lunedì 15 febbraio 2021

MOSE, NUOVO ARTICOLO FUORVIANTE: L'INGEGNER GIOVANNI CECCONI SPIEGA PERCHÉ ESSO ESPRIME CONCETTI INGANNEVOLI

L'ingegnere Giovanni Cecconi, direttore del laboratorio Wigwam Venezia e già nella control room del sistema Mo.S.E., contesta le affermazioni pubblicate ieri dal quotidiano La Nuova Venezia, in un articolo a firma di Alberto Vitucci, relative alla componibilità modulare delle paratoie mobili.

Secondo il tecnico, due concetti espressi nel testo possono trarre in inganno il lettore: Cecconi ritiene inesatta l'affermazione secondo la quale il MO.S.E. non ridurrebbe il livello della marea, ove sollevato solo per quanto riguarda la bocca di porto del Lido. «Proprio in questi giorni di forte vento - spiega l'ingegnere al network Azzurra - mi sono recato al Forte di Sant'Andrea, dove s'incanala maggiormente l'acqua proveniente da Malamocco che entra nella laguna nord, nel caso in cui la bocca di porto del Lido sia chiusa.
Lanciando i traccianti in acqua - continua Giovanni Cecconi - osservandone la corsa e misurandone la velocità, ha potuto verificare che un vento di bora come quello attuale provoca una corrente ben superiore a quella dovuta alla marea, sempre nel caso in cui la bocca del Lido sia chiusa dalle paratoie».
La struttura del Modulo è stata pensata a cassoni indipendenti proprio per poter essere chiusi là dove serve, totalmente o anche solo parzialmente le tre bocche di porto che si affacciano sulla laguna veneta. «Questo - commenta il direttore - per chi vive nella laguna è un vantaggio, in quanto permette di lasciare aperti i canali navigabili alle imbarcazioni, se non viene ravvisata la necessità di chiuderli per impedire l'accesso dell'acqua di mare».
Le maree infatti non sono tutte uguali: alcune insistono per entrare dalla laguna sud a Chioggia, in altre occasioni il mare cerca di invadere la laguna attraverso gli altri ingressi. Tutto dipende dal vento e dalla posizione della luna: ci sono maree di quadratura, molto lunghe, per le quali tutte le bocche di porto vanno chiuse, e maree per le quali chiudere una bocca di porto solamente è più che sufficiente per impedire a Venezia e a Chioggia di andare sott'acqua.
«L'informazione fornita dal titolo dell'articolo - ripete Cecconi - non dice quindi il vero. Tra l'altro l'articolo evidenzia l'aumento delle correnti nel caso in cui i moduli non vengano sollevati tutti contemporaneamente: anche questa pare essere una informazione sbagliata. Le correnti che produce il Mo.S.E. sono ben inferiori a quelle che si creano nei pressi dei varchi sui ponti in concessione alle ferrovie o alle autostrade, oggetto anche di incuria nella manutenzione».
Secondo l'ingegner Giovanni Cecconi l'articolo desta allarme anche per quanto riguarda i danni irreversibili che il sistema di barriere potrebbe provocare alla morfologia lagunare: «Non ci sono prove a riguardo - conclude Cecconi - né dati che avvalorino questa ipotesi. Le eventuali correnti provocate dal modulo avrebbero esiti riconducibili a condizioni di ventosità in laguna, non aggiungendo alcuna conseguenza alla morfologia lagunare che non sia già stata apportata dai venti di bora o di scirocco.
Anzi, è proprio la stagnazione delle acque in laguna uno dei fattori principali della marcescenza delle praterie di alghe, che provoca processi chimici naturali facendole diventare nocive per la fauna ittica e per lo sviluppo della biodiversità della laguna. Piuttosto che i toni di allarme che vengono lanciati contro il Mo.S.E. e gli insulti indirizzati ai tecnici, alle maestranze che operano nella struttura andrebbero elargiti encomi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti».

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