Cassa Depositi e Prestiti spiana la strada al nuovo resort che verrà costruito negli spazi dell’ex ospedale al Mare del Lido di Venezia. Ma dopo l’autorizzazione -concessa il 24 giugno scorso dalla commissione regionale del Ministero per i Beni Culturali- a demolire 5 padiglioni storici dell’ex nosocomio lidense, Italia Nostra torna a opporsi sollevando «gravi motivi di illegittimità».
Nel ricorso depositato al TAR del Veneto il 19 dicembre, l'associazione ambientalista sostiene che «gli edifici di cui è stata autorizzata la demolizione sono i padiglioni Vicenza, Verona, Venezia, Belluno e Orfani di Guerra. Si tratta di edifici dichiarati tutti di interesse culturale con decreto del 20 maggio 2008».
Nel piano di trasformazione dell’area all’insegna del turismo di lusso, con un albergo gestito dal gruppo TH Resorts e un resort di livello internazionale affidato a Club Med, per un totale di 525 camere, alla già prevista demolizione del “monoblocco” si aggiunge ora quella dei cinque padiglioni vincolati. Un progetto faraonico che rischia di cancellare la singolare struttura a padiglioni dell’ex ospedale al Mare.
«Nel 2013, quando il Ministero ha autorizzato la vendita dell’ospedale al Mare dal Comune di Venezia alla Cassa Depositi e Prestiti - continua Italia Nostra - esso ha dato il termine massimo di quattro anni per il recupero e la riqualificazione dell’intero complesso. Ora l’acquirente, ben lungi dall’aver rispettato quel termine, chiede l’autorizzazione ad abbattere gli edifici che non ha saputo conservare».
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