sabato 20 febbraio 2021

AGENTE AGGREDITO IN CARCERE A CALCI E PUGNI. FP CGIL: «RIVEDERE I CARICHI DI LAVORO E I LIVELLI DI SICUREZZA DEL PERSONALE»

Giovedì pomeriggio, nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia, un detenuto ha aggredito un secondino a calci, pugni, sputi e caffè bollente lanciato in volto. Il poliziotto ha riportato evidenti ematomi e contusioni all’addome, all’altezza delle costole. Già nei giorni precedenti, il protagonista dell'agguato si era scagliato in più occasioni contro diversi agenti, danneggiando anche la propria cella, in un’escalation di violenza.
Questi episodi sono solo gli ultimi di una lunga serie di aggressioni, le quali evidenziano la necessità di ripensare un sistema carcerario che garantisca allo stesso tempo la sicurezza dei poliziotti e la permanenza in strutture adeguate per i detenuti con specifiche patologie psichiatriche.
«Il detenuto ha problemi psichici - commenta infatti il sindacato FP CGIL Venezia attraverso un comunicato - e questo dimostra come soggetti con queste particolari patologie debbano essere trasferiti in apposite strutture, poiché il personale di polizia non è formato per trattare e fronteggiare tali situazioni».
L'Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria ricorda come la Funzione Pubblica della CGIL abbia chiesto negli ultimi mesi più volte alla direzione del carcere di Venezia un incontro urgente relativo alla discussione dei carichi di lavoro e dei livelli di sicurezza di ogni singolo posto di servizio, ma dai vertici dell’amministrazione del penitenziario non è ancora arrivata alcuna risposta.

Il fatto evidenzia ancora una volta le difficili condizioni, aggravate dall’emergenza sanitaria in corso, in cui versano le strutture penitenziarie italiane, inclusa quella veneziana di Santa Maria Maggiore dove, un anno fa, all’inizio della pandemia, era scoppiata una delle numerose rivolte che avevano messo in difficoltà diverse strutture detentive della penisola e per le quali sono arrivate nei giorni scorsi le richieste di condanna da parte della Procura della Repubblica.

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