Andrà in onda per la prima volta questa sera, 14 dicembre, dalle ore 20.55 sul canale National Geographic (Sky 403), il documentario “Venezia: il futuro del pianeta”. Si tratta di una produzione originale italiana dedicata a Venezia, alle minacce che incombono sulla città e alle speranze sul suo futuro: dalle maree straordinarie del novembre 2019 alla “prima volta del Mose”, dai cambiamenti della morfologia lagunare all’innalzamento del livello del mare, il documentario solleva numerosi interrogativi sulla salvaguardia di Venezia -e con essa di tutte le città costiere del mondo- e prova a dare alcune risposte.
«Venezia è un laboratorio naturale per studiare i cambiamenti climatici - commenta lo scienziato del clima del CNR Antonello Pasini - e dà il segnale di allarme per quello che avverrà alle coste di tutto il mondo». Una riflessione che parte dalla specificità di Venezia per arrivare a una visione d’insieme dei cambiamenti a livello globale nei prossimi anni, e che fanno del capoluogo veneto il simbolo perfetto per la lotta al cambiamento climatico.
Oltre ai dati scientifici, il documentario offre immagini inedite e una narrazione emozionale in grado di coinvolgere anche chi è più restio ad approfondire numeri e grafici: «Venezia è il primo luogo al mondo che ha permesso di capire come combattere i cambiamenti climatici» spiega Luca Zaggia, geologo e ricercatore del CNR. E la città d’acqua, infatti, è il luogo dove sorgerà il Centro Internazionale di Studi sui Cambiamenti Climatici istituito con il decreto legge "agosto", parallelamente all’Autorità per la laguna e il Mose.
Proprio il sistema di barriere mobili occupa una parte centrale di “Venezia: il futuro del pianeta”: «Venezia è al sicuro in un ottica di breve periodo - continua lo scienziato Zaggia - ma con il continuo aumentare del livello marino, le chiusure del Mose saranno sempre più frequenti. Ci saranno cambiamenti notevoli e la laguna potrebbe diventare un lago stagnante. Nell’ottica di lungo periodo bisogna trovare altre soluzioni».
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