venerdì 30 aprile 2021

PEDIATRIA NEGLI OSPEDALI VENEZIANI ARRIVANO I VISORI DELLA REALTÀ VIRTUALE PER TRANQUILLIZZARE I PICCOLI PAZIENTI

In ospedale una nuova tecnologia digitale aiuterà i bambini ad affrontare alcuni momenti che talvolta possono essere vissuti con paura. A ciascuno dei reparti di Pediatria dell'ULSS 3 Serenissima sono stati infatti donati, da parte dell'azienda Apice di Dosson di Casier (Treviso), una coppia di visori per la realtà virtuale da utilizzare quando si riveli necessario farli indossare al bambino, e a chi lo accompagna, per distrarlo durante il trattamento a cui deve essere sottoposto (prelievo, iniezione, visita ecografica), che potrebbe essere vissuto con timore e lasciare un ricordo doloroso difficile da rimuovere durante eventuali procedure successive.
La donazione è avvenuta in accordo con i cinque primari dei reparti: medici e infermieri hanno sempre cercato metodi per aiutare i piccoli pazienti ad attraversare questi momenti di tensione e fastidio, cercando di distrarli. Ora possono ricorrere all'aiuto di una tecnologia all'avanguardia, che porterà il bambino e l'accompagnatore a vivere per qualche minuto in una realtà virtuale in grado di abbassare il livello d'ansia nel piccolo paziente e le conseguenti sensazioni dolorose. Uno studio pubblicato dal Journal of Pediatrics ha evidenziato che l'utilizzo della realtà virtuale in quest'ambito ha ridotto non solo l'ansia e il dolore provato dal bambino, ma anche la sensazione di angoscia del genitore che lo accompagna.
Il primo bambino a beneficiare del trattamento con l'aiuto degli occhialoni è stato Indro, durante una visita pediatrica a cui lo ha accompagnato il padre: entrambi muniti di visori, hanno potuto immergersi nel "mondo" scelto dal bambino con un semplice cenno del capo. «Seppur nei reparti pediatrici ospedalieri si diffidi del digitale per distrarre il bambino durante la degenza, preferendo dare priorità al contatto umano - spiega il direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima, Edgardo Contato - questa attrezzatura si rende utile in un momento specifico, per distrarre il bambino da emozioni negative ed evitare il rifiuto del trattamento che spesso provoca la necessità di arrivare alla sedazione farmacologica».
La nuova tecnologia digitale così introdotta può essere inserita nel progetto pediatrico “Ospedale senza dolore”, in abbinamento all'utilizzo della crema anestetica locale già introdotta di prassi nei reparti di Pediatria. Ogni coppia di visori donata dall'impresa Apice ha un valore commerciale di 30mila euro, e i reparti che ne potranno beneficiare sono quelli di Pediatria negli ospedali di Mestre, Venezia, Mirano, Dolo e Chioggia. La collaborazione dell'impresa con l'ULSS 3 Serenissima non termina con la mera donazione, ma proseguirà nel monitorare l'efficacia dell'offerta.

VERITAS REGALA UN SACCHETTO DI COMPOST FERTILIZZANTE A CHI CONFERISCE RIFIUTI INGOMBRANTI ALL'ECOCENTRO

Il gruppo Veritas, che gestisce l'igiene urbana occupandosi della raccolta differenziata, a partire da lunedì 3 maggio intende omaggiare l'utenza che decida di consegnare i propri rifiuti ingombranti all'Ecocentro in Val da Rio con un sacchetto di compost fertilizzante, riciclato da scarti alimentari e residui vegetali, integrato in un sistema di economia circolare per la cura di piante e giardini.
L'operazione rientra tra le iniziative per sensibilizzare i cittadini a prestare maggiore attenzione alla raccolta differenziata eliminando gli scarti, in modo che la spesa dello smaltimento resti contenuta e ci sia minor necessità di risorse per produrre nuovi materiali. Il compost è lavorato da un processo industriale che trasforma la frazione organica del rifiuto, mediante microrganismi presenti negli stessi scarti o nel terriccio, i quali utilizzando ossigeno la decompongono.
Veritas riesce a riciclare e riutilizzare l'82% del rifiuto prodotto, tanto che Venezia si piazza per il quarto anno consecutivo ai vertici della graduatoria per la raccolta differenziata tra i comuni superiori a 200mila abitanti. Per ottenere il sacchetto di compost sarà quindi sufficiente consegnare (ad esempio) piccoli e grandi elettrodomestici in disuso, nei giorni e negli orari indicati dal sito gruppoveritas.it

LE IMPRESE CHE LAVORANO AL MOSE CHIAMATE A PAGARE 58 MILIONI DI DEBITI ARRETRATI: CANTIERI A RISCHIO?

Un circolo vizioso che rischia di lasciare il MOSE incompiuto. Le imprese coinvolte nella gestione e nella realizzazione del sistema di dighe mobili avanzano 20 milioni di euro per opere già realizzate, ma su di loro grava la richiesta di sborsarne altri 58, per garantire l’operatività del Consorzio Venezia Nuova. È la richiesta formulata alle aziende dal commissario liquidatore Massimo Mian che, prima di procedere alla chiusura del Consorzio, è tenuto a ultimare le attività di competenza del sistema MOSE, cioè a terminare quelle opere che le imprese pesantemente indebitate non possono completare perché a rischio default.
«Se noi falliamo - dichiara Mirko Pizzolato, direttore di Legacoop Veneto - il MOSE non sarà finito e non si alzerà più». La svolta potrebbe avvenire il 5 maggio, quando è previsto un incontro preliminare al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, che dovrebbe dare l’ok allo stanziamento di 538 milioni destinato al Provveditorato alle Opere pubbliche del Triveneto, il quale finanzierà gli interventi.
Se però lo stanziamento del CIPE sarà finalizzato solo ai nuovi lavori, rimarrebbe la questione del debito pregresso che -secondo le imprese- «hanno creato altri», ovvero i commissari nominati dallo Stato dal 2015 al 2019. Probabile che i fondi per le imprese arrivino invece dall’aggio consortile del 12%, che si era azzerato in mancanza di cantieri.
Tra le imprese consorziate coinvolte c’è High Tide (ovvero Condotte, che da sola deve ulteriori 1.4 milioni), Covela (14.7 milioni) e Italvenezia (10.1, al cui interno c’è Mantovani, che deve altri 1.9 milioni), Kostruttiva con un milione e mezzo e via a scendere. L'associazione di categoria ANCE e Legacoop chiedono a Miani di farli entrare nella gestione del MOSE, e allo Stato di garantire un prestito-ponte attraverso gli istituti di credito, in attesa dello stanziamento dei fondi.

giovedì 29 aprile 2021

TASER ALLA POLIZIA LOCALE, BAGARRE IN COMMISSIONE SULL’ADOZIONE DELLE PISTOLE ELETTRICHE A VENEZIA

L’utilizzo del taser da parte della polizia locale di Venezia approda alle commissioni consiliari. Per valutare l’impatto della pistola elettrica (la cui adozione sperimentale era stata annunciata alcune settimane fa) nella sicurezza urbana del capoluogo, si sono infatti ieri riunite congiuntamente la II e la IX commissione, confermando l’ennesima radicale spaccatura tra maggioranza e opposizioni. «Mi vergogno del primato veneziano nella sperimentazione - ha dichiarato Giovanni Andrea Martini, consigliere di Tutta la Città Insieme - e di come venga sorvolata la pericolosità oggettiva dell'uso di quest’arma».
Radicalmente opposta la versione della maggioranza: «È la scelta pratica di chi parla di sicurezza attuandola - commenta l'onorevole Alex Bazzaro (Lega) - non di chi pensa alla figura del poliziotto come fine a se stessa. Tra guardie e ladri, stiamo con le guardie. Il mondo in cui viviamo non è il fantabosco». A cercare di chiarire le questioni più tecniche è intervenuto il comandante della polizia locale Marco Agostini: «Il taser - spiega - ha un effetto dissuasivo importante.
Ci sono alcuni rischi, soprattutto se il soggetto è in luoghi pericolosi. Il protocollo cerca di prevenirli, non sarà quindi possibile utilizzarlo sopra scale e ponti né contro donne incinte, soggetti psicolabili e con difficoltà motorie». Ma i dubbi dei consiglieri di opposizione permangono. «Di morti il taser ne ha prodotti - sostiene Paolo Ticozzi (PD) - soprattutto tra i cardiopatici, in chi ha assunto droghe o alcool, o semplicemente ha compiuto uno sforzo fisico ad esempio nella fuga».
La procedura d’ingaggio prevede tre alt prima dell’uso e, se l’aggressore la richiede, gli sarà prestata assistenza medica. L’addestramento dei 20 agenti che saranno coinvolti nella prova sul campo dell’arma a batterie è già cominciato, mentre da giugno partirà la sperimentazione di sei mesi, al termine della quale il consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi nel merito dell’adozione definitiva dei dispositivi.

mercoledì 28 aprile 2021

SOSPESO LO SCIOPERO DEI LAVORATORI AGRICOLI E DELLA PESCA, PREVISTO PER VENERDÌ 30: GARANZIE DAL MINISTERO

I sindacati FAI CISL, FLAI CGIL, UILa hanno sospeso lo sciopero dei lavoratori del settore agricolo e della pesca che era previsto per domani, venerdì 30 aprile. Le sigle hanno avuto un incontro martedì sera con il ministro Stefano Patuanelli, il quale ha rassicurato i sindacati quanto alla definizione di un bonus di sostegno al reddito anche per i lavoratori agricoli a tempo determinato. Il prossimo decreto - spiegano i segretari - «conterrà una risposta concreta che andrà finalmente ad integrare il reddito della categoria. Inoltre, abbiamo ottenuto un chiaro impegno da parte del governo che a Bruxelles continuerà a battersi per ottenere la clausola della condizionalità sociale, nella riforma in corso della nuova PAC.
Inoltre, il ministro Patuanelli ha confermato di aver condiviso con il ministro del Lavoro Andrea Orlando l’impegno a definire, nel tavolo di confronto sul sistema degli ammortizzatori sociali, una norma in riferimento alla cassa integrazione per il settore della pesca e all'estensione della Naspi per i lavoratori a tempo indeterminato inquadrati con la legge 240. Oggi avrà luogo un primo incontro tecnico per realizzare concretamente gli impegni presi. Davanti alla disponibilità e agli impegni assunti dal ministro Patuanelli a condurre un confronto serrato per sanare le ingiustizie che hanno riguardato finora le lavoratrici e i lavoratori agricoli - concludono le sigle confederate a CGIL, CISL e UIL - abbiamo scelto con responsabilità di sospendere la mobilitazione in corso, riservandoci di portare avanti un lavoro di interlocuzione e verifica costante dei testi che verranno presentati nel prossimo provvedimento dal governo in Parlamento».

TORNANO LE ORDINANZE ANTI-MOVIDA A VENEZIA E MESTRE. NEI WEEKEND LIMITAZIONI PER CALLI, CAMPI E FONDAMENTE

Sono passati pochi giorni dal ritorno del Veneto in zona gialla e subito comincia a salire la preoccupazione per una nuova “invasione” turistica a Venezia nei fine settimana. Prefettura e Comune hanno dunque rispolverato l’ordinanza già utilizzata nel periodo di Carnevale, che imponeva limitazioni durante i weekend nelle aree più a rischio di assembramenti, entro la città insulare e in terraferma.
L’ordinanza entrerà in vigore alle ore 15 di venerdì 30 e resterà in vigore fino alle 22 di domenica 2 maggio (e negli stessi orari nel weekend successivo, da venerdì 7 a domenica 9): a Venezia interesserà fondamenta degli Ormesini, fondamenta della Misericordia -da ponte San Girolamo a ponte San Marziale- campo San Giacometo, campo della Naranzaria, campo Bella Vienna, campo Santa Margherita e aree limitrofe.
Plateatici agibili e ampliati, clima mite e primaverile, mesi di chiusure nonché la possibilità di spostarsi tra regioni dello stesso colore, riportano Venezia in cima alla lista delle mete ideali per la gita fuori porta a lungo rimandata, o per l’aperitivo del sabato pomeriggio. Una boccata di ossigeno per i ristoratori in difficoltà, ma un potenziale rischio sanitario vista l’attuale situazione epidemiologica e la popolazione ancora non sufficientemente immunizzata.
Di qui l’ordinanza anti-assembramenti e l’impiego di numerosi militari e agenti della polizia locale per provare a evitare le situazioni più pericolose, come già avvenuto nei fine settimana attorno a Carnevale. Resta l’incognita meteorologica e soprattutto quella relativa ai mezzi pubblici, a cominciare dai treni che giungeranno a Venezia e ai mezzi del trasporto locale, i quali anzi vedranno una riduzione del servizio automobilistico nella giornata festiva di sabato 1° maggio.

martedì 27 aprile 2021

ALLA BIENNALE 170 MILIONI DI EURO DEL PROGRAMMA "NEXT GENERATION EU" PER UN POLO PERMANENTE DI ECCELLENZA

Quasi 170 milioni di euro del miliardo e mezzo previsto dal governo, destinato agli investimenti relativi agli attrattori culturali, attraverso i contributi del Next Generation EU andranno alla Biennale di Venezia. Ad annunciarlo è il ministro della Cultura Dario Franceschini, mentre approda in Parlamento il Piano di Ripresa e Resilienza che il 30 aprile sarà consegnato a Bruxelles.
Il cospicuo investimento nell’istituzione veneziana comprende alcuni stanziamenti già previsti per la Biennale dai precedenti governi, tra i quali i 20 milioni del Piano strategico Grandi Progetti Beni Culturali per il trasferimento all’Arsenale dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee nell’edificio, oggi dismesso, a fianco del complesso delle Corderie, e i quasi 14 milioni per il restauro dell’ex Casinò al Lido.
Ma i 169 milioni e 556mila euro serviranno in particolare a finanziare un polo permanente di ricerca sulle arti contemporanee, con l’obiettivo di attenuare l’impatto economico della crisi attraverso il miglioramento della fruizione culturale di Venezia, il potenziamento dei siti in uso alla Biennale e la creazione di uno strumento che influisca sull’indotto culturale, formativo e turistico della città.
Gli interventi riguarderanno parallelamente il restauro e la riqualificazione, anche energetica, dei beni storici vincolati della Biennale e le attività continuative e di ricerca nel campo delle produzioni artistiche delle giovani generazioni, potenziando il progetto già avviato di Biennale College.
«Un sentito ringraziamento al ministro Dario Franceschini - ha commentato il presidente della Biennale, Roberto Cicutto - per aver valorizzato il progetto di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale e il lavoro della Biennale, attrice di crescita culturale, sociale e, non da ultimo, economico a favore dello sviluppo delle arti e del territorio in cui l’istituzione opera».

lunedì 26 aprile 2021

VACCINI A DOMICILIO E MEDICI DI BASE, A CHIOGGIA IL RECORD: 44 PROFESSIONISTI SU 44 HANNO ADERITO ALL'APPELLO DELL'ULSS 3

La vaccinazione a domicilio degli ultimi over 80 del territorio è stata l'oggetto della conferenza di stamane, condotta dall'ULSS 3 Serenissima con i medici di famiglia. «Avevamo individuato - sottolinea il direttore generale Edgardo Contato - attraverso un'accurata pulizia degli elenchi, 3516 soggetti a cui portare il vaccino. La scorsa settimana, 2887 di questi soggetti sono stati raggiunti dal medico di base con il vaccino; tutti i restanti sono stati vaccinati dai medici delle USCA e dagli infermieri dell'ULSS, che peraltro nelle scorse settimane aveva già svolto questa azione capillare casa per casa».
Tra i medici di medicina generale l'adesione all'iniziativa è stata alta: 33 su 52 i dottori aderenti tra Venezia ed Estuario, 92 su 121 nella terraferma veneziana, 124 su 166 nel Distretto di Mirano-Dolo, e ben 44 su 44 nel Distretto di Chioggia. Quest'ultima area territoriale è stata l'unica in cui i medici di medicina generale, pur impegnati per le vaccinazioni a domicilio, non hanno ritenuto necessario attivare la "guardia medica"; negli altri tre distretti le Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale hanno sostituito, come fanno nei giorni festivi, i colleghi impegnati che hanno sospeso l'attività ambulatoriale per andare nelle case degli assistiti da vaccinare.
«La collaborazione con i medici di base - ha proseguito il direttore generale - si è rivelata un'alleanza strategica. Contiamo di averli a fianco per un'ulteriore verifica relativa ai loro assistiti più anziani che ancora necessitassero del vaccino; e contiamo sulla loro collaborazione anche per vaccinare gli assistiti delle altre classi d'età, in particolare in questi giorni le persone che hanno tra 70 e 79 anni. L'ULSS 3 Serenissima ha spiegato il proprio cammino verso la copertura dell'80% anche della popolazione tra i 70 e i 79 anni: in questa fascia di età viene stimata una popolazione di poco più di 70mila persone. Ebbene, 33mila hanno già ricevuto il vaccino, e 12500 circa sono già prenotati per la vaccinazione nel portale dell'ULSS, mentre sono 8000 gli assistiti che saranno vaccinati la prossima settimana dai medici di famiglia. Si arriva così al 75% di over 70 vaccinati: per giungere all'80% mancano circa 3000 altri soggetti, che contiamo si iscrivano vista la disponibilità negli slot».
Al riguardo i medici di base hanno confermato la loro volontà di conseguire il risultato indicato: «Lavoriamo senza dubbio in una realtà territoriale complessa - ha sottolineato il dottor Stefano Rigo, fiduciario per i medici di medicina generale nell'ULSS 3 - ma lo abbiamo fatto con grande soddisfazione per quanto riguarda gli over 80, vedendo confermata la fiducia degli assistiti nel riferimento pieno costituito dal medico di famiglia. Andiamo avanti ora con la fascia dei 70-79enni, assieme all'ULSS, operando secondo tra canali paralleli: negli ambulatori, all'esterno entro strutture dell'ULSS 3, e infine all'esterno in strutture individuate autonomamente». Con liste certe e target ben definiti, hanno aggiunto i rappresentanti dei medici di medicina generale, «possiamo lavorare bene ripetendo il successo ottenuto nei giorni precedenti».

DEPOSITO DI GPL A MARGHERA, I CONSIGLIERI REGIONALI MONTANARIELLO E ZOTTIS CONTRARI ALLA SUA REALIZZAZIONE: «NON TRANQUILLIZZA»

I consiglieri regionali Jonatan Montanariello e Francesca Zottis sono intervenuti, a palazzo Ferro Fini, riguardo il progetto di costruzione di un nuovo deposito di gpl a Porto Marghera. I due esponenti politici ritengono la scelta di ENI «incomprensibile e contraddittoria», nel riportare in auge un progetto presentato per la prima volta circa 8 anni fa e ricomparso nei giorni scorsi. L'impresa da un lato ipotizza di chiudere il cracking, a partire dal 2022, verso il completo abbattimento delle emissioni dai processi industriali; dall'altro decide di portare a compimento un impianto cinque volte più grande di quello analogo a Chioggia, bocciato dal decreto Agosto, in quanto ubicato a ridosso della laguna di Venezia, rientrante tra i siti che fanno parte del patrimonio Unesco. Lo stesso in cui andrebbe posizionato il nuovo impianto.
Si tratta di due strutture simili per ubicazione, che differiscono per le dimensioni e per la spesa che verrà investita al termine della loro realizzazione: 15 milioni previsti per Porto Marghera, contro i 35 milioni spesi a Chioggia. Diversa anche l'assenza, a Porto Marghera, di abitazioni nelle vicinanze, al contrario di ciò che avviene a Chioggia, dove le abitazioni distano anche meno di 500 metri in linea d'aria dagli ormai famigerati “bomboloni”. «Come eravamo contrari alla realizzazione dell'impianto di gpl a Chioggia - continuano i due consiglieri - allo stesso modo siamo contrari a questo. Un impianto di stoccaggio di 50mila metri cubi di gas in fronte alla laguna è un'ipotesi che non può lasciare tranquilli. ENI deve chiarire la propria posizione riguardo il futuro di Porto Marghera».
Per il deposito costiero a Chioggia, la società Socogas con Costa Bioenergie stava realizzando un impianto destinato alla movimentazione del prodotto, senza alcun ciclo di processo a carattere industriale, tumulando tre serbatoi da 3000 metri cubi di capienza ciascuno. Il decreto Agosto del governo Conte II ne ha bloccato di fatto la messa in funzione. Al tempo la norma venne accusata da Assocostieri di essere scritta ad personam, in quanto non c'erano altre strutture similari nel territorio alle quali potesse essere applicata.

MAREA SOSTENUTA DOMANI A MEZZANOTTE: PREVISIONI DI UN METRO, POSSIBILE SOLLEVAMENTO DEL MOSE

Possibile picco di marea domani sera, martedì 27 aprile, nelle ore immediatamente antecedenti la mezzanotte. Secondo la comunicazione della Capitaneria di Porto, il centro maree del capoluogo segnala 105 centimetri d'acqua sul livello medio del mare alle ore 23.40 di domani.
Mentre per la sala operativa del Mose la marea raggiungerà il metro alle 0.20 a Venezia, 105 cm alle 23.50 a Chioggia, ISPRA infine rileva 99 cm alle ore 23.30 a Venezia, 98 cm alle ore 23 di domani a Chioggia.
Considerato il margine di errore di 35 cm, la Guardia Costiera segnala il possibile sollevamento del Mose a partire dalle ore 21.30 di domani, con l'avvio dell'eventuale abbattimento all'1.30 di mercoledì notte e la piena navigabilità del canale ripristinata alle 3.30 antimeridiane. Dal 1° maggio al 30 settembre i test di innalzamento delle paratoie del MOSE saranno sospesi.

MURANO: PESCATORI E CACCIATORI A PALAZZO DA MULA, MA SENZA BANDO. ASSEGNAZIONE DIRETTA AL COMITATO VICINO A FRATELLI D’ITALIA

Un bando “ad hoc” annunciato a fine gennaio 2020 e mai pubblicato. Una sola offerta ricevuta. Nessuna graduatoria dunque, come avvenuto per gli altri locali pubblici destinati alle associazioni, e l’assegnazione diretta a metà giugno dello scorso anno. Così, alcuni spazi all’interno dello splendido palazzo Da Mula a Murano sono andati in concessione per cinque anni al comitato Risorse Vitali, che raccoglie 22 associazioni legate in particolare alla caccia, alla pesca e alle attività sportive nella laguna di Venezia.
Per palazzo Da Mula l’amministrazione comunale, all’epoca in piena campagna elettorale, ha scelto una procedura semplificata che, anche per l’allungamento di due anni dei termini di comodato gratuito rispetto alle altre associazioni che hanno risposto a bandi generali, ora che il progetto inizia a prendere forma, ha suscitato ulteriori perplessità. Evidenziate in particolare da alcuni consiglieri della VII commissione consiliare, tra i quali Sarà Visman del Movimento 5 Stelle e Marco Gasparinetti di Terra e Acqua.
Al primo piano del palazzo troverà sede il Centro della Civiltà Lagunare che dovrà valorizzare, mantenere e tramandare le attività legate alla laguna attraverso esposizioni e video. Tra le associazioni coinvolte nel comitato anche quella dei Cacciatori e Pescatori vagantivi presieduta da Massimo Parravicini, candidato consigliere regionale con Fratelli d’Italia nonché presidente dello stesso comitato Risorse Vitali, nato anni fa per contrastare l’istituzione di un parco regionale nella laguna di Venezia, con il sostegno dell’allora capogruppo di Fratelli d’Italia -ora assessore alle Attività Produttive- Sebastiano Costalonga.

domenica 25 aprile 2021

DALL'OSPEDALE DI MESTRE LA STORIA A LIETO FINE DI CAMILLA E PENELOPE, MADRE E FIGLIA NEONATA CHE IL COVID RISCHIÒ DI DIVIDERE

Per consentire che mamma Camilla potesse sottoporsi alle cure necessarie per guarire dall'infezione ai polmoni dovuta al Covid-19, i medici dell'ospedale all'Angelo di Mestre hanno deciso di far nascere la piccola Penelope con un parto cesareo, un mese prima del termine della data presunta del parto. Contagiata dal virus, Camilla si accorge di essere positiva il 14 marzo, come risulta essere positivo al Covid anche il marito Piero. Nonostante le prescrizioni mediche la situazione peggiora e Piero, preoccupato per la salute della moglie, oltre che per quella per la figlia che la moglie porta in grembo, decide di chiedere l'intervento del 118.
Ricoverata con diagnosi di polmonite interstiziale severa il 25 marzo Camilla, tossendo, sente forti dolori al basso ventre. Gli specialisti dei reparti di Pneumologia, Ginecologia, Pediatria e Internisti dell'Angelo si consultano: la polmonite è peggiorata, e la mamma necessita delle cure che offre il reparto di terapia intensiva per potersi salvare. Si rende indispensabile far nascere la piccola Penelope, attraverso un taglio cesareo. Camilla riesce a vedere la bimba a distanza di sicurezza per non contagiarla, per 5 secondi, prima di essere condotta dalla sala parto al reparto di rianimazione, mentre la piccola viene accompagnata in una termoculla al reparto di patologia neonatale. Il padre, positivo al virus, deve attendere isolato a casa, appeso alle telefonate con le quali i reparti lo tengono informato delle condizioni di salute di moglie e figlia.
La sera stessa, il medico rianimatore lo avverte del peggioramento della polmonite interstiziale della moglie, tale da indurre la possibilità che potrebbe non superare la notte. Fortunatamente la situazione non ha risvolti tragici e Camilla riesce a riprendersi e tornare a casa, dopo una settimana, anche se ancora positiva e in isolamento. Senza poter stare vicino alla figlia, senza ancora averla abbracciata. La piccola, ancora nel reparto di patologia neonatale, compie alcuni miglioramenti, ma la vicinanza della mamma può essere determinante nel percorso di cura: pertanto il primario dei reparti di Pediatria e Patologia Neonatale, Paola Cavicchioli, decide con Camilla il ritorno, per lei, all'ospedale all'Angelo, dove sarà ricoverata in una stanza in isolamento a fianco della sua bambina, in modo che possano stare finalmente assieme.
Il 9 aprile Camilla può stringere per la prima volta sua figlia tra le braccia. I progressi della bimba sono notevoli ed è emozionante, per tutto il personale che ha condiviso questa esperienza, riunire mamma e figlia dopo la separazione forzata dovuta al virus. Per gli operatori del settore sanitario, se è importante proteggere i pazienti dall'infezione, è altresì indispensabile tutelare la relazione affettiva, soprattutto in casi (come questo) di nascita prima del termine, quando la presenza dei genitori fa parte del processo di cura.
Ora la famiglia è riunita a Murano, nella propria abitazione. Camilla è completamente guarita e la piccola Penelope non ha più la necessità di ausili medicali per respirare e nutrirsi. Edgardo Contato, direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima, commenta: «Non c'è lieto fine migliore di questo, che possa fare felice un ospedale e l'ULSS. Si lavora quotidianamente per non far diffondere il virus, ma quando ciò avviene cerchiamo di fare il possibile affinché il virus non divida nessuno, tanto più una mamma dalla sua bambina».

PATRIMONIO ARBOREO, SAMBO E BAGLIONI (PD) CHIEDONO SIA MIGLIORATO IL SITO DEL COMUNE: «COMUNICHI PER TEMPO GLI ABBATTIMENTI»

Giovedì 22 aprile, durante la Giornata mondiale della Terra, i consiglieri comunali Monica Sambo e Alessandro Baglioni del Partito Democratico hanno depositato una mozione per chiedere all'amministrazione un impegno tangibile per tutelare il patrimonio arboreo presente nella città di Venezia. Elaborata a sei mani, con la collaborazione di Legambiente Venezia, la mozione è stata sottoscritta da tutte le forze dell'opposizione, che sentono la necessità di una maggiore trasparenza in relazione alla cura degli alberi e alle motivazioni che possono portare al loro eventuale abbattimento. Le informazioni in proposito, pur presenti nel sito istituzionale del comune, risultano essere di difficile comprensione, oltre che incomplete.
Secondo i firmatari, occorre che a tali informazioni venga dedicata una nuova pagina del sito, che sia completa e facilmente accessibile. Entro essa andrebbe segnalato il programma di potature previste, anche al fine di raccogliere eventuali segnalazioni. Inoltre, andrebbe data un'adeguata informazione relativa agli abbattimenti contemplati, con un congruo anticipo, spiegandone le motivazioni e le eventuali patologie degli alberi. Per Sambo e Baglioni ciò andrebbe fatto non solo nel sito web istituzionale, ma anche nei luoghi fisici dove l'abbattimento è previsto, attraverso l'esposizione di cartelli informativi, con netto anticipo e magari prevedendo il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste.
Paolo Franceschetti, presidente di Legambiente a Venezia, sottolinea come «il patrimonio arboreo migliora la qualità dell'aria, contrastando il fenomeno dell'isola del calore dovuto alla diffusa cementificazione, e rende gradevole il panorama che offre la città. Per questo territorio, che è uno tra i più inquinati d'Italia, si rendono necessari i benefici che possono portare ulteriori piantumazioni, tra i quali l'abbassamento della temperatura estiva fino a 5°C oltre all'assorbimento di polveri sottili. Per il benessere e la salute dei cittadini, non è più concepibile potare indiscriminatamente o abbattere alberi senza compensare tali operazioni nella medesima sede».

LA FUNZIONE PUBBLICA DELLA CGIL CONTRO I TAGLI AGLI SPAZI CUCCIOLI DI MESTRE: «DARE CERTEZZE A LAVORATRICI E GENITORI»

Il sindacato Funzione Pubblica della CGIL di Venezia, attraverso le figure del segretario generale Daniele Giordano e di Chiara Cavatorti, ritiene grave la chiusura di due strutture a sostegno delle famiglie da parte del Comune di Venezia, ma considera ancor più gravoso il fatto che i lavoratori e le lavoratrici delle stesse strutture non siano stati informati in maniera congrua di ciò che sta avvenendo. Le strutture in questione sono due Spazi Cuccioli, servizi da sempre considerati un fiore all'occhiello del Comune di Venezia, ideati per sostenere la famiglia nel promuovere e valorizzare il bambino, aiutandolo a maturare la propria identità, conquistare l'autonomia, sviluppare le competenze e la socializzazione.
Le sedi del progetto che l'amministrazione comunale sta pensando di chiudere sono quella di Altobello e quella del Piccolo Principe, entrambe a Mestre. Chiusure che, nell'ottica del sindacato, vanno viste come una riduzione ulteriore dei servizi offerti alla cittadinanza. Questi servizi sono ritenuti indispensabili per consentire a molte madri di poter conciliare le esigenze della famiglia con il lavoro, e necessari, a causa delle difficoltà che le famiglie incontrano quando sono costrette a trovare per i figli un posto negli asili del Comune, oltre che basilari, nonostante il calo delle iscrizioni, che si presume essere temporaneo a causa della pandemia. Questo dal punto di vista chi chi usufruisce del servizio.
La gravità della situazione emerge anche dal profilo occupazionale: sono infatti molte le lavoratrici impiegate nel progetto, venute a conoscenza della chiusura dei due Spazi dalle stesse famiglie, contattate dagli uffici dell'ente per modificare la scelta di iscrizione all'asilo già effettuata. Lavoratrici che da un giorno all'altro rischiano di trovarsi senza lavoro, non potendo essere reimpiegate in altri servizi. Secondo il sindacato, far circolare notizie simili senza che le persone direttamente interessate ne siano messe al corrente -e senza che le organizzazioni sindacali vengano necessariamente coinvolte- è un fatto molto grave.
L'assessora al Personale, alle Politiche Educative e ai Servizi al cittadino, Laura Besio, è stata interpellata per un incontro urgente da parte del sindacato stesso, ma non ne ha ancora fissato la convocazione. Vista la situazione, è necessario che vengano informati in modo puntuale e adeguato tutti coloro che saranno coinvolti dalle chiusure, lavoratrici e cittadinanza, attorno al futuro dei servizi per la prima infanzia, ora vittima - si legge nella nota sindacale - di una «gestione comunale volta al risparmio». Secondo il sindacato, «deve essere garantita la tenuta occupazionale per le lavoratrici ora impiegate nei servizi, per i quali non servono continui tagli, ma maggiori investimenti sia in termini economici che di personale».