sabato 26 dicembre 2020

LA ZONA ROSSA FA PRECIPITARE IL TURISMO E L'ECONOMIA DI VENEZIA: 60% IN MENO DI ARRIVI RISPETTO AL 2019, È CRISI OCCUPAZIONALE

La Venezia in zona rossa delle festività natalizie, semideserta e attraversata solo da qualcuno dei pochi residenti rimasti, è il simbolo dell’annus horribilis della capitale mondiale dell’overtourism. La diffusione dell’ondata pandemica ha avuto inevitabili e pesantissime ripercussioni sull’economia di una città concentrata attorno alla monocoltura turistica.

Lo conferma una ricerca della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che nei giorni scorsi ha presentato i dati relativi all’impatto della crisi dovuta alla pandemia sull’economia metropolitana di Venezia, in particolare in riferimento al crollo dei flussi turistici. Nei primi 9 mesi del 2020 si sono registrati a Venezia 5 milioni in meno di arrivi (-59.5%) e 18.5 milioni in meno di presenze (-53.5%), con un calo del 68.7% dei passeggeri transitati per l’aeroporto Marco Polo.
Anche i conti delle imprese, direttamente proporzionali alla drastica riduzione delle presenze nel capoluogo, sono in rosso: con una perdita di fatturato di 31 miliardi nel 2020, Venezia è la seconda area metropolitana, dopo Torino, a rischiare il più elevato calo di fatturato nelle imprese (-19.2%), per effetto della forte specializzazione settoriale della sua economia. Viene stimato che la spesa turistica degli stranieri sia passata da quasi 3 miliardi a meno di 1, generando un calo di entrate di 2 miliardi.
Se, nel complesso, il sistema delle imprese veneziane ha in qualche modo retto all’impatto pandemico, permangono forti criticità per alberghi e ristorazione: ben il 51.4% delle aziende di settore segnala l’esistenza di seri rischi operativi per il proseguimento dell’attività (contro una media nazionale del 31.8%). A preoccupare anche lo sblocco dei licenziamenti, previsto al momento per fine marzo, che rischia di avere pesanti ricadute occupazionali.
Per attendere la ripresa dell’economia veneziana e italiana invece, secondo l’indagine condotta sopra un campione di quasi cento consulenti del lavoro di Venezia, bisognerà attendere almeno ancora un anno: l’8.3% guarda al 2021 come possibile anno di recupero per le imprese veneziane, mentre il 51.7% è proiettato addirittura all’orizzonte del 2022.

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