La pandemia ne ha solo ritardato l’inaugurazione, ma finalmente da oggi è possibile ripercorrere l’intera produzione di uno dei più celebri fotoreporter italiani, grazie alla retrospettiva “Mario de Biasi. Fotografie 1947-2003” allestita nella Casa dei Tre Oci alla Giudecca. La mostra, aperta al pubblico su prenotazione fino al 9 gennaio 2022, si inserisce nell’ampia ripresa dell’offerta culturale veneziana che, canonicamente, proprio nel mese di maggio vede il momento di massimo fermento e di copiosa attrazione turistica, rafforzata dalla zona gialla.
L’esposizione dedicata a De Biasi non sarà però l’ultima ad essere ospitata dal celebre palazzo neogotico -l’anno prossimo succederà alla fotografa umanista Sabine Weiss- prima del passaggio definitivo al nuovo proprietario, il Berggruen Institute, che ne prenderà possesso nel 2023. La Fondazione di Venezia non ha però ancora scelto la nuova sede della Casa della fotografia, anche se il presidente Michele Bugliesi ha assicurato che comunque rimarrà in laguna. La scelta di vendere la Casa dei Tre Oci aveva sollevato molte discussioni in città e non poche perplessità.
«Sono una dei membri del consiglio generale della Fondazione di Venezia - ha dichiarato ieri, alla presentazione della mostra, la presidente di Civita Tre Venezie Emanuela Bassetti - ho dovuto anche votare a favore della vendita della Casa dei Tre Oci perché sono una persona di solidi principi, ma devo dire che il cuore mi si è spezzato». In attesa di nuovi sviluppi, la retrospettiva di Mario de Biasi curata da Enrica Viganò, che ripercorre l’intera produzione del fotoreporter dagli esordi della sua collaborazione con la rivista Epoca fino agli ultimi lavori, si conferma uno degli appuntamenti veneziani da non perdere.
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