Non uno sciopero, ma un presidio in campo San Maurizio, davanti alla sede della Prefettura di Venezia, per chiedere all’amministrazione comunale, alla Regione, al governo e al prefetto Vittorio Zappalorto di intervenire affinché l'azienda dei trasporti locali, il gruppo AVM, ritiri la disdetta della parte organizzativa dell'accordo integrativo (quella salariale è slittata a luglio), ovvero relativa ai turni, alle ferie e ai riposi, iniziata il 1° aprile per decisione unilaterale.
Il presidio, convocato dai sindacati FILT CGIL, FIT CISL, UIL Trasporti, AFT UGL, USB e FAISA CISAL, nonostante la giornata invernale sferzata dalla pioggia e dalla bora ha visto partecipare oltre un centinaio di lavoratori di ACTV in un clima di tensione palpabile. Erano stati gli stessi sindacati a lanciare l’appello a che il raduno avvenisse in maniera «responsabile e pacifica», come in effetti è avvenuto: segno che, per i lavoratori, la misura è colma.
Il muro contro muro è ripreso dopo l’incontro tra le parti di lunedì 29 marzo, quando l'azienda ha riferito che la situazione del gruppo è talmente critica da non poter garantire il versamento degli stipendi del mese di maggio. Mentre i sindacati hanno risposto chiedendo un nuovo incontro, AVM è rimasta in attesa senza ritirare la disdetta dell’integrativo. Un appello all'apertura di un nuovo tavolo di confronto è stato invocato anche dal segretario generale di UIL Trasporti Francesco Sambo, durante il presidio di questa mattina.
Mentre le trattative contrattuali stagnano, ad infiammarsi non è solo il rapporto tra i vertici di AVM e i delegati sindacali, ma anche il clima “operativo” all’interno dell’azienda di trasporto locale dove, secondo quanto denunciato da alcuni lavoratori, i dirigenti intimano ai dipendenti di rimuovere dai propri network commenti che potrebbero ledere l’immagine dell’azienda. Intanto il sindacato di base SGB Venezia, che non siede ai tavoli, ha proclamato un nuovo sciopero il prossimo 12 aprile.
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