Sono cominciati oggi a Venezia, con un paio di giorni di ritardo a causa del maltempo, i lavori di smontaggio dell’impalcatura che ha avvolto il campanile di Sant’Aponal per più di dieci anni. La torre campanaria, costruita fra il Trecento e il Quattrocento, e alta circa 25 metri, tornerà a breve interamente visibile non appena termineranno le operazioni di dismissione dei ponteggi.
L’intervento di restauro si era reso necessario in seguito a un violento temporale che, proprio dieci anni fa, aveva colpito duramente la città causando diversi danni, tra i quali il distacco di alcuni mattoni del campanile di Sant’Aponal, che precipitarono nelle calli adiacenti alla chiesa. Il Patriarcato fece subito mettere in sicurezza la struttura, elevando i ponteggi che oggi iniziano essere smontati, ma i fondi necessari per avviare i lavori di consolidamento sono arrivati molto più tardi.
Il restauro effettivo è cominciato solo nel luglio dell’anno scorso e si è interrotto per una quarantina di giorni in primavera, a causa della prima ondata pandemica. Il progetto, affidato all’architetto Paolo Tocchi, ha previsto interventi di ricucitura dei mattoni danneggiati, iniezioni di calce idraulica per consolidare tutta la struttura e la predisposizione di tiranti in acciaio inox per garantire la stabilità del campanile.
L’intero restauro -che ha visto anche l’installazione di un nuovo parafulmine- è costato più di 300mila euro, dei quali 200mila sovvenzionati dalla Regione e, oltre a salvare il campanile, ha avuto anche una ricaduta economica sulla città grazie al coinvolgimento di maestranze artigiane locali, come il fabbro Renzo de Zorzi e i terrazzieri della ditta Fratelli Patrizio.
Noi a Chioggia, per il restauro di palazzo “Granaio”, per adesso siamo arrivati a 5 anni ……speriamo di arrivare prima dei 10 spesi per il restauro del campanile di Sant’Aponal a Venezia.
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