A Venezia succede anche questo. Diciannove alloggi di edilizia residenziale pubblica, firmati nientemeno che dall'archistar Álvaro Siza (Leone d’Oro alla carriera della Biennale Architettura), sono inutilizzabili poiché non ancora completati dopo anni di cantiere, nel complesso residenziale di campo Marte alla Giudecca. Il deprecabile stallo che blocca gli ultimi lavori, e che impedisce l’assegnazione pubblica di questi appartamenti, è dovuto a una disputa tra ATER e Comune attorno a quale ente debba realizzare i servizi previsti nel campo che si trova davanti al grande edificio a forma di L.
Nel giugno del 2019 -a dieci anni dall’inizio dei lavori- la querelle sembrava finalmente risolta, con ATER che pareva aver trovato una formula per portare avanti contemporaneamente i lavori all’interno e all’esterno dell’edificio residenziale, affidando l’incarico all'impresa che doveva terminare gli alloggi, dopo che la precedente era fallita. L’impresa avrebbe avuto 175 giorni per concludere i lavori: sono passati due anni, ma tutto è ancora fermo.
La struttura, costata diversi milioni, rimane in parte un cantiere aperto: da un lato coperto da impalcature, dall’altro circondato da un recinto metallico che gli dona un aspetto simile a quello di un penitenziario. Nel mezzo del campo, oggetto della disputa tra istituzioni pubbliche, materiali edili e di risulta testimoniano lo stato di degrado dell’area. Una paralisi ancora più incomprensibile se si pensa al drammatico problema della casa a Venezia, con un mercato immobiliare falsato dalla presenza turistica che costringe molti veneziani (che non avrebbero alcuna intenzione di abbandonare l’isola) a cercare un’abitazione altrove.
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