lunedì 7 dicembre 2020

VENEZIA CONTINUA A SPOPOLARSI: NEL 2020 SI SONO TRASFERITI 900 ABITANTI. E IN TERRAFERMA NON VA TANTO MEGLIO

È una Venezia sempre più spopolata e anziana quella che emerge dai dati diffusi dall’anagrafe comunale, e ripresi dal consueto bollettino di venessia.com, che ogni mese fa il punto sulla residenzialità della città d’acqua. In un anno, 897 veneziani hanno lasciato l’isola, confermando l’accelerazione di un’inesorabile emorragia che non sembra destinata a fermarsi.

Ma la tendenza riguarda tutto il Comune, dall’area insulare, che vede Murano, Burano, Lido, Pellestrina e il litorale perdere oltre 350 residenti, alla terraferma: Mestre nei due ultimi mesi ne perde 174, Marghera 122, mentre Favaro e Chirignago seguono a ruota.

Uno spopolamento inarrestabile che ha visto ben 108mila abitanti abbandonare il Comune di Venezia in meno di cinquant’anni: se infatti nel 1971 il capoluogo lagunare contava 363mila residenti, ora in città ne sono rimasti solo 256mila. Una vera e propria fuga da Venezia, dove peraltro un abitante su due ha tra i 41 e i 79 anni, che ha reso dallo scorso gennaio Verona il comune più popoloso del Veneto e che sembra essere accettata con ineluttabile fatalità.

Ora il poco invidiabile traguardo dei 51mila residenti a Venezia appare tristemente vicino, con le opposizioni che puntano il dito verso la mancanza di una politica della residenza da parte dell’amministrazione in carica: «È ciò che accade quando un comune viene trattato per decenni come una vacca da mungere - sostiene Francesco Duse del gruppo Terra e Acqua - anziché come una città in cui il valore della residenza dev’essere tutelato».

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