Chi pensava che il drastico calo dei flussi turistici in laguna avrebbe rimesso sul mercato una cospicua quantità di case per i residenti, si sbagliava.
Da un'analisi dei dati disponibili sul Portale GeoIDS del Comune di Venezia, evidenziata da Lorenzo Dorigo del Gruppo 25 Aprile, emerge che, dal 2 febbraio al 17 dicembre di quest'anno, le unità immobiliari in locazione turistica nella città d'acqua sono passate da 5.527 a 5458 (-69), mentre i relativi posti letto sono scesi da 21.410 a 21.162 (-248).
Una flessione molto limitata rispetto al calo dei visitatori che l'Ordine dei Consulenti del Lavoro stima, nei primi 9 mesi del 2020, essere consistito in 5 mln in meno di arrivi (-59,5%) e 18,5 mln in meno di presenze (-53,5%). In pratica, i proprietari delle strutture sono disposti ad attendere il passaggio della pandemia per tornare a impiegarle come locazioni turistiche, esattamente come accadeva prima dell'emergenza sanitaria.
«Confrontando i dati sul numero delle locazioni su GeoIDS con il numero di annunci su Airbnb - spiega la ricercatrice e data activist Alice Corona - si nota come, a seguito dell'Acqua Granda di novembre 2019 (quindi già prima della pandemia), ci sia stato un crollo di annunci su Airbnb a cui non ha corrisposto nella stessa misura un crollo di locazioni su GeoIDS: circa il 12% delle locazioni turistiche su GeoIDS nel Comune di Venezia è probabilmente dormiente nella speranza di ritorno al turismo».
Qui potete trovare il grafico interattivo sul confronto tra annunci su Airbnb e locazioni turistiche attive sul portale GeoIDS: http://bit.ly/LocazioniTuristicheVenezia
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