I consiglieri regionali Jonatan Montanariello e Francesca Zottis sono intervenuti, a palazzo Ferro Fini, riguardo il progetto di costruzione di un nuovo deposito di gpl a Porto Marghera. I due esponenti politici ritengono la scelta di ENI «incomprensibile e contraddittoria», nel riportare in auge un progetto presentato per la prima volta circa 8 anni fa e ricomparso nei giorni scorsi. L'impresa da un lato ipotizza di chiudere il cracking, a partire dal 2022, verso il completo abbattimento delle emissioni dai processi industriali; dall'altro decide di portare a compimento un impianto cinque volte più grande di quello analogo a Chioggia, bocciato dal decreto Agosto, in quanto ubicato a ridosso della laguna di Venezia, rientrante tra i siti che fanno parte del patrimonio Unesco. Lo stesso in cui andrebbe posizionato il nuovo impianto.
Si tratta di due strutture simili per ubicazione, che differiscono per le dimensioni e per la spesa che verrà investita al termine della loro realizzazione: 15 milioni previsti per Porto Marghera, contro i 35 milioni spesi a Chioggia. Diversa anche l'assenza, a Porto Marghera, di abitazioni nelle vicinanze, al contrario di ciò che avviene a Chioggia, dove le abitazioni distano anche meno di 500 metri in linea d'aria dagli ormai famigerati “bomboloni”. «Come eravamo contrari alla realizzazione dell'impianto di gpl a Chioggia - continuano i due consiglieri - allo stesso modo siamo contrari a questo. Un impianto di stoccaggio di 50mila metri cubi di gas in fronte alla laguna è un'ipotesi che non può lasciare tranquilli. ENI deve chiarire la propria posizione riguardo il futuro di Porto Marghera».
Per il deposito costiero a Chioggia, la società Socogas con Costa Bioenergie stava realizzando un impianto destinato alla movimentazione del prodotto, senza alcun ciclo di processo a carattere industriale, tumulando tre serbatoi da 3000 metri cubi di capienza ciascuno. Il decreto Agosto del governo Conte II ne ha bloccato di fatto la messa in funzione. Al tempo la norma venne accusata da Assocostieri di essere scritta ad personam, in quanto non c'erano altre strutture similari nel territorio alle quali potesse essere applicata.
Siamo sicuri che l’impianto GPL di Venezia ricada entro la perimetrazione dei siti unesco?
RispondiEliminaNo, è fuori dal perimetro del sito unesco
EliminaSe è così, cioè l’impianto di Marghera che ENI ha destinato a stoccaggio di GPL ricadente in zona industriale-petrolifera, è al di fuori del vincolo UNESCO, non c’entra nulla col D. Legge 104 di agosto 2020 (convertito in Legge il 13 ottobre 2020) che ha fermato la messa in esercizio dell’impianto GPL di Chioggia.
EliminaMontanariello e Zottis del PD vogliono solo mischiare le carte e create appositamente confusione nell’opinione pubblica.