domenica 28 febbraio 2021

CON IL PROGETTO VENISIA L'UNIVERSITÀ DI CA' FOSCARI E IL COMUNE DI VENEZIA PROMUOVONO L'IMPRENDITORIA GIOVANILE SOSTENIBILE

Le risorse dell'Università di Ca' Foscari per favorire lo sviluppo di nuova imprenditoria giovanile a Venezia. Il progetto VeniSIA, deliberato negli scorsi giorni, attuerà il protocollo d'intesa con il Comune, finalizzato a promuovere il cosiddetto "Acceleratore di innovazione sostenibile": l'iniziativa avrà sede nel capoluogo lagunare, e provvederà a incrementare l'utilizzo di soluzioni tecnologiche ispirate ai cambiamenti climatici, in adozione dell'Agenda 2030 dell'ONU.
Venezia quindi si offre quale modello d'avanguardia, grazie alla reciproca collaborazione tra gli enti e le imprese, che troveranno supporto non solo economico ma anche operativo. «L'idea del progetto - afferma la rettrice di Ca' Foscari, Tiziana Lippiello - è del professor Carlo Bagnoli. Si tratta di premiare un capitale inestimabile: gli studenti e i ricercatori, il loro talento e le loro idee da promuovere per un futuro inclusivo, in grado di attrarre e realizzare progetti internazionali».

sabato 27 febbraio 2021

"VENEZIA E MUSEI OSTAGGIO DEL TURISMO", A RIALTO LA MANIFESTAZIONE DEI LAVORATORI: RIPENSARE IL SISTEMA CULTURALE DELLA CITTÀ

I Musei Civici di Venezia rimangono chiusi. I quattro giorni di apertura di palazzo Ducale e museo Correr durante Carnevale sono solo la conferma di come la cultura, in città, sia legata esclusivamente alle presenze turistiche, oggi ben lontane dai milioni di visitatori pre-pandemia: a sostenerlo sono i lavoratori dei musei, i cittadini, le associazioni e i comitati che si sono riuniti questo pomeriggio a Rialto, per chiedere alle istituzioni un deciso cambio di rotta verso le politiche culturali veneziane.

Dall’altra parte, lo confermano e lo rivendicano a più riprese le esplicite dichiarazioni del sindaco, della presidente dei Musei Civici Mariacristina Gribaudi e di alcuni esponenti dell’amministrazione comunale: senza turisti, non si riapre. Uno scontro culturale che non riguarda solo i musei, ma due idee e due visioni della città -e del suo futuro- diametralmente opposte e incompatibili.
Massiccia, come ci si attendeva, l’adesione alla manifestazione promossa dai curatori della pagina facebook “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali” e da SALE Docks, ma sostenuta da numerose realtà cittadine, dalle maestranze dello spettacolo a "Professione: educatore museale", dai collettivi LISC e Non Una di Meno a rappresentanze civiche come Tutta la Città Insieme e Gruppo 25 Aprile.
Tra le richieste dei manifestanti l’azzeramento del consiglio di amministrazione della Fondazione Musei Civici, la ripresa di tutte le attività museali non rivolte al pubblico, la riapertura dei musei e l’istituzione di un tavolo con il Comune, il Ministero e le parti sociali per costruire un piano di riforma strutturale dell’intero sistema culturale veneziano.
Se le istituzioni locali si sono già dimostrate impermeabili a questo genere di richieste, al centro della questione rimane lo stesso modello di città (e di turismo) con cui Venezia continuerà ad affrontare la crisi dovuta alla pandemia e, soprattutto, come il capoluogo veneto vorrà presentarsi al mondo quando finalmente l’emergenza sanitaria sarà terminata.

ULSS 3 SERENISSIMA, IL COMMIATO DI GIUSEPPE DAL BEN: «GRAZIE AI COLLABORATORI, RAGGIUNTI RISULTATI IMPORTANTI»

Da ieri Giuseppe dal Ben non è più il direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima. Le scelte della Regione Veneto lo portano a dirigere l'importante azienda ospedaliera dell'Università di Padova, ma il manager e medico 64enne -originario di Oderzo- ha inteso esprimere i propri sentimenti di gratitudine ai collaboratori e agli utenti veneziani e metropolitani, dopo otto anni proficui di lavoro in laguna e in terraferma.

«Grazie a quanti - scrive Dsl Ben - espressione delle istituzioni e della comunità, hanno seguito la quotidiana attività dell'ULSS che ho avuto l’onore di guidare. Rivolgo il mio sincero ringraziamento per la collaborazione alle autorità civili, religiose e militari, agli amministratori locali, agli enti, associazioni, forze politiche, economiche e sociali, agli organi di informazione, per la disponibilità e la fiducia che mi sono state sempre accordate, le quali mi hanno consentito di assolvere al compito con serenità ed entusiasmo.

In questo periodo - continua l'ex dg - sono state numerose le espressioni di stima e di affetto che ho ricevuto: le considero come un riconoscimento di tutto il lavoro svolto per costruire una sanità degna di questa terra eccezionale, secondo gli obiettivi dati dalla Regione Veneto e all'interno della programmazione sanitaria regionale. Quanto di positivo è stato realizzato, mi preme sottolinearlo, è certamente il frutto del pieno accordo e dello sforzo comune reso possibile dalla collaborazione instaurata con tutte le autorità, con la magistratura, con le realtà espressione della società civile.
Ogni risultato conseguito - conclude il dottor Giuseppe dal Ben - non sarebbe giunto senza l'apporto fattivo, appassionato e leale di tutti i miei collaboratori, che si sono distinti per l'alta professionalità, la costante dedizione e il vivo spirito di servizio. Un ringraziamento speciale va quindi al personale dell'ULSS 3 Serenissima e alle organizzazioni sindacali, ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta: assieme, hanno sempre dato molto e hanno permesso di raggiungere traguardi importanti di efficienza, pubblicamente riconosciuti. Porterò con me, indelebile, il ricordo di questo periodo che ha segnato la mia vita, in una città e in un territorio che merita ogni impegno e ogni successo».

VERTENZA ACTV, LETTERA DEI SINDACATI AGLI UTENTI DEI TRASPORTI: «I LAVORATORI PAGANO, I DIRIGENTI SPARTISCONO BENEFIT»

I sindacati di categoria del trasporto pubblico locale hanno scritto una lettera aperta agli utenti di ACTV e Vela, riguardo la vertenza che li vede in conflitto con l'azienda dopo la decisione della holding AVM di stracciare gli accordi integrativi di secondo livello per il personale dipendente.
Intenti di chiarezza e trasparenza muovono le sigle sindacali, che rivendicano la convocazione del tavolo istituzionale in Prefettura e «stigmatizzano le affermazioni false, irrispettose e diffamatorie operate dai soggetti che, con un tentativo maldestro, cercano di screditare i lavoratori etichettandoli come “privilegiati” e insensibili ai bisogni della città».
Le organizzazioni sindacali chiedono che ogni ente con competenza relativa alla mobilità si assuma la propria parte di responsabilità, evitando di far pagare ai lavoratori e ai cittadini il drastico calo della presenza turistica. Nello specifico, secondo CGIL, CISL, UIL, UGL, Cobas e CISAL lo Stato e la Regione devono farsi parte attiva nel contribuire a finanziare i servizi necessari ai cittadini, che prima venivano finanziati con i proventi del turismo.
Inoltre, secondo i rappresentanti dei lavoratori la Regione Veneto deve erogare i ristori messi a disposizione dallo Stato per le aziende del settore, distinguendole tra quelle che hanno garantito davvero i servizi e quelle che hanno utilizzato in modo estensivo la cassa integrazione. Se tali richieste dovessero rimanere inascoltate, i rischi per l'utenza riguardano la soppressione del ferry della linea 17 e della linea 11 (Alberoni-San Pietro in Volta), l'assestamento della linea 4.1 e 4.2 a Fondamenta Nove e San Zaccaria, con la relativa perdita del collegamento all'ospedale e al sestiere di Castello.
Inoltre, verrebbe ridimensionato del 30% il servizio di linea 2 nella tratta piazzale Roma – Rialto, quindi un taglio consistente del servizio automobilistico urbano ed extraurbano per il mancato riconoscimento dei km di attraversamento del ponte della Libertà. Tutto questo, ovviamente, a tariffe invariate per biglietti e abbonamenti.
«Nel 2020 - si legge nella lettera - i lavoratori del gruppo AVM, pur continuando a garantire un’alta qualità e quantità di servizi, si sono assunti l’onere di far risparmiare alla holding complessivamente 22 milioni di euro, mentre i dirigenti si spartivano obiettivi e benefit. Ai cittadini diciamo che questa è la fotografia che mostra realmente chi ha approfittato e tratto vantaggio dal turismo».
Il testo conclude chiedendo al Comune di Venezia di rinunciare alla quota dei titoli di viaggio turistici per il periodo 2021/2022, e di assumere a bilancio (per lo stesso periodo) i costi impropri caricati sulle spalle del gruppo AVM. All'azienda, i sindacati chiedono la presentazione di seri piani industriali che non esplicitino solo i tagli, ma programmino il rilancio per il futuro, oltre al ritiro della disdetta unilaterale dagli accordi integrativi. Per sabato 6 (oppure lunedì 8) marzo è prevista una nuova agitazione, con sospensione delle attività per alcune ore.

venerdì 26 febbraio 2021

EDGARDO CONTATO NUOVO DIRETTORE GENERALE DELL'ULSS 3 SERENISSIMA, GIUSEPPE DAL BEN ALL'AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA

Nella tarda mattinata di oggi, dalla sala della Regione Veneto, il presidente della giunta Luca Zaia ha comunicato i nomi dei nuovi direttori generali delle Unità Locali SocioSanitarie. Al vertice dell'ULSS veneziana, denominata e numerata come 3 Serenissima, arriva il dottor Edgardo Contato: medico, già direttore sanitario dell'ULSS 5 Polesana, sostituirà Giuseppe dal Ben, destinato a dirigere l'azienda ospedaliera dell'Università di Padova.

Contato è una new entry assoluta fra i direttori generali della sanità veneta, scelti dopo la valutazione di 101 curriculum: Zaia ha ricordato le origini contadine del prescelto, che in sede di colloquio lo ha stupito ricordandogli come si provvede alla nascita di un vitello.
Dal Ben, la cui nomina è stata concertata con il rettore dell'ateneo patavino Rosario Rizzuto, avrà il compito di guidare la sanità antoniana verso la realizzazione del nuovo Policlinico universitario, raccogliendo il testimone dal dottor Luciano Flor, ora direttore generale di tutte le ULSS venete.

All'ULSS 6 Euganea è stato designato il dottor Paolo Fortuna, medico che conosce bene tale realtà in quanto attuale direttore dei servizi sociosanitari, mentre all'ULSS 5 Polesana è stata scelta Patrizia Simionato, ovvero colei che dall'Azienda Zero si era occupata in prima persona dei contratti per l'approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale nel corso della prima emergenza Covid.

IL RILANCIO DELL’ARCHIVIO DI STATO DEI FRARI: APERTI CINQUE CANTIERI, IN ARRIVO UNA RIVOLUZIONE DIGITALE "MOREVENETO"

Una rivoluzione in arrivo per l’Archivio di Stato di Venezia. Ora che i cantieri sono effettivamente partiti, il ricco e articolato piano per gli interventi, sia estetici che funzionali, è stato svelato. È lo stesso direttore Gianni Penzo Doria a sottolineare l’importanza delle novità, che riguarderanno non solo il restauro e la messa in sicurezza di alcune parti dell’Archivio, ma anche un rilancio strutturale dell’istituzione veneziana, il quale andrà a beneficio della conservazione e della consultazione del suo immenso patrimonio.
Sono cinque i cantieri programmati che coinvolgono il chiostro di Sant’Antonio, il refettorio d’inverno, la sala di Regia, gli impianti antincendio, di video sorveglianza e di parafulmini, oltre al restauro della sala Regina Margherita e alla sostituzione delle ben 1200 finestre all’ex convento dei Frari.
Gli interventi sono stati finanziati con oltre 4 milioni di euro, ma non saranno solo le strutture del complesso archivistico a godere del piano di rilancio fortemente voluto dal direttore Penzo Doria, da 18 mesi alla guida dell’istituzione: sarà aggiornato anche tutto l’apparato tecnologico, a partire da un nuovo sito pubblico, a nome MoreVeneto, che verrà lanciato il prossimo 12 marzo. Il rinnovamento digitale avverrà anche attraverso la nuova piattaforma integrata, che vedrà la luce nelle prossime settimane e promette grandi cambiamenti nella navigazione tra i fondi archivistici e nella consultazione di inventari e documenti riprodotti con il progetto Divenire.

giovedì 25 febbraio 2021

TOUR ALCOOLICI, DEGRADO E ASSEMBRAMENTI: GLI ABITANTI DI SANTA MARGHERITA LANCIANO UNA PETIZIONE PER CHIEDERE PIÙ CONTROLLI

Dal deserto del lockdown al riaffacciarsi del pendolarismo etilico. A Venezia ritornano le escursioni alcoliche del weekend, un fenomeno ben noto ai residenti, ma che ora -con la delicata situazione epidemiologica in corso- assume una connotazione ancora più preoccupante.
A sollevare il problema, quando ancora non si è spenta l’eco dell’aggressione di una guida veneziana -che aveva sorpreso tre giovani ubriachi mentre espletavano i propri bisogni ai piedi del ponte di Rialto- interviene una petizione rivolta al sindaco e al Prefetto, lanciata dagli abitanti di campo Santa Margherita e delle calli limitrofe, da anni ormai costretti a convivere con eccessi etilici e "tour alcoolici".
Centinaia le firme raccolte in poche ore dagli abitanti della zona, già riuniti in un gruppo Whatsapp anti spaccio, per chiedere un nuovo modo di affrontare la gestione della sicurezza dell’area: non bastano infatti le chiusure di bàcari, osterie e bar alle ore 18, né le ultime ordinanze anti assembramento per i fine settimana a scongiurare episodi di degrado e affollamenti. Eppure proprio sull’aspetto repressivo ha puntato molto l’amministrazione comunale di Venezia, con l’assunzione di nuovi vigili negli ultimi anni, senza però riuscire a contenere o limitare il fenomeno.
Terminato il blocco degli spostamenti applicato alla regione in zona arancione, da tutto il Veneto e dai comuni metropolitani in particolare, sono ricomparse in laguna le gite a base di "ombre" e spritz, anticipate solo nell’orario a causa delle chiusure alle 18 dei locali. Un po’ di respiro per gli esercenti, certo: ma «a quale costo per la città?», si interrogano i residenti delle zone calde. Riprendendo le parole di Luca Fornasier, vittima dell’aggressione dell’altro giorno a Rialto: «Cos’è Venezia? Cosa stiamo facendo della città? È turismo questo?».

mercoledì 24 febbraio 2021

NAVIGAZIONE INTERNA, I CONSIGLIERI REGIONALI MONTANARIELLO E ZOTTIS CHIEDONO CHE I CANONI DEMANIALI RESTINO TUTTI AI COMUNI

I consiglieri regionali Jonatan Montanariello e Francesca Zottis hanno presentato un progetto di legge per modificare la norma regionale relativa alla navigazione interna, suggerendo che i canoni demaniali restino interamente ai Comuni. «Visto che le funzioni amministrative riguardanti la gestione del demanio della navigazione interna sono a carico dei Comuni - sostiene Montanariello - crediamo sia doveroso riconoscere loro anche il 100% degli introiti dei relativi canoni, così da assolvere al meglio i propri compiti. Se trasferiamo competenze, è giusto trasferire le necessarie risorse».
Il disegno di legge, sottoscritto dall'intero gruppo democratico, ha l'obiettivo di cambiare l’articolo 100 bis della legge regionale 11/2001, che conferisce funzioni e compiti alle autonomie locali. «Un articolo - spiegano Montanariello e Zottis - conseguente alla modifica normativa approvata a fine 2017, all’interno della legge di stabilità, con cui la Regione ha delegato ai Comuni tutte le funzioni amministrative riguardanti le concessioni demaniali della navigazione interna, dando "in cambio" il 50% dei canoni riscossi.
Non sono compiti di poco conto: rilascio delle concessioni, vigilanza e contrasto all’esercizio illecito della professione, manutenzione delle vie d’acqua classificate navigabili, rimozione dei natanti abbandonati o sommersi e, appunto, riscossione dei canoni demaniali, inclusi gli oneri istruttori e i depositi cauzionali. Rispetto alla norma precedente, per le amministrazioni locali è un aggravio di lavoro senza mezzi economici adeguati. Per questo - ribadiscono in chiusura i due consiglieri - chiediamo che i Comuni possano trattenere l’intero importo dei canoni, una somma quantificata in 340mila euro l’anno«.

BAGNI PUBBLICI CHIUSI A VENEZIA DOPO LE 18: L'ASSESSORA ZACCARIOTTO, «NON CONVIENE TENERLI APERTI SOLO PER I RESIDENTI»

Una triste similitudine accomuna Musei Civici e bagni pubblici di Venezia. Entrambi infatti verranno aperti completamente solo quando torneranno i turisti: per i residenti, insomma, meglio non avere impellenti necessità culturali né -men che meno- fisiologiche, in particolare dopo le 18, quando anche bar e ristoranti sono chiusi. «Senza richiesta - commenta l’assessora ai Lavori Pubblici, Francesca Zaccariotto - il costo non è sostenibile».
Coerente con le altre scelte di austerity dell’amministrazione comunale riguardo ai servizi da offrire ai residenti della città d’acqua in questi mesi di pandemia, dalla riduzione dei trasporti alla serrata dei musei, la chiusura dei bagni pubblici gestiti dalla partecipata Veritas segue la stessa logica e antepone gli equilibri di bilancio alle necessità di quella che rimane comunque una città, anche senza i milioni di turisti volatilizzati a causa dell’emergenza sanitaria.
«Aprire un bagno costa circa 3000 euro al mese - sostiene Zaccariotto - e se nessuno lo richiede diventa oneroso». Nonostante la questione sia stata sollevata anche in consiglio comunale, i margini per una riapertura più ampia dei bagni pubblici a Venezia e nelle isole sembrano stretti: aprire i servizi igienici solo per i residenti, che usufruiscono di una tariffa agevolata, o per i disabili che hanno l’accesso gratuito, risulta ancora meno sostenibile dal punto di vista economico, sempre secondo l’amministrazione comunale.
Sono 15 le toilette gestite da Veritas in laguna, di queste oggi solo 3 (a piazzale Roma, Rialto e San Marco) risultano parzialmente aperte, con orari diversi e mai oltre le 18. Dopo quell’ora, per chi si trova in città, meglio non avventurarsi in zone troppo distanti da casa o dall’ufficio.

LA CASA DEI TRE OCI VENDUTA AL BERGGRUEN INSTITUTE: DIVENTERÀ UN CENTRO CULTURALE PER RIPENSARE IL FUTURO

La trattativa che per mesi ha impensierito i veneziani è giunta al termine: il presidente della Fondazione Venezia Michele Bugliesi ha firmato il contratto preliminare per la vendita della Casa dei Tre Oci al Berggruen Institute che ne farà la sua terza sede nel mondo, dopo Los Angeles e Pechino. Il celebre palazzo neogotico alla Giudecca andrà dunque alla fondazione indipendente e no profit americana presieduta dal miliardario Nicolas Berggruen e, a quanto promesso dallo stesso filantropo, non diventerà un hotel di lusso come temuto dai residenti, bensì un polo culturale e di ricerca.

I veneziani, ormai tristemente abituati alle innumerevoli conversioni a uso turistico dei palazzi della città d’acqua, avevano in poche settimane raccolto migliaia di firme contro la vendita dell’iconico edificio. Ora i residenti sembrano poter tirare un sospiro di sollievo, sebbene un altro gioiello “locale” passi in mani straniere. 

Ma il progetto della fondazione americana sembra solido e rivolto al futuro: nella sede veneziana il Berggruen Institute concentrerà convegni, workshop e meeting internazionali sulle sfide globali che l’intero pianeta deve affrontare. Alla Casa dei Tre Oci non mancherà nemmeno uno spazio per mostre d’arte, di fotografia e architettura in un dialogo continuo con prestigiose istituzioni da tutto il mondo, dal MOMA di New York alla Tate Gallery, dal Museo d’arte di Los Angeles allo stesso Museum Berggruen di Berlino che ospita una corposa collezione di opere di artisti del Novecento. L'accordo di vendita, inoltre, prevede un periodo di transizione di due anni in cui le due fondazioni potranno collaborare «in continuità con i fini di promozione culturale e artistica condivisi dai due enti».

«Il progetto di Berggruen - racconta Bugliesi - è di fare dei Tre Oci la sede europea del suo think tank perché la città è simbolo delle sfide globali». Una visione che, a quanto pare, le istituzioni locali faticano a cogliere.

martedì 23 febbraio 2021

L’ISOLA DELLE GRAZIE È STATA ASSEGNATA A GIOVANNA STEFANEL: PRONTA A OSPITARE UN ALTRO RESORT DI LUSSO IN LAGUNA

Sono trascorsi 15 lunghi anni prima di vedere scritta la parola “fine” al passaggio di proprietà dell’isola delle Grazie dall’ULSS 12 -all’epoca della vendita l’ULSS 3 Serenissima si chiamava ancora così- alla Giesse Investement riconducibile a Giovanna Stefanel.

Tre lustri di battaglie legali, ricorsi e controricorsi che avevano tenuto in uno stato di incertezza continua l’aggiudicazione definitiva del gioiello della laguna, a pochi metri dall’isola di San Giorgio. Nei giorni scorsi è arrivata invece la sentenza unica, con cui la prima sezione civile del Tribunale di Venezia ha chiuso tutti i contenziosi in atto, assegnando in via definitiva la proprietà dell’isola al gruppo immobiliare specializzato in urban home, urban village e resort.

Già all’epoca della vendita, nel 2006, i piani per l’isola delle Grazie (o di Santa Maria della Cavana) erano chiari: bonificare i terreni ed erigere un lussuoso resort in mezzo alla laguna, pronto a ospitare facoltosi visitatori da tutto il mondo. Un destino analogo a quanto accaduto alle vicine isole di San Clemente e Sacca Sessola, ribattezzata col più accattivante appellativo di Isola delle Rose.
Ma se il mondo è certamente cambiato negli ultimi 15 anni, e in particolare nell’ultimo, non lo sono i piani di sviluppo per Venezia. Nemmeno la pandemia sembra aver rallentato la proliferazione di nuovi alberghi in laguna, rendendo così difficile immaginare un futuro diverso anche per le Grazie: l’isola artificiale che fu dapprima (nel XIII secolo) ricovero per i pellegrini provenienti dalla Terra Santa, poi convento fino all’arrivo di Napoleone, dunque polveriera e infine sede di un ospedale per le malattie infettive.

MOSE, L'INGEGNER CECCONI (WIGWAM) CONFUTA I COLLEGHI VIELMO, DI TELLA E SEBASTIANI: «IL LORO PROGETTO MAI STATO UN'ALTERNATIVA»

L'ingegner Giovanni Cecconi, per anni nella control room del sistema Mose, interviene ancora una volta per commentare un articolo apparso oggi nel quotidiano La Nuova Venezia in edicola, a firma di Alberto Vitucci, il quale riporta le osservazioni degli ingegneri Vincenzo di Tella, Paolo Vielmo e Gaetano Sebastiani, che sostengono come le paratoie non siano mai state collaudate in condizioni meteorologiche estreme.

I tre tecnici sono stati artefici, circa quindici anni fa, di un progetto definito "paratoie a gravità", portato all'attenzione dell'allora governo Prodi e poi bocciato: «Non sono mai state portate alternative serie a confronto del Mose - commenta Cecconi - anzi, si è sempre trattato di ipotesi ingenue e superficiali, rispetto a un'idea studiata per vent'anni. Così il governo ha proceduto col piano iniziato nel 2003».
L'ingegner Cecconi ricorda che il vincolo dell'invisibilità delle barriere era stato voluto dalla Soprintendenza: «Il Mose è stato costruito con tutti i crismi matematici, i modelli in scala, le prove con mare mosso o meno, già attivato venti volte.
L'opera non ha problemi di stabilità, né di risonanza, ma c'è chi continua a pubblicare il parere di due persone che avevano interesse a passare alla storia in quanto autrici di un'opera più bella e meno costosa del Mose. Ma sono come moscerini che disturbano gli elefanti: dicevano che non avrebbe funzionato, invece la prova è sotto gli occhi di tutti. Ora semmai il problema è far costare meno la sua manutenzione».

lunedì 22 febbraio 2021

LA POLIZIA LOCALE ACCIUFFA IN AUTOBUS I TRE RESPONSABILI DEL PESTAGGIO DI IERI A RIALTO, MENTRE SI ALLONTANAVANO DA VENEZIA

Sono stati smascherati gli autori del pestaggio ai danni della guida turistica Luca Fornasier e di un passante cinquantenne, avvenuto ieri sera al ponte di Rialto. Si tratta di tre ragazzi dell'hinterland, fermati a tarda sera al culmine di una complessa attività d'indagine della polizia locale con l'ausilio delle telecamere di videosorveglianza, che hanno consentito di tracciare i movimenti dei giovani prima che lasciassero la città d'acqua.
Verso le ore 21 di ieri, il personale della polizia locale in servizio a piazzale Roma ha notato tre individui, corrispondenti a quelli segnalati grazie alle riprese, transitare a bordo di un autobus di linea Actv in direzione Mestre. Da qui l'inseguimento, che ha consentito a una pattuglia di raggiungere l'autobus al cavalcavia Rizzardi. Una volta all'interno del mezzo, gli agenti hanno individuato il trio e proceduto all' identificazione degli aggressori. Per il 20enne, autore materiale del pestaggio, è scattata la denuncia per lesioni volontarie aggravate.
Sempre la polizia locale ha sanzionato, a Mestre, due attività commerciali gestite da stranieri per il mancato rispetto delle norme anti Covid. La prima attività, con una sede fissa in Piazza Ferretto, è stata multata per aver ospitato nei locali di vendita il doppio delle persone consentite. Un venditore di indumenti al mercato di via Allegri si è invece reso responsabile di non aver fatto rispettare la distanza tra i clienti, causando assembramento. Tre ambulanti sono stati inoltre diffidati per aver notevolmente allargato la propria superficie di vendita, così come altrettanti pubblici esercizi per aver ampliato il plateatico ben oltre la concessione prevista.

"FACCIAMO LUCE SUL TEATRO": STASERA PER DUE ORE L'INIZIATIVA DI ARTEVEN RIAPRE E ILLUMINA I LUOGHI DELLO SPETTACOLO DAL VIVO

Da un anno, salvo brevi finestre la scorsa estate, lo spettacolo dal vivo è tra i settori più colpiti dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria. Calendari saltati, spazi chiusi, problematica conversione alle esibizioni online: per illustrare alle istituzioni centrali la condizione di tante lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, il circuito regionale Arteven ha organizzato per questa sera -lunedì 22 febbraio- dalle ore 19.30 alle 21.30- un'iniziativa in collaborazione con gli enti promozionali dello spettacolo dal vivo in tutta Italia, chiedendo ai propri soci di illuminare e aprire gli spazi teatrali.
Arteven cita l'Edipo di Sofocle, quando diceva che «proteggere e liberare le città dai danni provocati da un'epidemia significa innanzitutto conoscere se stessi, prima che un'intera comunità si ammali di tristezza, non riuscendo più a immaginare un futuro».

AGGREDITO PER AVER CHIESTO A TRE UBRIACHI DI SMETTERE DI URINARE SUL PONTE DI RIALTO. LA DENUNCIA DELLA GUIDA LUCA FORNASIER

Ennesima aggressione in pieno centro a Venezia. È accaduto ieri sera attorno alle 18.45, ai piedi del ponte di Rialto, alla giovane guida locale Luca Fornasier, mentre si apprestava a collegarsi con i propri clienti per un tour virtuale della città.

Protagonisti dell’aggressione tre ragazzi ubriachi, secondo la vittima provenienti da Mira, sorpresi dall’accompagnatore turistico veneziano a urinare sul Ponte di Rialto. I giovani molesti si sono allontanati solo dopo l’intervento di una pattuglia dei carabinieri di passaggio che, però, li avrebbe solo richiamati, senza multarli per l’atto indecoroso. Una volta allontanatisi gli agenti, il gruppetto di ubriachi è tornato a farsi sotto con l’intento di vendicarsi di Fornasier, pensando fosse stato lui ad aver chiamato le forze dell’ordine.
Solo pochi minuti dopo, mentre la guida aveva iniziato il suo virtual tour in diretta, l’aggressione: cogliendo la vittima alle spalle, gli ubriachi hanno scaraventato con violenza Fornasier a terra, facendogli anche battere la testa sopra un gradino del ponte, fortunatamente senza gravi conseguenze. Nella scena è intervenuto anche un uomo, a sua volta picchiato e lasciato a terra sanguinante, mentre cercava di disperdere i ragazzi.
A denunciare il fatto, lo stesso Luca Fornasier attraverso un video su Facebook che in poche ore ha fatto il giro del web, scatenando indignazione per il gesto e innumerevoli manifestazioni di solidarietà alle vittime. Le polemiche relative alla sicurezza e al degrado della città si innestano in un clima di sfiducia dei residenti, causato dai continui e ripetuti episodi di violenza che continuano a succedersi, non solo ad opera delle famigerate baby gang. Nel frattempo, è lo stesso Fornasier a interrogarsi riguardo l’escursionismo etilico che cala in laguna nei weekend: «Cos’è Venezia? Cosa stiamo facendo della città? È turismo questo?».

domenica 21 febbraio 2021

VENEZIA COME PARCO ARCHEOLOGICO NEL 2030: LA PROVOCAZIONE (O LA CONSTATAZIONE) IN UN VIDEO DEL GRUPPO ANONIMO “VENEZIA MORTA”

«Venite al Parco Archeologico di Venezia, uno spazio aperto per voi». È lo slogan con cui si chiude l’ultimo, provocatorio video ideato e realizzato da Venezia Morta, la realtà (non chiamatelo collettivo) di stampo futurista emersa dal web con un proprio Manifesto nel corso del 2020, dichiarando appunto la morte di Venezia avvenuta per mano dei veneziani stessi.

Rimasto sotto traccia per via dell’anonimato degli ideatori o, verosimilmente, per aver esplicitamente messo i veneziani di fronte alle proprie responsabilità, questa volta il progetto Venezia Morta ha collezionato in poco più di 48 ore migliaia di visualizzazioni nei propri canali e social network, grazie al video “Venezia 2030”.
Nell’ironico filmato promozionale, l’attrice Flavia Imperato -che non fa parte del gruppo- passeggia per le calli della città d’acqua, naviga tra i canali e solca la laguna in barca, magnificando quella Venezia che, dopo dieci anni di pandemia, sarebbe alla fine diventata un parco archeologico pronto ad accogliere quanti più visitatori possibile.
Ma la città che scorre nelle immagini è quella di oggi, con alcuni dei luoghi simbolo dell’isola e della laguna raccontati dalla protagonista, dal Teatro Anatomico agli ex gasometri, dall’Orto botanico all’Arsenale, dall’ospedale al Mare all’oasi degli Alberoni, già oggetto di quelle trasformazioni monotematiche dedicate all’accoglienza turistica.
Ristoranti, alberghi, case in affitto e ancora parcheggi, grandi navi e tour giornalieri sempre uguali a se stessi non fanno parte di un futuro distopico, ma di una visione, attuale e ben chiara, che la pandemia ha solo messo in standby. Per i giovani di Venezia Morta, insomma, non c’è bisogno di attendere il 2030: perché Venezia, un parco archeologico, lo è già.