Sono stati finalmente sbloccati gli attesi 538 milioni di euro per l’avanzamento dei lavori del MOSE, di cui si parla da oltre un anno. Anche se la conferma definitiva arriverà l’8 giugno dal Comitato interministeriale di programmazione economica e Sviluppo Sostenibile, il pre-CIPE di venerdì scorso ha confermato lo stanziamento dei fondi, aggiungendo che 200 milioni del totale serviranno per le opere diffuse di salvaguardia della laguna di Venezia.
Non solo. Per la grande opera è previsto l’arrivo di una pioggia di milioni: altri 100 per l’avviamento delle barriere mobili, 40 per la manutenzione e 300 provenienti dai piani europei. Quasi un miliardo di euro che, però, non sarà sufficiente a garantire il completamento e il funzionamento del MOSE: questi fondi, infatti, non possono essere usati per ripianare le spese del passato, ovvero quel buco di oltre 200 milioni che sta portando il Consorzio Venezia Nuova verso il fallimento.
Se non sarà trovato prima un accordo tra le parti, tra le piccole imprese che hanno garantito le opere e l’innalzamento straordinario delle paratoie senza essere pagate e il CVN, il 10 giugno il commissario liquidatore Massimo Milani porterà i libri contabili del Consorzio in Tribunale.
Un paradosso che rischia di far naufragare l’intero progetto dopo oltre 5 miliardi spesi e una serie di scandali, che sembravano essere stati “lavati” via dalla positiva (seppur provvisoria) entrata in funzione delle paratoie mobili durante la scorsa stagione di acque alte. Della questione si occuperà anche la trasmissione Report questa sera in onda su Rai Tre a partire dalle ore 21.20.
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