Nessuna discussione in consiglio comunale, nessun coinvolgimento dei sindaci della Città Metropolitana, né delle altre realtà istituzionali interessate o della società civile. Le richieste per il Recovery Plan da 3.8 miliardi di euro per il territorio metropolitano di Venezia, che Luigi Brugnaro avrebbe già presentato in sede ANCI, arrivano unilateralmente dal sindaco e dal suo gabinetto.
Ma le opposizioni compatte non ci stanno, e chiedono una riunione straordinaria dedicata esclusivamente ai piani veneziani per il Recovery Fund. «Un’occasione unica e irripetibile - si legge nel comunicato congiunto sottoscritto dai gruppi consiliari di PD, Venezia Verde e Progressista, Terra e Acqua, Tutta la Città Insieme, Venezia è tua e Movimento 5 Stelle - per gettare le basi di uno sviluppo sostenibile, rispettoso dell’ambiente, generatore di innovazione e di posti di lavoro qualificati».
Già da novembre in consiglio comunale pende un’interrogazione con la richiesta di trasparenza sui progetti veneziani collegati al Recovery Fund presentati al governo. Dal gabinetto del sindaco nessuna dichiarazione ufficiale sui piani previsti è trapelata, ma un elenco ufficioso (quanto dettagliato) delle opere avanzate è però stato divulgato dai media locali, sollevando non poche preoccupazioni nel merito -oltre che nel metodo- da parte delle minoranze.
Nei progetti accennati, sarebbe fortemente trascurata una delle "missioni" centrali, definite a livello europeo, e che nel Piano Nazionale di Ripresa e "Resilienza" occupa addirittura il primo posto: ovvero la digitalizzazione, l'innovazione, la competitività e la cultura. Affinché le istanze vengano recepite dal governo Draghi e dall’Unione Europea, è necessario porre particolare attenzione ai contenuti e alle direttive di Bruxelles: «Una sottovalutazione dei meccanismi che regolano l’assegnazione di questi fondi - ribadiscono le opposizioni a Venezia - rischia di far perdere una straordinaria occasione al territorio: non si possono finanziare opere che non rispondono ai criteri definiti in sede europea e nazionale».
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