venerdì 2 aprile 2021

LA BEFFA DELL'ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA: PRIMA "AVVALORA" LA NASCITA DELLA CITTÀ NEL 421, POI ANNUNCIA IL PESCE D'APRILE

Ieri il clamoroso annuncio di un'importante scoperta archivistica, una poesia in antico provenzale che lasciava intendere come il Biscione di Milano e il Leone di Venezia fossero state alleati in un'impresa, e citava il 25 marzo 421 quale data di fondazione della città lagunare. Il tutto corredato dall'ostensione di una pergamena, dal contributo di validi studiosi da ogni parte d'Italia e d'Europa: i quali però hanno "solo" cooperato a un magnifico scherzo, orchestrato dall'Archivio di Stato di Venezia nelle persone del direttore Gianni Penzo Doria e dei funzionari Alessandra Schiavon e Andrea Pelizza, assieme alla Biblioteca Marciana.

Pochi, tra i tanti che ci erano "cascati", avevano notato che la data di ieri era il 1° aprile, solitamente deputata a scherzi di questo tipo. E ancor meno avevano rilevato che l'oscuro trovatore di mille anni fa portava il nome di "Aloisius de Brukny", come a dire una versione in langue d'oc di Luigi Brugnaro, attuale sindaco di Venezia: al netto di un seminario annunciato per stamane su youtube, ovviamente saltato, la burla -che ricorda quella delle teste di Modigliani a Livorno nel 1981- è stata svelata stamane da un altro video dell'importante istituzione culturale e giuridica con sede ai Frari.
«La fondazione di Venezia datata al 25 marzo 421 - si legge nel testo pubblicato da FiloDiritto - è storicamente una bufala, anzi una fake news. Il presente e il futuro di una città si reggono sulla propria capacità di costruire forti risorse identitarie, non certo retrocedendo la nascita a un passato che non c’è. Per chi è chiamato a custodire, tutelare e valorizzare questo passato l’obiettivo più importante, al di là di miti, di leggende e di eroi, è un faro da seguire sempre: che si chiama “Etica della ricerca”».

L'obiettivo dei promotori di una beffa simpatica quanto intelligente, che ha travalicato i confini locali per assurgere all'editoriale del Corriere della Sera e al servizio televisivo del TG5, era accendere un faro sopra le mancate verità delle celebrazioni per i presunti 1600 anni di Venezia, volute in pompa magna dalla presente amministrazione comunale. «Occorre invece valorizzare, dare voce e visibilità alle fonti primarie - continua la riflessione dell'Archivio di Stato - ossia avere cura degli archivi e delle biblioteche, che non sono polverosi depositi della memoria, ma scrigni di tesori posti a baluardo della democrazia.
Uno degli storici coinvolti, Lorenzo Tomasin, ha anche lanciato l'idea di regalare per il prossimo 25 aprile (ricorrenza marciana, oltre che della Liberazione) non solo un bocciolo di rosa, ma anche un documento da adottare per il suo restauro, sostenendo i giovani ricercatori nella pienezza della loro formazione intellettuale. «L’Archivio dei Frari e la Biblioteca Marciana - conclude il direttore Penzo Doria - sono essenza storica posta a fondamento di Venezia, linfa vitale e inesauribile, da riscoprire ogni giorno quale parte integrante di questa città così forte e straordinariamente fragile».

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