sabato 31 ottobre 2020

LE ETÀ DEI RICOVERATI PER COVID NEGLI OSPEDALI DELL'ULSS 3 SERENISSIMA: AUMENTANO LE PERSONE SOTTO I 50 ANNI

Più ricoverati per Covid sotto i quarant’anni e oltre gli ottant’anni, meno tra i “giovani anziani”. Dimezzati gli under 70, ultranovantenni raddoppiati. L’ULSS 3 Serenissima ha analizzato l’età dei pazienti affetti da Coronavirus nei suoi ospedali, facendo un confronto tra i primi 150 ricoverati della prima ondata epidemica di marzo e i primi 150 ricoverati della seconda ondata d’ottobre.
A registrare una diminuzione di coloro che hanno contratto il virus e hanno avuto, o stanno avendo, necessità di cure ospedaliere, sono soprattutto i pazienti della fascia d’età intermedia che va dai 60 agli 80 anni. Gli under 70 (60-69 anni) sono più che dimezzati: i 25 ricoverati della prima ondata sono scesi a 12 in questa seconda. E una diminuzione è avvenuta anche per gli under 80 (70-79 anni), passati dai 46 di marzo ai 30 di ottobre.
Saliti, ma di soli due, i ricoverati under 40 (fino ai 39 anni), passati dai 5 della prima ondata epidemica ai 7 della seconda. Gli under 50 (40-49 anni), pur parlando di piccoli numeri, sono quasi raddoppiati, aumentando dai 6 ricoverati di marzo agli 11 di ottobre. Salito anche il numero dei ricoveri di pazienti under 60 (50-59 anni), passati da 21 a 25.
La categoria dei ricoverati molto anziani subisce invece una crescita: se gli over 80 (80-89 anni) salgono di 8 pazienti, passando dai 41 della prima ondata ai 49 della seconda, gli ultranovantenni sono più che raddoppiati: a marzo gli ospedali dell’ULSS 3 ne ospitavano 6, a ottobre sono 16.
«I “giovani anziani” sembrano essere al momento meno coinvolti rispetto alla prima ondata epidemica», sottolinea il direttore generale dell’ULSS 3 Serenissima, Giuseppe dal Ben. «La maggior parte di loro, ancora autonomi e in grado di vivere una vita sociale piena, ha sicuramente compreso appieno ciò che l’ULSS raccomanda loro da mesi per evitare il contagio: l’utilizzo della mascherina, la distanza di un metro, l’igienizzazione delle mani, l’evitare assembramenti».

NUOVI ALBERGHI DI LUSSO A CANNAREGIO E A MURANO NONOSTANTE IL CALO DI TURISTI. E A MESTRE GLI OSTELLI GIÀ SI RITIRANO

Gli hotel di Venezia sono in crisi, ma già fervono i lavori per aprirne di nuovi. Ponteggi in allestimento infatti a Cannaregio, dove palazzo Giovannelli diventerà il nuovo Rosewood Venice a gestione cinese: l’imponente edificio, incastonato tra Santa Fosca e il rio di Noale, sarà l’ennesimo albergo di lusso in laguna e verrà inaugurato nel 2023. Conterà almeno 50 camere, due ristoranti esclusivi, un centro benessere con spa, zona fitness e sala congressi.

Ma l’attenzione particolare dei colossi orientali dell’ospitalità per Venezia non si ferma qui: nonostante la delibera cosiddetta "blocca alberghi", approvata dal consiglio comunale, nuovi hotel continuano a sorgere sulla base di progetti di cambio di destinazione d’uso, già approvati in precedenza e in attesa di essere sviluppati, come nel caso di palazzo Giovannelli.
Ad esempio sorgerà a Murano sempre nel 2023, dove la delibera non è operativa, The Langham Venice, un mastodontico complesso alberghiero (di lusso, ovviamente) negli spazi dell’ex Casino Mocenigo. Qui, tra gli affreschi degli allievi di Paolo Veronese che verranno restaurati per i clienti della struttura, Langham Hospitality Group di Hong Kong realizzerà 138 camere, un cortile con piscina, due ristoranti, un rooftop bar, una sala da ballo e una «Chuan spa» basata sulle filosofie curative della medicina cinese.
Mentre il lusso continua a prosperare lungo la Via della Seta, il progetto dell’accoglienza a basso costo realizzato in via Ca’ Marcello a Mestre inizia invece a scricchiolare. L’ostello della catena irlandese Wombat’s è il primo a chiudere i battenti, licenziando tutti i dipendenti: «La chiusura dello Wombat’s - commenta il capogruppo di Terra e Acqua al consiglio comunale, Marco Gasparinetti - dovrebbe convincere della necessità di un cambiamento rispetto all’ostinazione a perseguire la monocoltura turistica».
In attesa di nuovi sviluppi, e nuovi cantieri, il 5 novembre avrà luogo una seduta straordinaria del consiglio comunale relativa alla vicenda dei Pili, che in modo più o meno diretto riguarda anche la trasformazione in hotel di altri due palazzi veneziani, Donà e Poerio-Papadopoli, venduti dal Comune e acquisiti dal magnate di Singapore Ching Chiat Kwong.

LA ROTTURA DI UN TUBO ALLAGA CAMPO SAN POLO: DANNI A SCANTINATI, INGRESSI E NEGOZI

Attorno alle ore 8.30 di stamane in campo San Polo a Venezia un tubo dell'acquedotto andato fuori uso ha provocato l'allagamento subitaneo dell'intera superficie, con danni agli scantinati, agli ingressi degli edifici e ai negozi.
Sono intervenuti i vigili del fuoco con le idrovore e i tecnici di Veritas per contenere la piena: per procedere ai lavori, l'erogazione idrica soprattutto ai piani alti è stata sospesa

"DALLE SALINE AGLI ALTOPIANI", L'ESPOSIZIONE SUL PAESAGGIO VENETO INAUGURA OGGI IN GIUDECCA CON IL PITTORE SANDRO VARAGNOLO

C'è anche l'artista chioggiotto Sandro Varagnolo tra i partecipanti alla mostra collettiva "Dalle Saline agli Altopiani", che verrà inaugurata oggi pomeriggio -sabato 31 ottobre- alle ore 17.30 nella galleria Sant'Eufemia, al civico 597 in Giudecca a Venezia. L'esposizione rimarrà visitabile fino al 14 novembre, ed è dedicata al paesaggio veneto: «Le mie opere - spiega Varagnolo - sono il risultato finale di una ricerca paesaggistica che ha visto la luce nel momento più buio del lockdown.
A tal proposito, ho realizzato una serie di studi e qualche dipinto concentrandomi in particolare sulla Madonna del Sagraéto a Chioggia, ricercando una luce diversa, o meglio un'impressione differente. Ringrazio l'organizzazione della galleria Sant'Eufemia per aver supportato l'arte figurativa in un momento così triste per Venezia e per l'Italia. La pittura è ancora in grado di emozionare e aprire finestre sul futuro dell'uomo», conclude l'artista.

venerdì 30 ottobre 2020

I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO PROTESTANO CONTRO I DECRETI: «FERMATI ANCHE SE SEGUIVAMO PROTOCOLLI RIGIDI»

I lavoratori della cultura e dello spettacolo si sono riuniti questa mattina a Venezia, davanti alla sede del Consiglio regionale, per manifestare contro il decreto del governo che ha sospeso fino al 24 novembre le attività di cinema, teatri e spettacoli dal vivo. La protesta, organizzata dai sindacati confederali di categoria Slc CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL in contemporanea in numerose piazze italiane, ha coinvolto centinaia di operatori di un settore già in crisi, penalizzato anche nel fronte dei sussidi.

Un’assenza che secondo i sindacati rischia di sfociare in un dramma sociale. È così per le realtà dei luna park, dei circhi e degli spettacoli viaggianti: «Chiediamo semplicemente di lavorare - afferma Marco Buzzacchi, rappresentante sindacale triveneto di Snav CGIL - ma forse non si rendono conto che dal 23 febbraio a noi è stato imposto un lockdown fisso».
Sono molti i settori in difficoltà: «La danza non è uno sport, e quindi non ha alcuna copertura», dichiara Ornella Camillo, coordinatrice di Assodanza Veneto, ai microfoni di Azzurra Network. «I ragazzi, che si apprestano a compiere anche carriere professionistiche, sono fermi, bloccati. Eppure le scuole di danza seguivano protocolli ferrei, rigidi. Ci rendiamo conto che la situazione sanitaria è grave, ma non siamo noi gli untori».
Anche il teatro è duramente colpito: «Se dobbiamo chiudere per questa emergenza sanitaria - commenta Giulio, attore veneziano - dobbiamo avere un tavolo di discussione, compiere scelte comuni e mettere in campo le innovazioni necessarie affinché il comparto funzioni meglio, sia più garantito, con lavori più sicuri e un welfare più sostanzioso».

ENTE BILATERALE VENETO-FRIULI: CORSI DI FORMAZIONE A NOVEMBRE E DICEMBRE PER 29 NEGOZI E BOTTEGHE ARTIGIANE DI CHIOGGIA

L'Ente Bilaterale Veneto-Friuli Venezia Giulia organizza da novembre e dicembre nuovi corsi per i 29 negozi e botteghe artigiane di Chioggia (e non solo) che hanno aderito all'invito di partecipare, iscrivendo 56 tra titolari e dipendenti. Si tratta di una formazione specifica relativa ai social network, alle tecniche di vendita (anche gestendo la psicologia del cliente e le sue obiezioni), all'e-commerce. A gennaio 2021 l'Ente metterà altresì a disposizione consulenze individuali gratuite per concretizzare i temi affrontati durante i corsi collettivi, tagliate su misura per le singole aziende. I corsi sono finanziati dal Fondo Sociale Europeo, grazie a progetti predisposti dalla Regione Veneto.

giovedì 29 ottobre 2020

IN FONDAMENTA A VENEZIA ARRIVA LA "BRICOLA ELETTRICA" PER LE RICARICHE NAUTICHE, MA LA SUA ADOZIONE SARÀ MOLTO CAUTA E GRADUALE

Il futuro è elettrico, a cominciare dalla mobilità. Se per le automobili l’inevitabile transizione verso l’abbandono dei motori endotermici sembra finalmente prendere piede, per la nautica la questione è più complicata, almeno in Italia: ma a dare impulso a questa rivoluzione sostenibile del trasporto nautico si schiera E-Concept, startup ecologica che proprio dalla città d’acqua vuole partire per realizzare un’infrastruttura di ricarica per le imbarcazioni elettriche.

Il progetto si chiama E-Dock ed è stato presentato oggi ufficialmente in una conferenza stampa virtuale, in concomitanza con il lancio della campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Ecomill. E-Dock è una palina elettrificata per l’alimentazione e la ricarica elettrica di imbarcazioni da diporto, da lavoro o per il trasporto passeggeri, caratterizzata da un design che si integra perfettamente nel tradizionale contesto veneziano, e realizzata in materiali totalmente riciclabili. Il prototipo è stato collocato in fondamenta Ormesini a Cannaregio.
L’iniziativa è ambiziosa, e vede già coinvolti numerosi partner tra i quali Enel X, che prevede la fornitura tecnologica per il sistema di ricarica pubblica, e i produttori di motori nautici elettrici Edyn Marine e Huracan, i quali forniscono imbarcazioni con motore elettrico per tutto il periodo di testing. E-Concept ha anche siglato un accordo commerciale con Veritas, principale società multiutility veneziana, per la fornitura -entro la fine del 2020- di paline per la ricarica dei loro due mezzi elettrici sperimentali per lo smaltimento dei rifiuti.
Se l’obiettivo della realizzazione di questa rete infrastrutturale elettrificata attraverso e-dock è lodato da tutti gli stakeholder, non mancano le riserve sulla complessità dell’operazione, che dovrà in ogni caso essere estesa a tutta la laguna: «Aggiungere questo ultimo miglio nautico a una rete di mobilità sostenibile - commenta Claudio Fiorentini di Confindustria - rappresenta una sfida importante da vincere per una città come Venezia, che è partenza e arrivo per le rotte da Jesolo al delta del Po».
La Provveditrice alle Opere Pubbliche, Cinzia Zincone, si dice disponibile ad appoggiare a questo progetto: «Tutte le cose difficili sono belle, ma magari non avvengono. Mi sembra invece che questa collaborazione, studiando nel modo migliore i percorsi, possa essere una vittoria per tutti».
Interessato, ma cauto, l’amministratore delegato di Veritas Andrea Razzini: «La tecnologia elettrica è la più prossima a entrare nella nautica, ma l’elettrificazione del parco mezzi aziendale avanzerà comunque con lentezza, il ricambio avverrà di anno in anno e per ora la sostituzione totale è impensabile».
Venezia con le sue peculiarità, e l’altissima densità di imbarcazioni, può diventare un simbolo e un’apripista per questo settore: «I fondi non mancano, secondo il Ministero dell’Ambiente - sostiene il presidente di Assonautica, Marino Masiero - ma bisogna essere rapidi e concreti a presentare i progetti».

ULSS 3 SERENISSIMA, NEL PRONTO SOCCORSO DEGLI OSPEDALI VENEZIANI IN AUMENTO I PAZIENTI CON SINTOMI COMPATIBILI AL COVID-19

Crescono nei reparti di Pronto Soccorso dell'ULSS 3 Serenissima, senza destare fin qui preoccupazione, gli accessi di persone che lamentano sintomi da Covid-19. Per contro calano, anche se in modo non particolarmente sensibile, gli accessi per patologie non collegate al virus. «Anche il Pronto Soccorso negli ospedali veneziani - spiega il direttore generale Giuseppe dal Ben - stanno gradualmente ripresentando la situazione che si era creata con la prima ondata del contagio, a primavera: ridotti gli accessi per le patologie consuete, contemporaneamente cresce, anche se in misura fin qui limitata e gestibile senza allarmi, il numero di utenti che fa riferimento al Pronto Soccorso per sintomi potenzialmente compatibili con il Covid-19».
Il calo degli accessi complessivi è stato sensibile nell'ultima settimana: -28% a Mestre, -20% a Dolo, -17% a Mirano. La riduzione è confermata anche confrontando gli accessi di settembre e quelli di ottobre: in questo caso è il Pronto Soccorso di Venezia a registrare la diminuzione più sensibile, -26%. Negli ultimi quindici giorni, tuttavia, i Pronto Soccorso hanno registrato l'aumento del 21% dei tamponi positivi. Va però evidenziato che l'accesso di persone positive ai Pronto Soccorso resta molto limitato, rispetto al totale degli accessi giornalieri: risultano infatti positive tre persone ogni cento.
I dati del Pronto Soccorso dell'Angelo aiutano ad inquadrare la dimensione del fenomeno: a Mestre, infatti, nel mese di ottobre sono stati accolti come "sospetti Covid" 354 utenti, per una media di 13 persone ogni giorno. Di queste, solo 121 persone (cioè 4-5 al giorno di media) sono poi risultate positive al tempone. Questi numeri vanno rapportati al totale dei positivi che si registrano nell'ULSS 3 Serenissima, attualmente 2473, la stragrande maggioranza dei quali sono isolati a domicilio, con una percentuale di asintomatici superiore al 95%.

mercoledì 28 ottobre 2020

RISTORATORI ED ESERCENTI "APPARECCHIANO" SUI MASEGNI DI CAMPO S.STEFANO PER PROTESTA: «RISCHIO 300MILA POSTI DI LAVORO»

Tavoli apparecchiati a terra e partecipanti a gambe incrociate sui maségni. Si è svolta così, in campo Santo Stefano a Venezia, la manifestazione organizzata da ristoratori ed esercenti contro le misure restrittive per il contenimento della pandemia imposte dall’ultimo decreto del governo. In contemporanea con molte altre piazze italiane, dalle 11.30 cuochi, baristi, camerieri, ma anche pasticceri e bagnini, si sono dati appuntamento per protestare in particolare contro l’obbligo di chiusura dei locali alle ore 18.
Una manifestazione pacifica, promossa dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi e da Confcommercio, in collaborazione con l'Associazione Esercenti Pubblici Esercizi e con l'Associazione Nazionale Banqueting e Catering, cominciata con l’esecuzione alla tromba del Silenzio e conclusasi sulle note dell’inno di Mameli. Gli esercenti sono allarmati per la drammatica situazione economica: «Oltre 300mila posti di lavoro nel settore rischiano di scomparire definitivamente», dichiara Ernesto Pancin, segretario di AEPE. «Tutto questo oggi costa caro a noi, ma il conto lo pagherà anche tutto il paese».
Arriva poi l’affondo contro il governo: «Ci danno degli untori - prosegue Pancin - per coprire la loro incapacità di governare e trovare soluzioni ai veri centri di contagio: autobus, aerei, treni, metropolitane e vaporetti». Presente anche l’assessore alle Attività Produttive Sebastiano Costalonga, doppiamente coinvolto in quanto socio di un locale in campo Santa Margherita, che si è detto solidale con le associazioni promotrici: «Mi auguro che questo governo ascolti almeno voi».
Nessun commento dell’assessore, però, quanto al mancato aumento delle corse dei vaporetti chieste a gran voce dalla cittadinanza all'ACTV per evitare assembramenti nei mezzi di trasporto pubblici. Che la situazione sia complicata e difficile lo testimoniano infine le parole di Elio Dazzo, presidente di AEPE: «Siamo gli ambasciatori dell’agroalimentare. Le città hanno bisogno di noi, noi abbiamo bisogno delle persone: fateci lavorare, chiediamo solo questo».

GOVERNO, 5 MILIARDI NEL DECRETO: METÀ NEL CONTO CORRENTE DI BAR, RISTORANTI, TEATRI, CINEMA, PISCINE E PALESTRE ENTRO NOVEMBRE

Nel perdurare dell'emergenza sanitaria e delle restrizioni governative che lo scorso sabato notte hanno chiuso per un mese i bar e i ristoranti a partire dalle ore 18 di ogni giorno, l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha approvato l'emanazione di un nuovo decreto, definito "Ristori", il quale si prefigge lo scopo di sostenere le attività economiche destinate a subire grosse perdite dall'attuale situazione.
Nel decreto, fra gli altri provvedimenti, sono previsti contributi a fondo perduto per oltre 2 miliardi di euro. Il ministro Gualtieri ha dichiarato che i finanziamenti arriveranno alle imprese coinvolte automaticamente nel conto corrente, entro il 15 novembre. I beneficiari sono stati suddivisi in categorie, in base alle quali il ristoro varia dal 100% per gelaterie, pasticcerie e bar senza cucina al 400% per le sale da ballo, passando attraverso ristoranti e alberghi (150%) e piscine, palestre, teatri, cinema (200%). I contributi comunque non saranno superiori a 150mila euro per ogni singolo destinatario.
Inoltre, le assunzioni di agenti della polizia locale da parte dei Comuni saranno svincolate dalle limitazioni finanziarie vigenti; vengono destinati 85 milioni per la didattica integrata a distanza, e creato un fondo di 50 milioni per le associazioni sportive dilettantistiche. Al turismo sono indirizzati 400 milioni in più, 100 milioni alle librerie e alla filiera editoriale. Ristorati con 200 milioni anche gli operatori delle fiere internazionali a cui partecipa l'Italia.
Infine, i proprietari degli immobili sono esentati dal pagamento della seconda rata dell'IMU, con proroga di dieci settimane (fino al 31 gennaio) degli ammortizzatori sociali per i lavoratori, compreso il reddito di emergenza fino a tutto novembre. Sempre al 31 gennaio è prorogato il blocco dei licenziamenti, mentre una indennità una tantum di mille euro sarà attribuita ai lavoratori stagionali dello spettacolo e del turismo.

SCLEROSI LATERALE AMNIOTROFICA, ALL'OSPEDALE DELL'ANGELO DI MESTRE ARRIVA LA "MACCHINA PER LA TOSSE"

La "macchina per la tosse" è arrivata all’ospedale dell’Angelo di Mestre, grazie alla donazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amniotrofica. Il macchinario, altamente sofisticato, vale 4000 euro e stimola il paziente a tossire per favorire l’eliminazione delle secrezioni, e ritardare l'insufficienza respiratoria nei malati di SLA. Attraverso pressioni positive e negative, la "macchina della tosse" è in grado di aiutare la muscolatura respiratoria: «Questo è utile a ritardare complicanze polmonari nella fase precoce della malattia - spiega il primario di Pneumologia dell’Angelo, dottor Lucio Michieletto - favorendo il drenaggio e l’espulsione delle secrezioni».
Il macchinario verrà gestito e azionato da fisioterapisti esperti e debitamente formati al suo utilizzo. L'acquisto, destinato al reparto di Pneumologia e a tutti i malati di SLA in fase iniziale che vi transitano, è frutto di una raccolta di fondi per la quale la sezione AISLA di Venezia si sta impegnando da anni. La donazione si inscrive all’interno del progetto “Terapia fisica e assistenza tosse in soggetti affetti da SLA”, e comprende altri 6000 euro da impiegare in un nuovo progetto in via di definizione. «Si tratta di migliorare l’assistenza degli affetti dalla malattia, che periodicamente afferiscono al reparto», dice il presidente di AISLA Andrea Ranza, che ha consegnato personalmente la "macchina per la tosse" al primario Michieletto, alla presenza della direttrice ospedaliera Chiara Berti, della pneumologa Silvia Iovino e del consigliere dell'associazione Luca Petillo.

martedì 27 ottobre 2020

LA "VENEZIA ANNO ZERO" DI ANDREA MORUCCHIO, IL CORTOMETRAGGIO CHE RISCOPRE L’ESSENZA DELLA CITTÀ D'ACQUA

Una Venezia inedita e allo stesso tempo familiare, come solo un luogo dell’anima può essere. È quella che emerge dal cortometraggio "Venezia Anno Zero", girato dall’artista, fotografo e videomaker veneziano Andrea Morucchio durante il lockdown, e proiettato almeno fino al 12 novembre alla Bottega Cini di San Vio. Tredici minuti di immagini “rubate”, ovvero riprese senza permesso tra il 17 marzo e il 17 maggio, in una Venezia deserta e improvvisamente libera dalla pressione dell’overtourism.

Un progetto che fin dal titolo rosselliniano evoca simultaneamente realismo e poesia: «Il lockdown - commenta Morucchio ai microfoni del network Azzurra - ha fatto riemergere quello spirito primitivo della città che ha stimolato la forza visionaria dei primi abitanti delle barene a creare qualcosa di straordinario». Una città svuotata, silenziosa che torna a essere patrimonio di tutti, veneziani per primi, grazie alla sua pura bellezza colta con grazia e talento visivo dall’artista locale.

Ma dietro alla meraviglia e alla perfezione formale delle inquadrature, e alla ricercata cura del suono, si mostra in bella vista anche un necessario messaggio socio-politico: «Vorrei che il visitatore fosse stimolato da questa armonia, da tanta bellezza - continua l’autore - proprio come lo era stato, in maniera totalmente diversa, dalla mia installazione multimediale del 2015 “The Rape of Venice”. Raggiungendo la parte emotiva dello spettatore, con “Venezia Anno Zero” vorrei che il pubblico svolgesse automaticamente una riflessione attorno a cosa sta succedendo a questa città».
Il cortometraggio è un atto d’amore e d’artista per la sua città, un viaggio emozionante e coinvolgente che continua a commuovere gli spettatori, alcuni dei quali sono stati intervistati dallo stesso Andrea Morucchio a corollario del progetto VAZ. «Si percepisce in chi ha visto il film - conclude il regista - la motivazione a esprimersi, a fare qualcosa contro la devastazione di una città che è in mano alle speculazioni più ardite».

lunedì 26 ottobre 2020

LA VICENDA DEI PILI APPRODA IN PARLAMENTO CON FERRAZZI. INTANTO LE OPPOSIZIONI CHIEDONO UN CONSIGLIO STRAORDINARIO

“L’affare Pili” non accenna a sgonfiarsi. Lo sviluppo urbanistico dei terreni situati tra l’inizio del ponte della Libertà e Porto Marghera è al centro di interrogativi sempre più pressanti: la proprietà dell’area acquisita da Luigi Brugnaro attraverso la società Porta di Venezia nel 2005 è confluita poi nel blind trust a cui è ricorso il primo cittadino sul finire del 2017. Ma il trust -che ha mantenuto invariata la governance del gruppo e il management della società- non sarebbe sufficiente a mettere a riparo il sindaco da un presunto conflitto di interessi.
Dopo la richiesta di convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale in materia, che ha raccolto l’adesione trasversale delle minoranze e raggiunto il numero di firmatari necessario affinché la richiesta venga accolta, ora la questione approda anche a Roma. Il senatore veneziano del PD Andrea Ferrazzi, assieme a undici colleghi, ha infatti chiesto alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di intervenire, facendo riferimento all'articolo 78 del Testo unico per gli enti locali (D.Lgs. 267/2000), secondo il quale «gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti».
L'obbligo tuttavia non viene applicato ai piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore. E sarebbe proprio questo il caso: secondo le opposizioni, Brugnaro avrebbe ripetutamente violato la norma, partecipando e intervenendo alla seduta consiliare del 5 febbraio 2018 che approvò un ordine del giorno in cui venne espresso parere favorevole al poderoso sviluppo urbanistico dei Pili il quale, per essere attuato, necessitava dell'approvazione di varianti alla strumentazione urbanistica comunale.
Nel mirino dei parlamentari anche successive delibere della giunta comunale, datate 2018 e 2019, in cui è stato votato il cambio di destinazione di spesa per la costruzione di un ponte ciclopedonale da San Giuliano all’area del Pili, e un’altra nella quale è stata prevista la realizzazione di un nuovo canale che collegherà direttamente la zona dei Pili con la Marittima e il centro storico di Venezia attraverso il canale Vittorio Emanuele III.
Tornando al consiglio comunale invece, per Andrea Martini non c’è solo la questione del conflitto d’interessi: «Ciò che preoccupa per l’area dei Pili è la situazione ambientale», sostiene il capogruppo di Tutta la Città Insieme. «Se il conflitto pesa in ambito politico e sulla gestione della città - continua l'ex presidente della Municipalità di Venezia - ancor più pesa la spada di Damocle dei rifiuti tossici, perché col passare del tempo la tossicità si ramifica in profondità, le arginature sono sempre meno efficaci nell’azione di contenimento e gli effetti di eventi atmosferici devastanti rendono questi luoghi giorno dopo giorno sempre più pericolosi».

A complicare ulteriormente la vicenda, la vendita di due palazzi di proprietà del Comune di Venezia al magnate Ching che avrebbe dovuto poi partecipare ai piani di sviluppo dell'area dei Pili, non andati a buon fine a causa delle mancate bonifiche. Proprio su questo pone l’accento Marco Gasparinetti di Terra e Acqua: «Come portavoce della piattaforma civica 25 Aprile - spiega l'ex candidato a sindaco - a cavallo fra il 2017 e il 2018 e assieme ad altri avevo fatto rilevare la coincidenza fra il soggetto terzo di cui già allora si parlava per le bonifiche ai Pili e quello a cui il Comune di Venezia aveva venduto il palazzo Poerio Papadopoli, sede del Comando della Polizia Municipale, e Palazzo Donà ex sede dei Servizi Sociali».

domenica 25 ottobre 2020

NUOVO DECRETO: BAR E RISTORANTI, STOP ALLE ORE 18. CHIUSI I CINEMA, I TEATRI, LE PALESTRE E LE PISCINE

È arrivata nella notte la firma al nuovo decreto governativo da parte del presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Come prevedibile, porterà a una nuova stretta da domani fino al 24 novembre, catapultando l'Italia in un sistema di chiusure che manterrà operativi solo i luoghi di lavoro e non quelli di svago: i bar e i ristoranti saranno costretti a serrare le imposte alle ore 18, ma saranno aperti nei giorni festivi (a differenza delle bozze circolate nelle scorse ore).
Stop alle attività dei cinema, teatri, piscine, palestre, centri benessere, mentre lo sport agonistico potrà avere luogo solo a porte chiuse. Per gli istituti scolastici superiori sarà possibile effettuare la didattica a distanza anche oltre il 75% del tempo: in alcune Regioni è scontato che verrà resa totale per l'intero periodo. Sarà tuttavia consentito effettuare i concorsi pubblici e privati che abilitano all'esercizio di una professione. Qui il testo del decreto.

SALVAGUARDIA DELLA BASILICA DI SAN MARCO DALL'ACQUA ALTA, IL PROGETTO DELLA PROCURATORIA OPERATIVO IN 4-5 MESI

Non c’è tempo da perdere per salvare la Basilica di San Marco dalle acque medio-alte sempre più frequenti. «Abbiamo avuto più di 5 acque alte in agosto, un numero infinito di acque alte in settembre e nel mese di ottobre la Basilica è stata sommersa praticamente tutti i giorni», commenta il Primo Procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin alle telecamere di Chioggia Azzurra.

I cambiamenti climatici incombono e sono sotto gli occhi di tutti sia per la violenza che per la frequenza dei fenomeni: «Questo comporta - continua Tesserin - che se prima le acque alte che si alternavano a condizioni di maree normali consentivano che la salsedine venisse un po’ alla volta eliminata dall’acqua dolce, adesso questo non avviene più. Per cui tutti i marmi e i pavimenti che abbiamo in Basilica si stanno sgretolando con una velocità incredibile. Bisogna provvedere obbligatoriamente».
Per trovare una soluzione condivisa a questa sfida contro il tempo, le realtà da conciliare sono molte, ma ora la mediazione non può più attendere: pochi giorni fa si è infatti svolto l'atteso vertice, in modalità online, tra tutti i soggetti in campo per la difesa di San Marco, dalla Provveditrice alle Opere pubbliche Cinzia Zincone al prefetto Vittorio Zappalorto, dalla commissaria al MOSE Elisabetta Spitz al Comune, alla soprintendente Emanuela Carpani.
E ovviamente Tesserin: «Il dato importante che abbiamo registrato - prosegue il Primo Procuratore - è che le realtà istituzionali deputate a decidere nel merito hanno stabilito di mettere assieme nel giro di dieci giorni l'ipotesi di lavoro definitiva da inviare al Ministero per i Beni Culturali, finalizzata alla messa in sicurezza della Basilica e, parallelamente, dell’area marciana».
Tesserin spera in un’accelerazione, anche in vista della riunione del Comitatone che si terrà a Roma ai primi di novembre: «Con il progetto che abbiamo fatto noi (quello delle lastre in vetro per fermare le maree realizzato da Mario Piana, architetto e proto di San Marco e dall’ingegnere Daniele Rinaldo, ndr) potrebbe essere che nel giro di 4-5 mesi si arrivi alla conclusione».
Un progetto reversibile e transitorio, che nelle parole dell'ex consigliere regionale «non mette la camicia attorno a San Marco». Dovrà essere attuato nel più breve tempo possibile, finché non si eleverà tutta l’insula di San Marco e non sarà più necessario avere questa protezione, oltre a quella del MOSE, indipendentemente dal livello di marea a cui verrà deciso di alzarlo.
«Questi sono gli obiettivi attorno ai quali stiamo lavorando con tanta fatica - conclude Carlo Alberto Tesserin - perché muoversi all’interno della realtà di Venezia è sempre molto complicato. Ma cerchiamo di poter dire che, se i veneziani storici sono riusciti a far sì che la Basilica sia rimasta in vita per quasi mille anni, noi abbiamo il dovere di farla vivere bene per altrettanti mille».