Alessandro Santi, già presidente di AssoAgenti al Porto di Venezia, è stato nominato nei giorni scorso nuovo presidente della Federazione degli Agenti, Accomandatari e Mediatori Marittimi a livello nazionale. «Un orgoglio e uno stimolo - commenta il neopresidente di FederAgenti, in collegamento con Chioggia Azzurra - per le battaglie portate avanti in questo territorio e il riconoscimento alle peculiarità dei porti lagunari di Venezia e Chioggia, che sono realtà estremamente complicate. Per la prima volta dopo tantissimi anni c'è un presidente veneziano, e questo dev'essere un segnale anche per le istanze promosse dai due scali».
Nonostante la cassa integrazione incomba sopra molti degli addetti, Santi ha un buon numero di progetti da sviluppare: «In primis quello dei pescaggi e dragaggi, ovvero dell'accessibilità nautica. A Venezia almeno si è iniziato a lavorare in tal senso, a Chioggia non ancora: ed è un esempio nazionale dello stallo fra istituzioni. Sarà mia cura portare l'argomento ai tavoli romani». A questo si lega il tema delle difficoltà future di Venezia e Chioggia riguardo l'operatività del Mose, che costringerà sempre più a valutare alternative offshore sia per il commercio che per il traffico di passeggeri.
Proprio il Mose è al centro del ragionamento di Alessandro Santi: «La Venezia Port Community - spiega il presidente - è compatta nei rapporti con gli altri soggetti economici che hanno avuto danni, come le marinerie e segnatamente quella di Chioggia. Le grandi opere, studiate e pensate da teste intelligenti, nonostante il malaffare emerso vengono premiate dalla realizzazione, ed è una grandissima soddisfazione che le paratoie funzionino benissimo. Ma quali soggetti portatori di interesse abbiamo danni di prospettiva: saranno risolvibili chiudendo la laguna in maniera modulare e non in tutte le bocche di porto? Il Mose in effetti è stato studiato appositamente così, flessibile. Occorre oltretutto innalzare le insule perimetrali a Venezia e in tutti i centri abitati della laguna».
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