giovedì 25 febbraio 2021

TOUR ALCOOLICI, DEGRADO E ASSEMBRAMENTI: GLI ABITANTI DI SANTA MARGHERITA LANCIANO UNA PETIZIONE PER CHIEDERE PIÙ CONTROLLI

Dal deserto del lockdown al riaffacciarsi del pendolarismo etilico. A Venezia ritornano le escursioni alcoliche del weekend, un fenomeno ben noto ai residenti, ma che ora -con la delicata situazione epidemiologica in corso- assume una connotazione ancora più preoccupante.
A sollevare il problema, quando ancora non si è spenta l’eco dell’aggressione di una guida veneziana -che aveva sorpreso tre giovani ubriachi mentre espletavano i propri bisogni ai piedi del ponte di Rialto- interviene una petizione rivolta al sindaco e al Prefetto, lanciata dagli abitanti di campo Santa Margherita e delle calli limitrofe, da anni ormai costretti a convivere con eccessi etilici e "tour alcoolici".
Centinaia le firme raccolte in poche ore dagli abitanti della zona, già riuniti in un gruppo Whatsapp anti spaccio, per chiedere un nuovo modo di affrontare la gestione della sicurezza dell’area: non bastano infatti le chiusure di bàcari, osterie e bar alle ore 18, né le ultime ordinanze anti assembramento per i fine settimana a scongiurare episodi di degrado e affollamenti. Eppure proprio sull’aspetto repressivo ha puntato molto l’amministrazione comunale di Venezia, con l’assunzione di nuovi vigili negli ultimi anni, senza però riuscire a contenere o limitare il fenomeno.
Terminato il blocco degli spostamenti applicato alla regione in zona arancione, da tutto il Veneto e dai comuni metropolitani in particolare, sono ricomparse in laguna le gite a base di "ombre" e spritz, anticipate solo nell’orario a causa delle chiusure alle 18 dei locali. Un po’ di respiro per gli esercenti, certo: ma «a quale costo per la città?», si interrogano i residenti delle zone calde. Riprendendo le parole di Luca Fornasier, vittima dell’aggressione dell’altro giorno a Rialto: «Cos’è Venezia? Cosa stiamo facendo della città? È turismo questo?».

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