I veneziani, ormai tristemente abituati alle innumerevoli conversioni a uso turistico dei palazzi della città d’acqua, avevano in poche settimane raccolto migliaia di firme contro la vendita dell’iconico edificio. Ora i residenti sembrano poter tirare un sospiro di sollievo, sebbene un altro gioiello “locale” passi in mani straniere.
Ma il progetto della fondazione americana sembra solido e rivolto al futuro: nella sede veneziana il Berggruen Institute concentrerà convegni, workshop e meeting internazionali sulle sfide globali che l’intero pianeta deve affrontare. Alla Casa dei Tre Oci non mancherà nemmeno uno spazio per mostre d’arte, di fotografia e architettura in un dialogo continuo con prestigiose istituzioni da tutto il mondo, dal MOMA di New York alla Tate Gallery, dal Museo d’arte di Los Angeles allo stesso Museum Berggruen di Berlino che ospita una corposa collezione di opere di artisti del Novecento. L'accordo di vendita, inoltre, prevede un periodo di transizione di due anni in cui le due fondazioni potranno collaborare «in continuità con i fini di promozione culturale e artistica condivisi dai due enti».
«Il progetto di Berggruen - racconta Bugliesi - è di fare dei Tre Oci la sede europea del suo think tank perché la città è simbolo delle sfide globali». Una visione che, a quanto pare, le istituzioni locali faticano a cogliere.
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