sabato 27 febbraio 2021

"VENEZIA E MUSEI OSTAGGIO DEL TURISMO", A RIALTO LA MANIFESTAZIONE DEI LAVORATORI: RIPENSARE IL SISTEMA CULTURALE DELLA CITTÀ

I Musei Civici di Venezia rimangono chiusi. I quattro giorni di apertura di palazzo Ducale e museo Correr durante Carnevale sono solo la conferma di come la cultura, in città, sia legata esclusivamente alle presenze turistiche, oggi ben lontane dai milioni di visitatori pre-pandemia: a sostenerlo sono i lavoratori dei musei, i cittadini, le associazioni e i comitati che si sono riuniti questo pomeriggio a Rialto, per chiedere alle istituzioni un deciso cambio di rotta verso le politiche culturali veneziane.

Dall’altra parte, lo confermano e lo rivendicano a più riprese le esplicite dichiarazioni del sindaco, della presidente dei Musei Civici Mariacristina Gribaudi e di alcuni esponenti dell’amministrazione comunale: senza turisti, non si riapre. Uno scontro culturale che non riguarda solo i musei, ma due idee e due visioni della città -e del suo futuro- diametralmente opposte e incompatibili.
Massiccia, come ci si attendeva, l’adesione alla manifestazione promossa dai curatori della pagina facebook “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali” e da SALE Docks, ma sostenuta da numerose realtà cittadine, dalle maestranze dello spettacolo a "Professione: educatore museale", dai collettivi LISC e Non Una di Meno a rappresentanze civiche come Tutta la Città Insieme e Gruppo 25 Aprile.
Tra le richieste dei manifestanti l’azzeramento del consiglio di amministrazione della Fondazione Musei Civici, la ripresa di tutte le attività museali non rivolte al pubblico, la riapertura dei musei e l’istituzione di un tavolo con il Comune, il Ministero e le parti sociali per costruire un piano di riforma strutturale dell’intero sistema culturale veneziano.
Se le istituzioni locali si sono già dimostrate impermeabili a questo genere di richieste, al centro della questione rimane lo stesso modello di città (e di turismo) con cui Venezia continuerà ad affrontare la crisi dovuta alla pandemia e, soprattutto, come il capoluogo veneto vorrà presentarsi al mondo quando finalmente l’emergenza sanitaria sarà terminata.

1 commento:

  1. Bei tempi quando c’erano le navi da crociera in fila per l’attracco alle banchine e i manifestanti che gridavano NO crociere.
    Bei tempi quando le corriere dovevano pagare il ticket per ogni passeggiero se volevano entrare al parcheggio al tronchetto e i veneziani si lamentavano perché c’era troppa confusione.
    Bei tempi quando baristi e ristoratori spellavano i turisti.
    Bei tempi quando c’erano i turisti stipati sui vaporetti pagando biglietti da capogiro, mentre i veneziani con la carta-Venezia pagavano una miseria.

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