venerdì 18 dicembre 2020

ZONA ROSSA NEI GIORNI FESTIVI E PREFESTIVI: POSSIBILE RICEVERE VISITE DI DUE PERSONE NON CONVIVENTI. BAR E RISTORANTI CHIUSI

Zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio nei giorni festivi e prefestivi, con tanto di autocertificazione per le uscite. Zona arancione nei quattro giorni rimanenti, con ristori immediati per bar e ristoranti e (a gennaio, quando riapriranno le scuole in presenza) anche per le altre categorie merceologiche: alle ore 21.50 il presidente del consiglio Giuseppe Conte è riapparso negli schermi d'Italia ad annunciare la prevista stangata delle feste.

Sebbene - ipse dixit - «la suddivisione a zone ha funzionato, portando l'indice RT da 1.7 a 0.86 ed evitando il lockdown generalizzato», l'inasprimento delle restrizioni secondo il premier è un «equilibrio tra la stretta e le deroghe necessarie all'importanza sociale e ideale delle feste».
Verso il giorno più importante, quel 27 dicembre quando in Italia e in Europa inizieranno le somministrazioni dei primi vaccini anti-Covid, che Conte ha confermato essere facoltativi e non obbligatori in Italia. «Ci avviamo alla fine dell'incubo», ha sostenuto il premier, prima di elencare le disposizioni contenute nel decreto legge.

Nei giorni 24, 25, 26, 27, 31 dicembre, 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio saranno vietati in tutta Italia gli spostamenti tra regioni (in Veneto sono vietati anche quelli all'esterno del proprio comune, come stabilito dall'ordinanza emanata ieri dal presidente della giunta regionale Zaia). In questi giorni, di zona rossa, si potrà uscire di casa solo per lavoro o per necessità di salute, con autocertificazione.


Ma Conte è riuscito a ottenere dal governo una deroga affinché sia possibile ricevere, sempre in quei giorni (dalle ore 5 alle 22, poi coprifuoco), fino a due persone non conviventi, oltre a eventuali loro figli minori di 14 anni oppure disabili, o comunque non autosufficienti. «Si tratta di consentire il minimo di socialità richiesta dal periodo», sono le parole del presidente Conte.


«Un sistema liberaldemocratico - continua il premier - non manda la polizia a casa degli italiani, a meno che non ci sia un sospetto di festa. Ma si dovrà uscire con l’autocertificazione nei giorni festivi e prefestivi, bisogna dichiarare dove si va», anche nel caso ci si rechi appunto a incontrare qualcuno a casa.


Sarà consentita l'attività motoria nei pressi della propria abitazione e gli sport all’aperto in forma individuale. Rimarranno chiusi invece i bar, i ristoranti, i centri estetici; resteranno aperti i supermercati, i negozi di generi alimentari, le edicole, le farmacie, le tabaccherie, i parrucchieri, i barbieri, le lavanderie. Le chiese potranno celebrare le funzioni religiose per il pubblico fino alle ore 22.



Nei giorni feriali del 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio scatterà il meccanismo dell'attuale zona arancione: ci si potrà spostare solo entro i confini comunali (per il Veneto non cambia niente), ma senza dover giustificare il motivo dell'uscita. Ancora chiusi bar e ristoranti, che potranno funzionare solo per asporto; i negozi invece potranno chiudere i battenti anche alle ore 22.


«Per venire in conto alle esigenze dei comuni più piccoli - ha proseguito Giuseppe Conte - sarà consentito lo spostamento nel raggio di 30 km a chi abita nei comuni con meno di 5000 abitanti, ma non verso i capoluoghi di provincia», limitatamente appunto ai giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021.


Rispondendo alle domande dei cronisti, il capo del governo ha confermato che l'intenzione dell'esecutivo è di consentire le lezioni in presenza anche negli istituti superiori, a partire dal 7 gennaio, come più volte auspicato dalla ministra Azzolina: «Ci stiamo lavorando - ha detto l'inquilino di palazzo Chigi - soprattutto per evitare il caos nei trasporti».
Capitolo ristori: nelle parole di Conte, essi saranno immediati per chi gestisce ristoranti e bar, al cui favore il governo ha stanziato 645 milioni. A gennaio un nuovo decreto compenserà delle perdite anche gli altri operatori economici, escludendo ingiuste differenze di trattamento. L'aspetto sociale, morale, esistenziale ed emotivo delle privazioni alle quali molti andranno incontro rimane, invece, incalcolabile.

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