lunedì 12 aprile 2021

TASER ALLA POLIZIA LOCALE DI VENEZIA. AL VIA LA SPERIMENTAZIONE DOPO LA BOCCIATURA DEL MINISTERO IN ALTRE SEI CITTÀ

Non solo giovani e atletici, ma anche armati di taser. È l’identikit degli agenti della polizia locale veneziana, che a giorni cominceranno i sei mesi di sperimentazione per l’utilizzo delle pistole elettriche. Durante questo periodo, dopo una formazione specifica di due settimane, due agenti per ogni turno di servizio proveranno “sul campo” l’efficacia del dispositivo, fortemente voluto dall’amministrazione comunale nonostante dal 2007 l’ONU lo giudichi uno «strumento di tortura».
I test coinvolgeranno contestualmente i dipartimenti di polizia locale di Venezia e di Udine, con l’obiettivo di acquisire un nuovo strumento per la sicurezza e contro la degenerazione delle situazioni critiche. Però, secondo uno studio dell’università di Cambridge, citato dal Guardian e condotto sulle forze dell’ordine della città di Londra che utilizzano questi dispositivi dal 2004, la pistola elettrica ha in realtà aumentato, fino quasi a raddoppiarlo, il rischio che la polizia usi la violenza e che gli agenti vengano aggrediti.
Mentre Amnesty International segnala che dal 2001, nei soli Stati Uniti, l’utilizzo del taser ha provocato la morte di almeno 800 persone, l’adozione di questo strumento in Italia ha già subito dure battute d’arresto. Lo scorso luglio il Ministero dell’Interno aveva posto fine alla sperimentazione dei taser, avviata nel 2018 in sei città italiane (tra le quali Padova), con una circolare che metteva in rilievo alcuni malfunzionamenti delle stesse pistole, che sarebbero potute diventare pericolose sia per i cittadini che per gli agenti, a causa della mancanza di precisione dei “dardi”.
A fornire alla polizia locale veneziana le armi già bocciate dal Ministero, questa volta però nel nuovo modello “Taser 7” abbinato a videocamere indossabili (che si attivano automaticamente quando l’arma viene estratta dalla fondina), sarà la stessa società Axon Enterprise, con sede a Scottsdale in Arizona. L’azienda coinvolta nella sperimentazione veneziana, già Taser International, nel 2017 ha cambiato nome nel tentativo di modificare la propria immagine associata sempre più spesso alle morti delle persone nei confronti delle quali era stato adoperato un taser.

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