Parola d’ordine, innovazione. Nel progetto del presidente Michele Bugliesi, la Fondazione di Venezia deve ripartire da una nuova concezione degli immobili e degli spazi di proprietà dell’istituzione veneziana. E il Distretto M9 a Mestre è al centro di questo passaggio, che dalla rendita dovrebbe portare sempre più agli investimenti, in particolare verso realtà rivolte al futuro. In questa visione, il chiostro dell’ex convento della Grazie potrebbe diventare sempre più la casa di start up e di spin off degli atenei veneziani. Sono infatti in corso trattative riservate per affittare il secondo piano a una realtà dell’innovazione che verrà resa nota entro l’estate, secondo quanto dichiarato da Bugliesi.
Il primo piano dell’ex convento è già affittato a Bio4Dreams, un incubatore specializzato nelle “scienze della vita”, nel quale Fondazione di Venezia ha investito un milione di capitale sociale, e che in futuro dovrebbe portare nel centro di Mestre altre start up. Sarebbero già numerose le realtà pronte a sbarcare nel chiostro, in primis le nuove imprese costituitesi in seno all'università di Ca' Foscari e allo IUAV, circa 25 in totale, che oggi si trovano al parco scientifico tecnologico Vega a Marghera. Un riassetto non solo immobiliare che, secondo il consiglio della Fondazione, dovrebbe finalmente portare -assieme ai nuovi progetti per il Museo del Novecento- al rilancio del traballante Distretto M9.
Nel frattempo, quando le misure per il contenimento della pandemia lo permetteranno, saranno visitabili le mostre “Foresta M9. Un paesaggio di idee, comunità e futuro”, installazione con circa 600 essenze arboree e 180 alberi alti fino a 4 metri e, a maggio, quella relativa allo studio Sauerbruch e Hutton, autori del museo M9 stesso.
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