Accerchiate, insultate e minacciate. È accaduto lunedì intorno alle ore 17, a due ragazze venticinquenni mentre si godevano il tramonto abbracciate a Punta della Dogana. Gli aggressori, tre adolescenti veneziani tra i 15 e i 17 anni, hanno attaccato verbalmente le due giovani per una ventina di minuti, aggiungendo agli insulti anche sputi e minacce di farle finire in acqua.
L’episodio, ancora più inquietante vista la natura inequivocabilmente omofoba dell’aggressione, ha inevitabilmente scosso le due ragazze che, a un certo punto, hanno temuto anche per la propria incolumità fisica: «Oggi ci sentiamo turbate, ferite e poco tranquille», affermano le giovani. «In tanti anni non era mai successo nulla del genere».
Le vittime, sconfortate e deluse, per mettere in guardia la cittadinanza a proposito dei pericoli che hanno vissuto in prima persona, hanno provato a pubblicare un post nel gruppo facebook Venezia Mia, che è stato però subito rimosso dagli amministratori con l’invito a presentare denuncia alle forze dell'ordine. Solidarietà alle ragazze e condanna dell’aggressione è arrivata invece, sempre attraverso i social network, dal Gruppo 25 Aprile che ha rilanciato le parole di una delle protagoniste affinché il fatto non passasse sotto silenzio.
L’episodio, ultimo di una lunga serie di furti, minacce e aggressioni, si inserisce in un’escalation di violenza che lancia un ulteriore segnale d’allarme in tutto il Comune di Venezia. Nello stesso momento in cui si consumava la violenza in laguna, infatti, in riviera XX Settembre a Mestre un ventenne veneziano veniva inseguito e picchiato duramente da un gruppo di ragazzi di origine albanese, in quello che -secondo gli investigatori- con tutta probabilità risulta essere uno strascico della maxi rissa tra adolescenti scoppiata in campo Bella Vienna a metà dicembre.
«Servono più risorse per poter schierare più uomini nel territorio», ha dichiarato l’assessora con delega alla Sicurezza Silvana Tosi, ma per le opposizioni l’amministrazione comunale continua a non mettere in atto alcuna azione di prevenzione. A lanciare l’allarme sociale è lo stesso questore Maurizio Masciopinto: «Non sono le divise a scoraggiare tali episodi. Va capito cosa serve davvero per recuperare questi giovani».
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