Non si placa la querelle relativa al nuovo regolamento del servizio di gondola a Venezia, approvato dal consiglio comunale la scorsa estate -in piena campagna elettorale- e di fatto ratificato dal consiglio della Città Metropolitana, dichiaratosi per la prima volta non competente in materia, pochi giorni fa. Questa volta al centro della discussione ci sono le adozioni tra adulti: una prassi legale che sembra coinvolgere anche l'ambiente della gondola.
I dubbi riguardo a questa pratica nascono proprio in relazione al nuovo regolamento che permetterebbe all’adottato di usufruire delle forti agevolazioni riservate ai familiari dei titolari di licenza di gondoliere, che non dovranno più sostenere lezioni teoriche e pratiche, ma solo e direttamente la prova di voga, e poi lavorare 4 anni esclusivamente con la licenza del familiare, senza essere affiancati dal titolare esperto.
Ma le perplessità riguardano anche il risvolto economico di tale modalità, visto il valore delle licenze di gondoliere stimato in centinaia di migliaia di euro. La questione era già stata sollevata il 10 novembre dal comitato fra i sostituti gondolieri che da mesi si batte contro l’approvazione del nuovo regolamento: «E se qualcuno - si chiedono dal comitato - con tanti soldi in contanti, magari di dubbia provenienza e per pura speculazione affaristica, "comprasse" cognome, titolo da sostituto e licenza?».
In una Venezia svuotata dai turisti a causa della pandemia e con moltissime gondole ferme negli stazi, l’eco della polemica risuona ancora più forte. Il dibattito non si concentra sul passaggio della licenza agli eredi, già acquisito in virtù della conduzione familiare, bensì sulla qualità del servizio di gondola e sulla penalizzazione dei sostituti che non fossero figli d’arte. Sono proprio loro a potersi vedere sorpassati in graduatoria da chi non ha più bisogno di attendere un concorso pubblico per entrare a far parte della categoria.
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