Sono passati due anni da quando l’associazione Progetto Rialto ha lanciato ufficialmente l'ipotesi di istituire un “Museo di Rialto” da, localizzare proprio nella loggia di Domenico Rutolo e Cesare Laurenti posta sopra la Pescheria, ceduta dal Comune ai Musei Civici, ma vuota e inutilizzata da anni.
Un’idea semplice e quantomai opportuna che ha riscosso grande successo tra i residenti, con oltre 4000 firme di cittadini, studiosi, commercianti, artigiani e docenti a sostegno dell’iniziativa. Un interesse condiviso, a parole, anche dalle commissioni Cultura e Commercio del consiglio comunale, nella seduta congiunta del 5 febbraio 2020: nei fatti, però, l’amministrazione non ha dato seguito agli apprezzamenti verbali e tutta l’area del mercato, da anni sempre più in crisi, rischia di rimanere al palo.
Ma i soci di Progetto Rialto non desistono: l’occasione per tornare a parlare nuovamente del rilancio della zona del mercato, che potrebbe passare anche attraverso l’istituzione del futuro museo, sono le manifestazioni di quest’anno per i (presunti) 1600 anni di Venezia e le attività collegate, promosse dall’apposito comitato allestito dal Comune. «L’idea che abbiamo - afferma la presidente dell’associazione Donatella Calabi - e che tutti i mercati in giro per l’Europa stanno dimostrando, è che qui valga la pena incrociare attività differenti».
Dunque non un museo “passivo”, bensì un luogo in grado di valorizzare passato e presente, partendo proprio dall’artigianato della zona e in collegamento diretto con i banchi del pesce e della frutta del mercato. Al primo piano dell’edificio sopra la pescheria, già ufficio Elettorale e poi sede della Procura, troverebbero spazio laboratori e corsi del cibo.
Nella loggetta affacciata sul Canal Grande, invece, spazi per la realizzazione e vendita di prodotti artigianali, collegati ad attività culturali, mostre relative alla storia del commercio dell’area realtina e magari una caffetteria per raccogliere, assieme a eventuali sponorizzazioni, fondi per restaurare l’edificio. «I nostri - continua la docente dello IUAV - sono tanti ami lanciati anche, anzi soprattutto, all’amministrazione comunale». La speranza è che qualcuno li raccolga.
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