A pochi giorni dalla partecipatissima assemblea online, organizzata da Veneziamiofuturo, relativa al progetto di valorizzazione della Certosa, con il partner privato del Comune di Venezia già all’opera per la realizzazione di un marina resort nell’isola destinata a parco urbano, a proposito della questione interviene a gamba tesa l’assessore al Turismo Simone Venturini, accusando i cittadini più critici quanto al piano di rilancio della Certosa di portare avanti una «retorica distorta del concetto di bene comune».
Secondo il delfino del sindaco di Venezia, i dubbi sollevati da una parte della cittadinanza sul futuro dell’isola -che si trova a duecento metri da San Pietro di Castello- farebbero parte di un «modus operandi sistematico, da parte di componenti politiche che oscillano tra l’ambientalismo urlato e la sinistra nostalgica».
Un “sistema” riconducibile - secondo Venturini - all’associazione Poveglia per Tutti, che nel 2015 aveva partecipato all’asta, grazie al sostegno di 4600 soci, per ottenere in concessione l’isola dal Demanio. Un «metodo Poveglia» che, secondo Venturini, accomunerebbe le due isole e che, nel primo caso, avrebbe portato «al totale abbandono e al crollo le poche parti di edifici ancora in piedi».
Non si è fatta attendere la risposta dell’associazione Poveglia per Tutti: «Ci sembra di capire - si legge in una nota - che parte della politica locale usi ancora il vecchio “metodo dell'illusionista" quando è in difficoltà, e anziché illustrare le scelte operate nel 2018 dall'amministrazione per la Certosa, apra un nuovo fronte per spostare l’attenzione. Non abbiamo mai avuto una concessione a Poveglia - continuano i portavoce dell’associazione - anche grazie a tanto ostruzionismo istituzionale, speso ad emarginare migliaia di cittadini che volevano promuovere il recupero dell’isola».
Sono passati 2147 giorni da quando l’associazione Poveglia per Tutti ha presentato al Demanio l’offerta di gestire l'isola, abbandonata da 53 anni, e popolarla di attività eco-compatibili in un contesto no profit. Un progetto dal basso che ora è solo in stand-by, con l’associazione ancora in attesa della risposta al secondo ricorso al TAR concernente il mancato affidamento dell’isola ai cittadini da parte del Demanio. «Abbiamo 350mila euro - conclude Andrea Barina, uno dei fondatori di Poveglia per Tutti - pronti a innescare una serie di interventi di recupero sulla base di progetti esistenti».
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