacuazione del Pronto Soccorso, che può essere totale o parziale. Il PEIMAF è attivato al Livello 3 quando si prevede l’afflusso di più di dieci “codici rossi”, che si sommeranno ovviamente ad altri feriti meno gravi. Allora il Pronto Soccorso si trasforma radicalmente: gli utenti presenti vengono dimessi o trasferiti ai Reparti; tutta l’”area rossa” viene dedicata ai “codici rossi PEIMAF”, cioè ai feriti gravi dell’evento; tutta l’area normalmente dedicata alla Terapia Intensiva viene dedicata ai “codici gialli PEIMAF”, mentre per i “codici verdi PEIMAF” si libera l’area del “Pronto Soccorso ortopedico”. Con il PEIMAF a Livello 3, l’unità di crisi creata per gestire l’emergenza governa tutte le procedure in Ospedale, ed è la sola autorizzata a dialogare con l’esterno. Il Livello 3 del PEIMAF prevede la richiamata in servizio di tutto il personale che sia possibile contattare telefonicamente, secondo procedure disegnate a cascata, a cominciare dai Primari; intanto il personale in servizio in tutto l’Ospedale supporta il Pronto Soccorso per il trasferimento dei feriti, il ricovero degli utenti “usuali” del Pronto Soccorso, l’allestimento dedicato ai feriti PEIMAF delle sale operatorie dell’Ospedale. In rete con gli altri Ospedali. “Di fronte ad un evento tragico, la mobilitazione del personale – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 12 Giuseppe Dal Ben – non costituirà un problema: quando in altri casi si è minacciata una grave emergenza, sono stati i nostri medici e i nostri operatori a chiamare da casa per chiedere se serviva il loro rientro in Ospedale. Resta però il fatto che eventi tragici di grandi dimensioni non devono essere gestiti ‘in solitaria’ neanche da un Ospedale come quello dell’Angelo. Come già accade di fronte alle emergenze che la Centrale Operativa Suem gestisce quotidianamente, anche di i fronte ad un eventi che comporti numerosi feriti si opererà in stretto collegamento con gli altri Ospedali del territorio, con un’intelligente e funzionale gestione dei flussi. E’ attraverso la rete di servizi e di rapporti già presente fra le strutture, e già testata, che si può intervenire sui feriti, e su ciascuno di essi, in modo efficace”. L’attività “ordinaria” del Pronto Soccorso dell’Angelo. Nel corso del 2014 gli accessi al Pronto Soccorso di Mestre sono stati 86.486 (nel 2013 erano stati 80.531). I “codici rossi” sono stati 1406 I “codici gialli” sono stati 17.998 I “codici verdi” sono stati 22.332 I “codici bianchi” sono stati 44.750. Le prestazioni del Pronto Soccorso dell’Angelo riferite a tutti i codici sono state 567.297 nel 2014. Nel 2014 i ricoveri all’Angelo sono stati 23.163.