Settantasei gli emendamenti presentati dalle minoranze: tutti bocciati. L’iter di approvazione dei documenti prodotti dall’amministrazione prosegue “blindato” a colpi di maggioranza, mentre alle opposizioni, che hanno visto rispedite al mittente allo stesso modo proposte su ambiente, sociale, artigianato, vetro di Murano, sicurezza, partecipazione, recovery plan, ecobonus, politiche educative, non resta che appellarsi alla “coscienza” dei singoli, almeno sulle questioni, sulla carta, più condivisibili. Ma l’apertura non c’è e il Consiglio rimane drammaticamente spaccato anche nell’anno della pandemia.
All’origine dello scontro, due diverse visioni di Venezia: quella dell’attuale amministrazione che, sulla scia della precedente, conferma obiettivi e struttura di bilancio simili al passato e vara una manovra conservativa nella forma e nella sostanza; e quella delle opposizioni che vorrebbero un piano strategico di lungo respiro e più reattivo rispetto alle nuove problematiche cittadine emerse in seguito alla diffusione del Coronavirus.
Due visioni parallele - non solo nel merito, ma anche nel metodo - destinate a non incontrarsi: il dialogo, semplicemente, non c’è, con uno schieramento che tira dritto per la sua strada e l’altro che non ha i numeri per far valere le proprie istanze. Oggi, a partire dalle 14 si continua con la discussione (in diretta streaming nel sito del Comune) con lo spettro di un’ulteriore sessione domani.
Mentre in consiglio si parlano lingue diverse, e Venezia perde posizioni in tutti gli indicatori sulla qualità della vita, la situazione economica, sociale e sanitaria del capoluogo veneto si fa sempre più difficile, e la città si interroga su quale futuro attendersi: ritorno allo status quo o una Venezia ripensata anche alla luce delle nuove sfide?
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