Mentre Ca’ Farsetti viene illuminata di verde per ricordare il quinto anniversario dagli accordi di Parigi sul clima, i giovani di Fridays for Future e Rise Up 4 Climate Justice protestano proprio -dal globale al locale- contro la visione di Venezia dell’attuale amministrazione comunale, ritenuta «poco sostenibile» dai manifestanti.
Il ritrovo ieri pomeriggio a Rialto per una passeggiata sulle orme (di carbonio) lasciate da governi poco inclini a riconoscere l’emergenza climatica, da banche che investono ancora in combustibili fossili e da amministratori locali accusati di non tutelare abbastanza, o per niente, la salute dei cittadini. Da campo San Bartolomeo a Ca’ Farsetti, passando per la sede di UniCredit a San Salvador: simbolicamente sbarrata con il nastro e “omaggiata” con pezzi di carbone, per rivendicare la giusta attenzione attorno alla crisi climatica provocata da speculazioni economiche e politiche non più sostenibili.
«System change NOT Climate change» è lo slogan utilizzato per lo striscione che apre il corteo con una cinquantina di ragazzi, ai quali si è aggiunto qualche passante coinvolto dall'argomento universale. Ampio il dispiegamento delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, nonostante i toni pacifici della protesta e lo svolgimento concordato della manifestazione.
La passeggiata climatica si è conclusa ai piedi del palazzo del Comune sul Canal Grande. Nel mirino degli attivisti veneziani e mestrini, le politiche portate avanti dal sindaco di Venezia e dalla sua amministrazione, in particolare riguardo la costruzione delle nuove linee dell’inceneritore di Fusina, la cementificazione della terraferma a fini turistici e lo scavo di nuovi canali in laguna per far arrivare le navi da crociera a Marghera.
Bocciato anche il Mose: «Un’opera che ha sottratto fondi a tutte le altre necessarie in laguna, e che diventerà presto obsoleta a causa del repentino innalzamento del livello del mare». Ma i giovani manifestanti non ci stanno: «Siamo la generazione che si opporrà. Non affogheremo in questa città, ma continueremo a viverci».
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