Contiene misure davvero drastiche l'ordinanza che oggi i presidenti del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e dell'Emilia Romagna hanno diramato a contrasto del Coronavirus. Un «segno dei tempi», l'ha definita Luca Zaia, poiché «in un mondo che rispetta le regole questo provvedimento non servirebbe». Secondo Zaia la sua emanazione è un «fallimento, dal momento che la stragrande maggioranza dei veneti si comporta bene. Ma è un estremo tentativo di evitare il lockdown, soprattutto per aiutare i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari negli ospedali».
Le misure, adottate d'intesa con il ministro della Salute e interloquendo con il presidente del consiglio Conte, allo scopo di ottenere ristori economici maggiori e specificamente legati all'ordinanza odierna, entrano in vigore alla mezzanotte tra venerdì 13 e sabato 14, e rimarranno tali per una settimana, fino al 22 novembre.
Considerato che la mascherina andrà portata anche nella propria abitazione in presenza di persone non conviventi, e così pure in auto, nel permanere del "coprifuoco" fissato dal governo alle ore 22 l'attività motoria e le passeggiate all’aperto saranno consentite nei parchi e nelle aree verdi, mantenendo 2 metri di distanza per gli sportivi e un metro tra gli altri cittadini. No quindi alla "vasca" nelle piazze, al giro sotto i portici e nei centri abitati, né all'affollamento delle spiagge e della diga; restano esclusi dal provvedimento i residenti nei centri città.
Per quanto riguarda l'accesso ai negozi e ai supermercati, esso sarà consentito a una sola persona per nucleo familiare, salvo accompagnatori per necessità o minori di 14 anni. Fortemente raccomandato l'afflusso delle persone con oltre 65 anni di età nelle prime due ore di apertura, chiedendo agli altri utenti di recarsi a fare la spesa negli altri orari.
Nei giorni prefestivi e festivi, quindi sabato e domenica, rimarranno chiusi tutti i parchi commerciali e gli outlet, anche quelli con ingressi separati, salvo le edicole e le farmacie. La domenica e nei giorni festivi, invece, saranno chiusi tutti i negozi anche di vicinato, escluse le edicole, le farmacie, le tabaccherie e gli alimentari: sempre nella volontà di reprimere lo "struscio".
È vietato lo svolgimento dei mercati all'aperto, se non nei Comuni dove è stato adottato un apposito piano rivolto agli ambulanti, che preveda la perimetrazione con nastro, la presenza di un unico varco di accesso e di uscita, la sorveglianza attiva. Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado saranno sospese le lezioni di educazione fisica, di canto e con strumenti a fiato.
La somministrazione di alimenti e bevande nei ristoranti e nei bar dalle ore 15 alle 18 potrà avvenire solo rigorosamente seduti al tavolo, all'interno e all'esterno. Per quanto riguarda le vendite di bevande e alimenti per asporto, essi non potranno essere consumati in aree pubbliche esterne: quindi sarà possibile farlo solo in auto o nella propria abitazione. Viene fortemente caldeggiata la consegna a domicilio, sempre garantita.
Infine, le società che organizzano il trasporto pubblico locale rimoduleranno la propria programmazione delle corse e degli orari, assicurando i servizi minimi, dal momento che molte scuole ed esercizi saranno chiusi. Rimane il vincolo al 50% della capienza nei mezzi.
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