martedì 16 febbraio 2021

IL PROGETTO PER IL MUSEO DI RIALTO È IN STANDBY: TANTI SI MOSTRANO INTERESSATI, TRANNE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Sono passati due anni da quando l’associazione Progetto Rialto ha lanciato ufficialmente l'ipotesi di istituire un “Museo di Rialto” da, localizzare proprio nella loggia di Domenico Rutolo e Cesare Laurenti posta sopra la Pescheria, ceduta dal Comune ai Musei Civici, ma vuota e inutilizzata da anni.

Un’idea semplice e quantomai opportuna che ha riscosso grande successo tra i residenti, con oltre 4000 firme di cittadini, studiosi, commercianti, artigiani e docenti a sostegno dell’iniziativa. Un interesse condiviso, a parole, anche dalle commissioni Cultura e Commercio del consiglio comunale, nella seduta congiunta del 5 febbraio 2020: nei fatti, però, l’amministrazione non ha dato seguito agli apprezzamenti verbali e tutta l’area del mercato, da anni sempre più in crisi, rischia di rimanere al palo.

Ma i soci di Progetto Rialto non desistono: l’occasione per tornare a parlare nuovamente del rilancio della zona del mercato, che potrebbe passare anche attraverso l’istituzione del futuro museo, sono le manifestazioni di quest’anno per i (presunti) 1600 anni di Venezia e le attività collegate, promosse dall’apposito comitato allestito dal Comune. «L’idea che abbiamo - afferma la presidente dell’associazione Donatella Calabi - e che tutti i mercati in giro per l’Europa stanno dimostrando, è che qui valga la pena incrociare attività differenti».

Dunque non un museo “passivo”, bensì un luogo in grado di valorizzare passato e presente, partendo proprio dall’artigianato della zona e in collegamento diretto con i banchi del pesce e della frutta del mercato. Al primo piano dell’edificio sopra la pescheria, già ufficio Elettorale e poi sede della Procura, troverebbero spazio laboratori e corsi del cibo.

Nella loggetta affacciata sul Canal Grande, invece, spazi per la realizzazione e vendita di prodotti artigianali, collegati ad attività culturali, mostre relative alla storia del commercio dell’area realtina e magari una caffetteria per raccogliere, assieme a eventuali sponorizzazioni, fondi per restaurare l’edificio. «I nostri - continua la docente dello IUAV - sono tanti ami lanciati anche, anzi soprattutto, all’amministrazione comunale». La speranza è che qualcuno li raccolga.

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