Un anno di lockdown e il drastico calo delle presenze turistiche hanno decisamente migliorato la qualità dell’aria in rio Novo a Venezia. A dirlo è la relazione tecnica presentata nei giorni scorsi dall'ARPAV, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto. L’analisi dei dati raccolti nel 2020 dalla centralina, posizionata lungo il trafficatissimo canale che connette velocemente piazzale Roma al canal Grande all’altezza di Ca’ Foscari, conferma che i livelli di monossido di carbonio, PM2.5 e biossido di azoto non hanno mai superato i limiti di legge.
Tuttavia permangono alcune criticità, nonostante l’impatto della pandemia sul volume di traffico: in rio Novo la concentrazione di polveri PM10 ha comunque superato il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana 63 giorni su 364 complessivi di misura, 35 in più di quelli consentiti in un anno. Secondo l’Agenzia però, questo dato rientra in un quadro di inquinamento diffuso: nelle altre stazioni del Comune di Venezia il numero dei giorni in cui il valore limite giornaliero è stato superato è ancora maggiore.
Non si può tuttavia dire “mal comune mezzo gaudio”, quando si parla della salute dei cittadini. Così, sebbene nel 2020 i valori degli inquinanti nell’aria siano calati maggiormente in rio Novo rispetto alla terraferma, allo stesso tempo è confermata una relazione diretta tra la quantità di traffico nautico nei periodi di affollamento turistico e il decadimento della qualità dell’aria. Una questione riguardo la quale hanno avuto più impatto le restrizioni causate dal Covid 19 rispetto all’ordinanza del Comune, che limita il transito nel rio dei servizi taxi in extra turno fra le ore 7 e le 20.
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