Scuole chiuse, didattica a distanza, ma per gli studenti che hanno sottoscritto un abbonamento al servizio di trasporto pubblico con ACTV ancora nessuna certezza di una qualche forma di ristoro per il mancato utilizzo in seguito al secondo lockdown delle scuole secondarie di secondo grado. Protestano le famiglie, anche attraverso l’associazione dei consumatori mestrini ADICO, chiedendo alla partecipata del Comune di Venezia di valutare nuove forme di indennizzo.
«A settembre molte famiglie hanno sottoscritto un nuovo abbonamento annuale, anche perché era l’unico modo per ricevere il ristoro - commenta Carlo Garofolini, presidente dell’ADICO - ma da inizio novembre i ragazzi delle superiori sono a casa, quindi ancora una volta si ripresenta il problema dell’abbonamento non utilizzato».
Una questione che rischia di aggravarsi se le zone rosse previste per i prossimi giorni non sortiranno l’effetto desiderato, e le lezioni in presenza non riprenderanno subito dopo l’Epifania. L’appello di genitori e studenti affinché si trovi una soluzione è rivolto all'ACTV e anche al Comune di Venezia, in modo da predisporre un ristoro per i ragazzi che non hanno usufruito, non certo per colpa loro, di un servizio che invece è stato pagato per intero.
«Le famiglie sono davvero esauste», continua Garofolini. «Si può pensare a carnet gratuiti, al prolungamento dell’abbonamento o ad altre forme di indennizzo. Qualunque segnale può essere colto come un atto di buona volontà». Ma il problema non riguarda solo i più giovani: la polemica infiamma da mesi anche per i mancati rimborsi ai pensionati, completamente tagliati fuori dai ristori. E sono in molti gli anziani che hanno già deciso di non sottoscrivere più abbonamenti annuali, limitandosi ad acquistare quello mensile: una soluzione che potrebbero adottare anche gli studenti all’inizio della prossima stagione scolastica.
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