Continuano le riaperture dei musei veneziani in quella che, in termini di afflusso turistico pre-pandemico, sarebbe stata una delle settimane più calde dell’anno. Oggi è stata presentata ai media “Stop Painting”, la mostra concepita dall’artista Peter Fischli visitabile dal 22 maggio al 21 novembre nel palazzo storico di Ca’ Corner della Regina, sede veneziana di Fondazione Prada.
Il progetto esplora una serie di momenti di rottura nella storia della pittura degli ultimi 150 anni, in relazione alla comparsa di nuovi fattori sociali e valori culturali, dall’invenzione della fotografia alla diffusione del readymade e del collage, dalla “morte dell’autore” alla crisi delle avanguardie. Ma lo sguardo di Fischli è rivolto anche al presente e al futuro attorno ai quali “Stop Painting” si interroga: la rivoluzione digitale porterà a una nuova crisi della pittura o, al contrario, può contribuire al suo rinnovamento?
Una mostra eclettica che ospita le opere di artisti del calibro di Emilio Vedova, Piero Manzoni, Pino Pascali, John Baldessari, Roy Lichtenstein e si inserisce nel complicato ritorno alla “normalità” del panorama museale e culturale veneziano. Nonostante l’entusiasmo per le presenze in laguna sia ancora timido, infatti, i primi segnali di ripresa ci sono, anche sul fronte dei visitatori comunitari.
A trainare la ripartenza veneziana in questo maggio dalle tinte autunnali è il turbinio di vernissage, inaugurazioni e aperture, solo fino a poco fa sinonimo di assembramenti, cocktail party, feste ed eventi sparsi per tutta la città. Mentre ora, necessariamente, il carrozzone dell’arte in laguna dovrà essere più sobrio e morigerato.
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