Erano calati in laguna sabato scorso da tutto il Veneto, con l’intento di accodarsi ai movimenti negazionisti globali di protesta contro le misure di contenimento del contagio da Coronavirus. Ma la loro “passeggiata antivirus” per le calli di Venezia si è inevitabilmente conclusa con una multa: la sanzione è scattata per una trentina di persone, grazie alla segnalazione di alcuni residenti di Dorsoduro, che avevano notato il gruppo di negazionisti mangiare e bere senza mascherina e assembrandosi in zona Zattere.
Ma il corteo era cominciato alcune ore prima quando, attorno alle 12, una cinquantina di No Vax -pochi, ma abbastanza per costituire un assembramento- scesi dalla stazione di Santa Lucia si erano radunati ai piedi del ponte degli Scalzi, pronti a rivendicare la facoltà di infettare ed infettarsi.
Appellandosi alla Costituzione, e al diritto di potersi muovere liberamente e non indossare la mascherina, gli improvvisati giuristi erano giunti a Venezia con un itinerario preciso, che si sarebbe dovuto concludere in campo Santa Margherita.
Le forze dell’ordine hanno però provato quasi subito a disperdere lo sparuto gruppo negazionista, non senza tensioni, considerata anche la vicinanza con la contemporanea manifestazione (molto più partecipata, nonché autorizzata dalla Questura) di genitori e studenti contro la didattica a distanza. Tra i manifestanti, i più già identificati dalla polizia, qualcuno ha deciso però di continuare la gita di protesta, complice la bella giornata di sole.
Dopo aver fatto una breve sosta in campo dei Frari per un momento di volantinaggio, i No Vax - alcuni dei quali provenienti da Verona, Castelfranco e Vittorio Veneto, quindi già in contravvenzione per l’ingiustificato spostamento entro la zona rossa - hanno proseguito verso le Zattere, dove l’improvvisato picnic è costato caro.
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