giovedì 24 dicembre 2020

CHIUDE A VENEZIA IL CENTRO DARSENA PER L'ACCOGLIENZA DIFFUSA DEI RIFUGIATI

Venezia non è una città per bisognosi. Il 31 dicembre chiuderà infatti anche il centro Darsena, che negli anni -attraverso il progetto Fontego del Comune- ha fornito sostegno e assistenza a quasi 600 rifugiati e richiedenti asilo. Ad annunciarlo con un comunicato, le Opere riunite Buon Pastore, soggetto attuatore di questa importante realtà veneziana dedicata all’accoglienza. La notizia della chiusura del centro Darsena ha suscitato una reazione indignata e compatta delle opposizioni in Consiglio comunale.
 

Se il consigliere Gianfranco Bettin annuncia un’immediata interrogazione in merito alla questione, altri gruppi consiliari di minoranza pongono l’accento sulla gestione degli aiuti agli “ultimi” da parte di questa amministrazione: «La chiusura del Centro è l’ennesimo campanello d’allarme - scrivono i democratici - ormai è sotto gli occhi di tutti lo smantellamento progressivo dei servizi del Comune di Venezia».
 

Una scelta politica che conferma le priorità di investimento della spesa pubblica comunale secondo Giovanni Andrea Martini: «Lascia attoniti il disinteresse del Comune e dello stesso ente Buon Pastore ai problemi sociali e di accoglienza - commenta il consigliere di Tutta la Città Insieme - le risorse dirottate verso le spese per la polizia locale dimostrano la strada intrapresa da questa amministrazione».
 


A preoccupare le opposizioni dunque non c’è solo il taglio di quella che era, secondo Bettin, «il più razionale, controllato, ben gestito e insieme umano dei sistemi di accoglienza», ma anche il trend delle scelte dell’amministrazione comunale nel tema: «Dopo Betania e Muneghette - dichiara il consigliere di Terra e Acqua Marco Gasparinetti - chiude anche il centro Darsena. A questo punto è lecito chiedersi quale sia il disegno complessivo».

Mentre il futuro dei lavoratori del centro rimane incerto, dalla direzione dei Servizi Sociali del Comune assicurano che sarà garantita la conclusione dei percorsi di accoglienza in atto in altre strutture, come Forte Rossarol a Mestre, che però ha un’impostazione totalmente differente. Aiutare i bisognosi nella città d’acqua sembra essere diventato troppo costoso.


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