sabato 5 dicembre 2020

DILAGANO I BANCOMAT DI ATM A VENEZIA, MA A COSA SERVONO LE LORO VISTOSE INSEGNE SENZA I TURISTI?

In un paese agli ultimi posti in Europa per l’utilizzo dei pagamenti elettronici, anche in periodo di crisi fioccano le aperture degli sportelli automatici di ATM Euronet per il prelievo del contante. Il fenomeno ha investito negli ultimi mesi soprattutto le città d’arte e in particolare Venezia, dove le macchinette bancomat della società con sede negli Stati Uniti sono spuntate come funghi, non senza polemiche.
A indispettire molti veneziani non c’è solo la diffusione capillare degli sportelli che hanno occupato ormai molti ex magazzini o locali di piccole metrature dei piani terra dell’isola, ma anche l’inquinamento visivo delle insegne che segnalano la presenza degli ATM. «Venezia ha bisogno di essere difesa - commenta Giovanni Andrea Martini della lista civica Tutta la Città Insieme - dall’attacco di chi intende sfruttarla senza alcun limite di decenza. Un lampione utilizzato per pubblicizzare uno sportello ATM ci sembra sia l’ultima tappa di un processo di degrado che non si ferma».
Nel frattempo, più di qualche commerciante veneziano ha visto nell’affitto di una parte del proprio locale per il posizionamento di uno degli sportelli automatici una piccola boccata di ossigeno in un periodo mai così buio per gli incassi. ATM Euronet riconosce dai 100 ai 500 euro a chi installa una delle loro macchine gialle e blu, ma c’è da chiedersi quanto potranno rimanere attive in una Venezia senza gli abituali milioni di turisti che la visitano ogni anno. Intanto le vistose insegne degli sportelli continuano ad essere tra le poche ancora illuminate nella città d’acqua.

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