Altre nuvole all’orizzonte per la stazione Marittima di Venezia. Dopo la conferma, da parte del governo, dello spostamento provvisorio delle grandi navi da crociera a Marghera, in previsione di una loro definitiva estromissione dalla laguna, ora è l’Autorità Anticorruzione a dichiarare che la concessione sullo scalo rilasciata nel 1997 dall’Autorità Portuale a Venezia Terminal Passeggeri è illegittima.
A riaccendere il faro sulla questione quantomai attuale, è un articolo apparso oggi ne La Nuova Venezia a firma di Enrico Tantucci, che riporta le conclusioni dell’ispezione dell’ufficio di vigilanza dell’ANAC, avviata già nel 2018 in vista della scadenza della concessione dello scalo a Venezia Terminal Passeggeri nel 2025.
Al centro della bocciatura è l’assegnazione della Marittima a VTP senza gara ma con affidamento diretto, una concessione illegittima secondo ANAC in quanto i soci di VTP non sono tutti riconducibili a imprese operanti nel Porto (come chiedeva la legge per evitare la gara). Tra i soci figurano infatti anche la finanziaria regionale Veneto Sviluppo (che controlla AVPS, la quale ha ceduto il 48% delle quote a Venezia Investimenti, una cordata composta da MSC, Costa Crociere, Royal Caribbean e Global, e che a sua volta controlla la stessa VTP), la Finpax, la SAVE e la Camera di Commercio di Venezia e Rovigo.
Nel frattempo, l’Autorità Portuale ha inviato all’Anticorruzione le proprie controdeduzioni che, se non verranno ritenute soddisfacenti, potrebbero portare l’interruzione immediata della concessione a Venezia Terminal Passeggeri, costringendo il Porto a indire subito una nuova gara per i servizi crocieristici, oppure attendere la scadenza naturale del 2025 per poi bandire la nuova gara.
Di sicuro però, con l’attuale stallo del settore, lo spostamento provvisorio delle navi a Marghera e l'incompatibilità (dichiarata dai Ministeri) dei giganti del mare con la laguna di Venezia, il futuro della Marittima rimane sempre più incerto, dal momento che l’ipotesi di una proroga della concessione a VTP risulta pressoché impossibile e le compagnie di crociera, che hanno investito 17 milioni e mezzo in questo scalo pensando di rimanerci in pianta stabile, saranno costrette a rivalutare la situazione.
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