Educatrici sì, ma a singhiozzo. Sono 55 le insegnanti dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali il cui contratto a tempo determinato è stato risolto bruscamente a causa della classificazione in zona rossa del Veneto e della chiusura delle scuole. Erano state assunte per provare a far fronte alle richieste di personale imposte dalla pandemia, ma ora si ritrovano di nuovo a casa senza stipendio.
Di più educatrici e personale però, i nidi e le scuole dell’infanzia comunali di Venezia sembrano avere da tempo una necessità strutturale. Ne è sicura Monica Sambo che dallo scorso ottobre denuncia le carenze di personale nelle strutture scolastiche del Comune: «Prendiamo atto ancora una volta - commenta la capogruppo PD - del totale disinvestimento del Comune sulle scuole e dello spregio nei confronti di chi lavora nelle scuole comunali che ha ovvie ripercussioni dirette anche su i bambini».
Mentre in Consiglio comunale Sambo deposita un’interrogazione sostenuta da tutte le forze di opposizione, i sindacati criticano duramente la decisione dell’amministrazione comunale: «Una scelta - dichiara Daniele Giordano, segretario generale FP Cgil Venezia - che ha umiliato queste lavoratrici per risparmiare qualche centinaio di euro sulla loro pelle e quella dei bambini. È bene che le famiglie del Comune sappiano quanto sta avvenendo».
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