Venezia perde 11 posizioni nell’annuale classifica stilata da Legambiente e Ambiente Italia, in collaborazione con il Sole 24 Ore, relativa alle performance ambientali dei capoluoghi italiani. Un deciso passo indietro sul fronte della sostenibilità per il Comune veneziano, che passa dal 16° al 27° posto tra le città più verdi d’Italia con un punteggio di 61.3 su 100. Il rapporto 2020 dell’ecosistema urbano, fondato sopra dati di un anno fa e quindi precedenti al Covid, analizza 18 parametri raggruppati in 6 macro-aree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente, energia.
Pesanti le bocciature in particolare per la qualità dell’aria, come già aveva rilevato il report di Legambiente «Mal’aria» di settembre, in cui venivano evidenziavate a Venezia concentrazioni di pm10 e pm2.5 simili a quelle di Milano e Monza. Proprio oggi la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha aperto una seconda fase della procedura di infrazione verso l'Italia, poiché tra il 2008 e il 2017 il Paese ha violato «in maniera sistematica e continuata» i valori limite per le concentrazioni di pm10 nell’aria.
Tornando al capoluogo lagunare, gravemente insufficienti anche le valutazioni riguardanti la produzione dei rifiuti e la raccolta differenziata, le quali scontano l’impatto dei milioni di turisti che sbarcavano in laguna e le complicazioni logistiche della città d’acqua, ma che difficilmente potranno migliorare se entreranno in funzione le nuove linee dell’inceneritore Veritas di Fusina, non compatibili con la promozione di un’economia circolare.
Migliore la situazione sul versante delle isole pedonali, del tasso di motorizzazione per abitante e dell’offerta del servizio di trasporto pubblico, tutti indicatori nei quali Venezia si trova inevitabilmente ai primi posti vista la naturale assenza di auto nella città d’acqua e nelle isole, e la flotta dei mezzi di ACTV impiegata nel trasporto dei moltissimi visitatori.
Un rapporto che segna comunque un campanello d’allarme preoccupante per Venezia, in particolare se si considera il trend opposto rispetto all’impegno chiesto dall’Europa verso la sostenibilità e per la lotta ai cambiamenti climatici, di cui Venezia potrebbe diventare simbolo virtuoso nel mondo.
«Venezia non ha una politica ambientale degna di questa città - commenta intervistato Moderna Marco Capovilla, fondatore del gruppo Venezia Pulita - basti pensare che l’assessore all’Ambiente in carica è anche assessore all’Urbanistica. Una figura che aveva compreso le peculiarità di Venezia in ambito ecologico è stato invece il compianto ex sindaco Antonio Casellati nel 1988, che è stato un pioniere dell’ambientalismo».
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