venerdì 29 gennaio 2021

RAPPORTO ANNUALE DELL'ARIA, VENEZIA TRA LE CITTÀ PEGGIORI. BALDIN (M5S): «NO AGLI INCENERITORI DI FUSINA E DI PADOVA»

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin, commenta il report annuale "Mal'aria di città 2021", realizzato da Legambiente, che vede Venezia, Padova, Rovigo e Treviso tra i primi 10 capoluoghi di provincia che hanno superato con almeno una centralina urbana la soglia limite di polveri sottili nel 2020. A questi si aggiunge Vicenza, undicesima, e Verona che occupa il 13° posto nella classifica delle 35 città italiane le quali sono andate oltre la soglia dei 35 giorni di superamento dei limiti di legge.
«Una situazione preoccupante - esordisce Baldin - nella quale solo Belluno può dirsi "in regola", mentre tutte le altre centraline poste nei capoluoghi veneti sforano ampiamente il limite normativo. Anche il confronto con le medie annuali è allarmante: nella classifica dei capoluoghi di provincia che l'anno scorso hanno superato il valore medio annuale suggerito dalle linee guida dell'OMS per le polveri sottili (Pm10), ritroviamo addirittura 5 capoluoghi veneti nei primi 10 posti. E il sesto, in questo caso Verona, si colloca all'11^ posizione», osserva Baldin.
«Questi dati allarmanti costituiscono l'ennesima conferma - prosegue la consigliera regionale - che nella pianura padana si respira l'aria più inquinata d'Europa. Siamo di fronte a un problema sanitario e ambientale enorme, che richiede una forte presa di coscienza e azioni ad ampio raggio: dai trasporti all'agricoltura sono tanti gli ambiti nei quali la Regione può svolgere un ruolo centrale».
Conclude Baldin: «Trovo veramente surreale, a fronte di questi dati, la discussione che si sta sviluppando attorno a ben due inceneritori, quello di Fusina e quello di Padova, che vanno a insistere sopra un territorio già gravemente compromesso dal punto di vista dell'inquinamento dell'aria. Porterò avanti la mia battaglia in consiglio regionale per una maggiore attenzione a quest'ultima, nel solco delle politiche europee della transizione ecologica che formano le premesse del Recovery Fund», conclude la consigliera regionale.

Nessun commento:

Posta un commento